Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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29 gennaio 2020

Le bugie hanno le gambe corte, ma in rete un po’ meno

Se la disinformazione esistite da sempre, perché solo oggi prende il nome di fake news?  Giuseppe Riva, professore di Psicologia della Comunicazione e direttore del Laboratorio dell’Interazione Comunicativa e delle Nuove Tecnologie (LICENT) di Milano, decide di rispondere a questo e ad altri interrogativi nel suo libro Fake news. Vivere e sopravvivere in un mondo post-verità (Bologna 2018).Il testo mira a chiarire un concetto che, come più volte ribadito dall’autore, è stato inserito nel linguaggio corrente solo a partire dal 2015; infatti, le fake news appartengono ad una realtà del tutto nuova, o per utilizzare un termine coniato dallo stesso Riva, ad un’«interrealtà». Quest’ultima emerge come risultato della fusione fra mondo concreto/offline e mondo virtuale/online, due dimensioni che influenzandosi l’una con l’altra possono generare particolari effetti psicologici sugli individui. Ma procediamo con ordine, così come ordinata appare la riflessione di Riva.A partire dal primo capitolo del saggio, Riva fornisce una panoramica dettagliata sulle modalità con cui nascono le fake news e sul significato che esse assumono, in modo tale che ai lettori risulti possibile comprenderne la profonda diversità rispetto alla comune disinformazione. La differenza, spiega Riva, è segnata soprattutto dalla odierna presenza dei social network, luoghi in cui, senza troppa fatica, una fake news può essere divulgata e condivisa, oltre che ripercuotersi sulle credenze degli individui.L’autore sottolinea più volte il mutamento avvenuto con il passaggio dai vecchi ai nuovi media, in seguito al quale il click per sottoscrivere un «mi piace» ad un post non può essere ritenuto equivalente al click per cambiare un canale della televisione. Un click sui social network comporta conseguenze, può fornire informazioni sulla personalità degli utenti, può essere sfruttato per la diffusione di contenuti inappropriati. Da qui, Riva presenta un’analisi strettamente psicologica dei mezzi tramite i quali prendono campo le fake news e dei fattori umani che ne incrementano la riuscita, tra cui un recente, e scientificamente provato, calo della soglia d’attenzione. Nell’ultimo capitolo, Riva illustra quali escamotage sono stati messi in atto dalle istituzioni e dalla rete stessa per tutelare gli utenti dalla valanga di fake news che giornalmente invadono le pagine web, ma il focus maggiore viene posto sul singolo: secondo l’autore, siamo noi, a livello individuale, i principali responsabili incaricati di prendere misure di sicurezza. Pertanto, dobbiamo imparare a sviluppare un adeguato senso critico ed a seguire precise norme comportamentali, da applicare ogniqualvolta ci accingiamo a leggere o ad intervenire online.Alla luce di quanto esposto, ci accorgiamo che l’attuale rischio di incorrere in una visuale distorta della realtà ci attende dietro l’angolo e, come evidenzia lo studioso, ciò non mette a repentaglio soltanto la nostra percezione inerente alla sfera politica, economica e sociale, bensì influisce addirittura sulla nostra emotività. Il presente saggio, dunque, rappresenta un’occasione per riflettere sul mondo virtuale nel quale ormai siamo immersi e ci dimostra propriamente come le bugie online non abbiano sempre le gambe così corte.Nel corso del libro, Riva raggiunge gli obiettivi che si era prefissato, ovvero fornire valide risposte ai quesiti riguardanti le fake news e presentare i più complessi meccanismi che le caratterizzano, il tutto con grande capacità esemplificativa. Di fatto, la scrittura vivace, ordinata e pungente dell’autore colpisce dritta alle coscienze dei lettori e consegna nelle mani di ciascuno gli strumenti per ricercare la verità anche laddove quest’ultima viene offuscata da una subdola – e forse più alla moda–post-verità. Ragion per cui, bisogna prestare attenzione: abbassare la guardia è questione di un attimo.
Giulia Marino

Giuseppe Riva
Fake news. Vivere e sopravvivere in un mondo post-verità

 il Mulino, Bologna, 2018.


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