Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

_________________

Scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie presenti nel sito.



30 ottobre 2024

In libreria

 

Giuseppe Ferraro
Giornali prigionieri
La stampa di prigionia durante la Grande guerra
Donzelli, Roma, 2024, pp. 224. 
Descrizione
Durante la prima guerra mondiale circa seicentomila soldati italiani furono destinati ai campi di prigionia dell’Impero austro-ungarico e tedesco. Per mitigare la durezza delle condizioni di vita e per spezzare la monotonia di una quotidianità fatta di appelli, pasti in comune e rare uscite nei villaggi limitrofi, i prigionieri si dedicarono a iniziative che potessero ricreare nei campi le attività proprie della vita libera: dallo sport ai giochi da tavolo, dall’artigianato alla musica e al teatro, fino lo studio delle lingue, alla lettura e al giornalismo. Proprio i giornali di prigionia costituiscono uno strumento privilegiato per indagare dall’interno la vita dei prigionieri italiani, facendone affiorare gli aspetti storici, culturali, sociali, psicologici e intimamente umani. A differenza dei giornali di trincea, che raccontavano il conflitto seguendo gli schemi della propaganda bellica e della mobilitazione patriottica, quelli redatti nei campi di prigionia narrano in presa diretta le conseguenze della guerra e le sue atrocità, facendosi portavoce del desiderio di pace dei soldati, della nostalgia per le famiglie e per la patria lontana, delle afflizioni derivanti prima dalla vita al fronte e poi nei campi dei nemici. Compilati a mano, illustrati, poligrafati, ciclostilati o stampati, questi fogli rappresentano un originalissimo laboratorio umano e culturale, che in questo libro viene analizzato nel dettaglio anche grazie a un inedito apparato iconografico. I «giornali prigionieri» finirono per diventare una sorprendente via di fuga psicologica per i soldati italiani caduti in mano nemica, un modo per sopravvivere all’inferno e al tedio dei campi di prigionia.

____

23 settembre 2024

Italia 1928 Incontro con la dittatura

"Poiché, ancor più diffidente del lettore dei Paesi democratici è naturalmente quello dei paesi dittatoriali. Mentre il lettore generalmente diffida del “troppo” della notizia, quello italiano cerca dietro il “troppo poco” ancora uno spazio nascosto. Egli cerca “tra le righe”. La lettura del giornale diventa un’attività molto faticosa. Alla mia domanda ad amici che leggono il giornale: “Cosa c’è scritto?”, arrivava quasi regolarmente la risposta: “Chieda piuttosto cosa non c’è scritto!

Joseph Roth

Joseph Roth, La quarta Italia, Roma, Castelvecchi 2013   (reportage del 1928 pubblicato sul quotidiano "Frankfurter Zeitung").

___

03 settembre 2024

In libreria

 Francesco Filippi, 500 anni di rabbia. Rivolte e mezzi di comunicazione da Gutenberg a Capitol HillBollati Boringhieri, 2024, 244 pp.

"Perché è chi domina il racconto pubblico che può orientare, attraverso un processo di legittimazione, la misura del proprio potere". (p. 11).

[...] A volte però, ad esempio quando il progresso tecnico porta un’innovazione nel mondo degli strumenti di comunicazione, può accadere che vi sia un lasso di tempo più o meno ampio tra la propagazione del mezzo e la sua presa di controllo da parte degli «spacciatori ufficiali» del racconto pubblico. Che succede nel momento in cui chi domina non ha più il controllo dei mezzi di narrazione? Può accadere che la produzione del racconto sfugga allo stretto controllo dei detentori del monopolio e si formi una sorta di narrazione «non certificata», che si propaga tra il pubblico senza che possa essere controllata sul breve periodo. Una sorta di «fuga di notizie» sul presente o sul passato che si avvale di strumenti e tecniche non ancora addomesticati da chi domina la società. Racconti altri, liberi di trasmettere valori non conformi o addirittura divergenti rispetto al solito. (pp. 16-17).


03 giugno 2024

In libreria

Antisemitismo di carta. La stampa italiana e la persecuzione fascista dei giornalisti ebrei, a cura di Enrico Serventi Longhi, Carocci, 2024, 316 pp. 

Il volume ripercorre le vicende dei giornalisti “ebrei” perseguitati in Italia dalle istituzioni politiche e corporative a seguito delle leggi razziali. A partire dal 1938, professionisti, pubblicisti, iscritti agli elenchi speciali dichiarati di “razza ebraica” subirono pesanti condizionamenti, dalla discriminazione all’espulsione dall’albo. La ricostruzione delle loro esperienze – e di quelle delle testate in cui lavoravano – permette di aprire una finestra sulle responsabilità della classe giornalistica in epoca fascista, quando la stampa nazionale divenne una delle espressioni più emblematiche dell’accelerazione totalitaria del regime e il principale motore della campagna antisemita che ne era alla base. Scritto da storici dell’età contemporanea e della letteratura, il libro intende contribuire all’avanzamento della comprensione delle più intime connessioni tra antisemitismo e modernità, tra società di massa e informazione, tra universi professionali e regimi politici, tra giornalismo e potere.
* link all'Indice
In particolare v.  il cap. 7
«Io di ebreo non ho che il nome». I casi studio dei giornalisti liguri e toscani di Andrea Masseroni
La comunità ligure /Il contesto fiorentino/I giornalisti liguri/Perseguitati e discriminati/I giornalisti toscani/Riferimenti bibliografici.
___

