Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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27 aprile 2018

In libreria


Raoul Manfrida
La violenza fascista attraverso le pagine del “Popolo”
Aprile 1923 - Novembre 1925

Aracne, Roma, 2018, pp. 268.
Descrizione
Il volume analizza la breve e travagliata esistenza del “Popolo” di Donati, giornale popolare nato a Roma il 5 aprile 1923, che rivestì un ruolo determinante nella drammatica storia civile italiana di fronte all’avanzante dittatura fascista. Allo scopo di aiutare il lettore in una più agile lettura, l’opera è stata suddivisa in tre capitoli. Il primo affronta il discorso sulla violenza fascista, dalla nascita del fascismo fino alla fine dei partiti politici, grazie allo studio e la consultazione dei più importanti e aggiornati testi sul periodo. Il secondo e terzo capitolo, invece, si soffermano sul giornale “Il Popolo” e sulla sua storica, per quanto breve, battaglia contro la violenza fascista. L’indagine è stata condotta attraverso lo studio metodico e sistematico del giornale, effettuando una lettura della testata, di giorno in giorno, dalla nascita del quotidiano fino alla sua soppressione del novembre 1925.

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26 aprile 2018

In libreria


Marco Lupis
Il male inutile. Dal Kosovo a Timor Est, dal Chiapas a Bali 

le testimonianze di un reporter di guerra. 
Rubettino, 2018, 248 pp.
Descrizione
Il Male Inutile raccoglie le testimonianze di guerra di un reporter "di lungo corso", inviato speciale e corrispondente in molte aree difficili del Pianeta. Tragedie che troppo spesso, nel frenetico flusso mediatico dell'informazione, vengono rapidamente e colpevolmente archiviate, anche se si collocano dietro l'angolo dell'attualità e della Storia. Guerre e massacri dimenticati trovano in questo libro una nuova attualità, nello sguardo lucido ma anche compassionevole e partecipe del giornalista-testimone, che pagherà anche un prezzo personale inevitabile ai drammi che deve raccontare.

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24 aprile 2018

In libreria

Sergio Belardinelli
L'ordine di Babele. Le culture tra pluralismo e identità
Rubettino, 2018, pp. 134.

Descrizione

I sei capitoli di questo libro vertono su temi di scottante attualità: l’identità e il pluralismo culturale; il dialogo tra differenti culture; il rapporto tra pluralismo, democrazia e verità; la religione e la ricerca di un’identità aperta, non aggressiva, ma nemmeno remissiva; il realismo e l’utopia in una società secolare e, infine, il tema della città. Il filo rosso che li tiene insieme, sullo sfondo della crisi dell’identità europea, è rappresentato da un ideale antropologico universale, che si esprime soprattutto come trascendenza e come linguaggio. La pluralità delle lingue, al pari della pluralità delle culture, questa la tesi che ricorre in tutti i capitoli del libro, rappresenta una grande opportunità per arricchirsi reciprocamente, non un limite o la conseguenza di un peccato. È perché gli abitanti di Babele hanno deciso di sacralizzare la loro lingua che Iddio li punisce, ristabilendo l’antico ordine, ossia la pluralità. È questo L’ordine di Babele.
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23 aprile 2018

In libreria

Walter Quattrociocchi e Antonella Vicini
Liberi di crederci. Informazione, Internet e postverità
Codice Edizioni, Torino, 2018, 142 pp.

Descrizione
L’avvento di internet, e soprattutto dei social network, ha facilitato l’accesso a una grande massa di informazioni senza mediazioni, e ha generato la pretesa che questa porta d’ingresso conducesse alla conoscenza. La rete però pare stia tradendo le aspettative di molti, producendo, più che un’intelligenza, una disinformazione pericolosa (e spesso strumentalizzata) e una grave radicalizzazione nell’opinione pubblica. A colpi di paradossi e cortocircuiti, il World Economic Forum nel 2013 ha inserito la disinformazione come minaccia globale, e oggi molte di quelle minacce (da Trump alla Brexit, fino ai movimenti antivaccinisti) sembrano aver preso forma; e secondo l’autorevole Oxford Dictionary, post-truth è la parola del 2016.
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11 aprile 2018

In libreria

Luigi Barzini
Nell'Estremo Oriente
Luni Editrice, Milano, 2018, 352 pp.

