Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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13 dicembre 2018

Genova, un futuro possibile... se non trascurata


Lunedì 3 dicembre 2018 il quotidiano "Repubblica-Il Lavoro" ha pubblicato l’articolo Genova, splendida asimmetria firmato da Alberto Diaspro. L’autore mette su carta una vera e propria dedica alla sua città: Genova. Bella nonostante le sue contraddizioni e nonostante le sue magiche asimmetrie che “teletrasportano” chiunque lo voglia da una parte all’altra della città. Un’ esperienza che può essere fatta da tutti.
Non mi era mai capitato di raggiungere un quartiere attraverso un palazzone. Eppure è andata così, proprio mentre mi recavo all’Università presso l'Albergo dei Poveri. Mi è bastato scendere in stazione di Genova Piazza Principe, percorrere duecento metri, attraversare il predetto palazzone e salire un’ultima rampa di scale antiche. Mi sono ritrovato da un quartiere all’altro altro, così, senza neanche accorgermene. La fatica e il tempo sono stati interamente annullati dalla moltitudine di cimeli storici sparsi di qua e di la per i corridoi e dalle suntuose scalinate viste solo nei film e raramente in palazzi istituzionali. L’odore di storia che il legno delle alte porte antiche ha profuso e i marmi splendenti hanno creato un’atmosfera davvero suggestiva che mi ha accompagnato per tutto il percorso. Il viaggio è poi terminato con delle ultime scale esterne - oserei dire malconce, effettivamente frequentate da gerani che “...i giovani oggi lasciano crescere...”.
Ma Genova non è solo fatta di palazzoni storici che si adattano alla città che cresce e che collega più quartieri. Genova è dinamica anche geo-morfologicamente dal momento che sa estendersi in altezza e in larghezza. E l’uomo in questo contesto è stato protagonista indiscusso giacché con tenacia ha voluto costruire anche là dove era difficile e inimmaginabile. Oggi però si inizia a pagare il conto. Penso ovviamente al ponte Morandi, ma penso anche alla particolare rete urbana che nel tempo è andata sviluppandosi, causa di ostruzione dei violenti nubifragi; si ricordano in proposito quelli che qualche anno fa hanno propriamente distrutto il quartiere di Genova Brignole; neanche le sue strade così larghe (via xx Settembre e vie limitrofi) hanno potuto nulla contro la furia della natura. Eppure sembra che queste esperienze non bastino a far capire agli addetti quanto sia opportuno e ancor di più doveroso rivedere i piani urbanistici. E così che Genova-Culturale balza agli onori delle cronache per cose brutte come emergenze mal gestite piuttosto che per cose belle come i tanti eventi culturali.  Quella in gioco, è una partita perduta in partenza sia perché non c’è gara contro la natura e sia perché in Italia le politiche preventive di gestione per simili allarmi dovrebbero essere più efficaci e più studiate. Come a Genova, così nel resto dell’Italia. Non fosse così, non sarebbero accadute molte stragi tra le quali ad esempio quella di Rigopiano: ricordiamo tutti la struttura alberghiera costruita alla base di una suggestiva gola montuosa, poi investita da una valanga causa di 29 morti. Ma questa è altra storia....
A parere personale, penso che l’opportunità offertami di leggere un articolo del genere abbia consentito di dare forma ma soprattutto di dare un nome a quell’insieme di lunghezze differenti che si sviluppano sul territorio genovese e che lo contraddistinguono; sono misure che al fine di non essere contro producenti vanno sviluppate opportunamente, sia che riguardino aspetti geo-morfologici sia che riguardino eventi culturali esclusivi che fanno di Genova un importante luogo di incontro di più culture. Credo che tra le tante città conosciute, Genova sia tra le prime per suggestione e per versatilità. Merito delle sue “...spettacolari asimmetrie!” per dirla come Alberto Diaspro.
Joannes Timurian


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