16 febbraio 2024

In libreria



Emanuele Bevilacqua
Attenzione e potere. Cultura, media e mercato nell’era della distrazione di massa
Luiss University Press, 2024, 224 pp.
Descrizione
Cinque miliardi di umani connessi alla rete; una Babilonia in cui molti parlano ma pochi colgono il senso dei discorsi. In questo libro Emanuele Bevilacqua esplora il rapporto fra concentrazione umana e media digitali, dimostrando come l'attenzione, sempre più sollecitata e messa a dura prova dai device, sia una merce preziosa nell'era dell'informazione. Attraverso una prospettiva storica, psicologica ed economica, Bevilacqua rivela come questa sia al tempo stesso una risorsa limitata e un campo di battaglia per i media e i grandi player come Google, Amazon e OpenAi. Un'analisi su come l'attenzione influenza il potere, la comunicazione e, in fondo, tutta la nostra vita. Prefazione di Giuseppe Richeri. Postfazione di Emanuele Trevi.
___






30 gennaio 2024

In libreria

 

Giorgio ZanchiniLa cultura nei media. Dalla carta stampata alla frammentazione digitale

Carocci, Roma, 2024, pp. 212.

Indice

Introduzione
1. Il giornalismo culturale dalle origini alla rivoluzione digitale
Breve storia dell’informazione culturale su carta/Il Novecento e il primato italiano/L’inizio del nuovo millennio
2. Come e perché cambia il giornalismo culturale
Evoluzioni culturali/Il mercato e le sue tendenze
3. Il panorama interno e internazionale
Modelli e tradizioni/La stampa italiana/Inserti culturali e riviste
4. Dopo la rivoluzione: il giornalismo culturale digitale
L’impatto della rete/Che cosa accade alla radio/Che cosa accade alla televisione
5. Logiche dei nuovi media
Il contesto/I percorsi dell’informazione. E il COVID-19/Ipotesi di futuro
6. La cultura della rete e in rete
Filtri, nuovi mediatori, connessioni/L’offerta contemporanea online, tra blog, siti e TikTok/L’ecosistema audio-suono e i podcast/Lavorare nell’informazione culturale
Note
Bibliografia
Indice dei nomi


____

01 novembre 2023

In libreria

 Protagoniste alle origini della Repubblica. Scrittrici, editrici, giornaliste e sceneggiatrici italianea cura di Laura Di Nicola, Carocci, 2021, pp. 260.

Descrizione
I saggi raccolti nel volume presentano prospettive nuove e declinazioni diverse del protagonismo delle intellettuali italiane nella costruzione di una nuova cultura democratica. Un’indagine che attraversa il partecipato impegno di tredici autrici (Aleramo, Banti, Bellonci, Cialente, de Céspedes, Ginzburg, Manzini, Masino, Morante, Ortese, Romano, Viganò, Zangrandi) dalla fase in cui ha origine la progettazione della Repubblica (1943) ai suoi primi dieci anni di vita (1956). Le protagoniste sono figlie dei silenzi inquieti e contraddittori della storia e madri della nuova letteratura resistenziale e repubblicana. Vivono la gestazione della Resistenza come un’attesa; la nascita della Costituzione con un gesto civile, il suffragio universale che spezza la catena del doloroso silenzio politico con una particolare e sottile forma di libertà emotiva e storica; la crescita della nuova Repubblica attraverso un intenso sguardo politico della letteratura. Trasversali fra politica, letteratura, giornalismo, editoria e cinema, tutte affidano alle scritture, private e pubbliche, le trame di un’esistenza intima e collettiva che le dispone al centro della storia e ci interroga, oggi, sul senso della nostra stessa storia.

___

24 ottobre 2023

In libreria


Demetrio Volcic
A cavallo del muro. I miei giorni nell’Europa dell’Est
Sellerio, Palermo, 2023, 192 pp.

Descrizione
«Alcune regioni del mondo producono storia più delle altre. Una di queste è l’Europa centro-orientale». E allora come raccontare una realtà così complessa come quella oltrecortina? Nell’introduzione, Demetrio Volcic fa un divertentissimo elenco dei mancati scoop della sua vita professionale: notizie rivoluzionarie bucate perché in casa non c’era un telefono, messaggi transcontinentali di superpotenze il cui prezioso sottinteso non veniva afferrato. La stessa ironia, lo stesso understatement unito però alla presenza «sul pezzo», adorna queste cronache degli anni da inviato nell’Est europeo prima e subito dopo la fine della cortina di ferro. L’angolo di inquadratura è sempre sommesso: ai giardinetti, dove la fine del regime l’ha relegato, il segretario del capo supremo dell’Ungheria comunista ricorda il «terribile ’56» e i retroscena; un Dubček dalla triste figura guida la rassegna dei fantasmi e delle ombre del passato in una Praga malinconica; la Guerra Fredda e gli ultimi scampoli nei dilemmi dei leader, dal generale polacco Jaruzelski a Gorbačëv; «l’eleganza» della censura nell’Europa dell’Est; e le tre grandi giornaliste sue vittime mettono a fuoco il ritratto di Putin prima dell’Ucraina.
Formano il diario di viaggio di un disincantato osservatore nel continente della grande storia geopolitica, solo che ciò che ne profila le tappe è prima di tutto l’aneddoto, il paradosso, spesso il grottesco: la scenografia che dà il tono a volte al colpo di scena del potente, a volte alle sue stanze di vita quotidiana, è sempre in primo piano. Ed è sorprendente come lo stesso effetto autorevole, bonario, sorridente di se stesso prima che degli altri, che Demetrio Volcic trasmetteva dallo schermo televisivo, lo restituisca in queste pagine di prosa suadentissima, poco appariscente, intrise di un umorismo che realizza nel minimo il massimo di iconicità e di eleganza.
____

Archivio blog

Copyright

Questo blog non può considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Chi desidera riprodurre i testi qui pubblicati dovrà ricordarsi di segnalare la fonte con un link, nel pieno rispetto delle norme sul copyright.