Descrizione
Questo libro raccoglie le corrispondenze inviate da Luigi Barzini dalle zone di guerra e pubblicate sul Corriere della Sera tra il luglio 1900 e il marzo 1901, articoli nei quali, con una prosa piacevolissima e molto efficace e con perspicace spirito d’osservazione, descrive giorno per giorno l’evolversi degli eventi. Barzini è a Hong Kong alla fine di luglio del 1900. Ha 26 anni ed è al suo primo incarico impegnativo. L’avvicinamento a Pechino, teatro dei tragici fatti della Rivolta dei Boxer, è molto lento e difficoltoso per le precarie condizioni di tutta la zona. Ovunque morti e macerie. Villaggi distrutti, cadaveri ovunque, campi devastati. Scrive Barzini: «Tutto l’immenso piano non è che un cimitero. In questa caratteristica sta la fisionomia cinese. La Cina è il cimitero di una civiltà che è morta da mille anni …». Animato da un giovanile spirito patriottico e aggregato al contingente italiano, Barzini arriva a Pechino poco dopo la liberazione dall’assedio del quartiere delle Legazioni. Con fine capacità giornalistica riesce a ricostruire nei dettagli gli avvenimenti delle giornate cruciali dell’assedio delle Legazioni. A Pechino si rende conto della vera realtà dei fatti: denuncia apertamente sul Corriere della Sera l’infondatezza dell’intervento occidentale in Cina e l’inutilità di tante carneficine scrivendo «I barbari siamo noi. Perdo la netta percezione dei che cosa sia vera civiltà; tutto quanto credevo prima, crolla e si dilegua…». A conferma dei suoi dubbi, si dilunga a descrivere la vita quotidiana degli abitanti di Pechino subito dopo la fine dei disordini, evidenziandone l’operosità, la cortesia, la bellezza delle produzioni artistiche e artigianali. Ne descrive feste, riti funebri e cerimonie sottolineandone la dignitosa solennità e l’elegante accuratezza con uno sguardo nuovo e molto moderno su una civiltà “altra”, ma non per questo meno raffinata, antica e degna di tutto il nostro rispetto.
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10 aprile 2018

In libreria

Vittorio Roidi e Lorenzo Grighi
Giornalisti o giudici.
Quando la cronaca trova il "colpevole" prima della sentenza
Rai-ERI, 2018, Roma, pp. 156.

Descrizione
Se “il buon giornalismo è la fatica del cercare, del documentarsi, del controllare, senza paraocchi, senza settarismi e in modo indipendente”, che cosa è successo ai professionisti dell’informazione nel caso dell’omicidio di Meredith Kercher a Perugia, e di Chiara Poggi a Garlasco? I due casi presentano conclusioni opposte, ma anche molte analogie: i due principali indagati, Raffaele Sollecito, nel primo caso, e Alberto Stasi, nel secondo, sono stati subito raffigurati e valutati dai media come “colpevoli”, senza rispettare quel diritto alla presunzione di innocenza che, secondo la legge italiana, deve essere riconosciuto sempre e comunque a ogni imputato. Vittorio Roidi e Lorenzo Grighi – due generazioni di giornalisti a confronto – esaminano le modalità con cui la cronaca nera tratta i suoi protagonisti, sottoponendoli a un processo mediatico prima ancora che giudiziario, in un saggio che è, al contempo, un atto di accusa contro le derive del giornalismo e un manifesto sui principi di un’informazione corretta.”.

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09 aprile 2018

In libreria

Valeria Deplano
Per una nazione coloniale.
Il progetto imperiale fascista nei periodici coloniali
Morlacchi, Perugia, 2018, pp. 200.
Descrizione
In concomitanza con il rilancio della politica coloniale da parte del regime fascista, dalla prima metà degli anni Venti in Italia aumentò il numero delle testate periodiche che si ponevano l’obiettivo specifico di accrescere le conoscenze coloniali dei propri lettori. Pur raggiungendo un pubblico che il regime giudicò sempre insufficiente, questo genere di pubblicazioni, nate in diversi casi per iniziativa privata ma più spesso edite da enti di cultura semi-pubblici o da strutture ministeriali, contribuirono alla creazione del discorso ufficiale del fascismo attorno all’espansionismo africano. Sulle pagine delle riviste gli elementi di – spesso pretesa – scientificità si intrecciavano con quelli più marcatamente propagandistici, fornendo idee, immagini, argomenti e interpretazioni che poi sarebbero stati ripresi e rimodellati nel discorso pubblico più ampio. La stampa periodica di argomento coloniale si trovava così a svolgere due funzioni cruciali all’interno del progetto fascista: da una parte sosteneva la “politica di potenza” rilanciata dal governo; dall’altra, attraverso la narrazione e l’esaltazione della impresa imperiale della nazione, contribuiva al proposito del regime di mobilitare attorno alle parole d’ordine del fascismo il popolo italiano, e di inculcargli nuovi valori. A causa di questo ruolo, le testate furono sottoposte al rigido controllo da parte del governo, che dall’inizio degli anni Venti sino alla seconda guerra mondiale intervenne a più riprese imponendo chiusure, fusioni, o sollecitando nuove pubblicazioni, nel tentativo di dare forma a una macchina centralizzata capace di incanalare il lavoro di giornalisti e studiosi e di produrre un discorso coloniale unico e univoco. Basandosi su fonti archivistiche e sulle stesse riviste, il volume ripercorre la storia dell’editoria coloniale mettendola in relazione con la storia del colonialismo fascista, per ricostruire i nessi tra politica culturale, politica coloniale e progetto totalitario.
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06 aprile 2018

SEMINARI DI PRATICA GIORNALISTICA


 Venerdì 6 aprile 2018 h. 16-18 Aula 19
Dipartimento di Scienze politiche
Albergo dei Poveri - Genova
 Francesca Scorcucchi (Agenzia KikaPress & Media)
 Giornalismo tra Los Angeles e Genova: Metodi e contenuti a confronto

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