Le riviste dell'informazione
- Bollettino LSDI
- British Journalism Review
- Columbia Journalism Review
- Comunicatori & Comunicazione
- Cuadernos des Periodistas
- Digital Journalism
- Etudes de communication
- Image of the Journalist in Popular Culture Journal
- International Journal of Press Politics
- Journal of Computer-Mediated Communication
- Journalism
- Journalism Practice
- Journalism Studies
- Key4biz.it
- Le Temps des médias
- Les Cahiers du Journalisme
- Media2000
- Mediascape Journal
- Nieman Reports
- Prima comunicazione
- Problemi dell'informazione
- Tabloid
29 luglio 2008
Scenari del giornalismo italiano: "L'Unità"
«L'Unità cambia e nessuno ci informa»
«Sinceramente non capisco perché l'Unità di Antonio Padellaro sia considerato un giornale che non va bene al punto da richiedere un cambio di direzione. A me nessuno, né dentro né fuori il Pd, ha mai detto cose del tipo "Dovremmo modificare un po' il quotidiano", oppure "Andiamo a prendere un caffè e affrontiamo il tema del rinnovamento dell'Unità ". Niente: a nessuno è venuto in mente di avvisarci dei cambiamenti in vista. Eppure penso che anche a Padellaro avrebbe fatto piacere una discussione del genere...».Parlando con il Riformista , Furio Colombo affronta per la prima volta il tema dell'imminente cambio della guardia alla guida dell'Unità. Antonio Padellaro lascia, Concita De Gregorio arriva.L'ex direttore del quotidiano fondato da Gramsci, prima di esprimersi, fa una sola premessa: «Dirò quello che penso senza problemi. Spero soltanto che quest'intervista non esca con un titolo tipo "Colombo: adesso basta, me ne vado"...».
Andiamo con ordine. Colombo, secondo lei all' Unità serviva un cambio di direzione?
«Non confondiamo i ruoli. La risposta a questa domanda spetta al nuovo azionista di maggioranza, non a me».
Cambiamo domanda allora. Lei è contento dei cambiamenti in vista all' Unità?
«Chi lavora con così tanta passione a un quotidiano ha l'impressione che quel giornale sia buono. Parlo di me ma penso anche a Marco Travaglio, Moni Ovadia, Maurizio Chierici, Rosetta Loy... Per carità, nei giornali c'è sempre qualcosa da cambiare. Ma questo non vuol dire che dobbiamo buttare via tutto quello che c'è. Altrimenti l'avremmo già fatto noi, non crede?»
La sua sembra una difesa a spada tratta di Padellaro.
«Anni fa, quando i rapporti con la precedente proprietà erano molto tesi, la mia battaglia non era finalizzata a difendere me stesso ma a garantire Padellaro come mio successore. La nostra stima nei confronti di Antonio è immutata».
Forse dopo qualche anno serviva un ricambio, non trova?
«Riceviamo un sacco di e-mail di gradimento e le vendite vanno molto bene».
Resta il fatto che si cambierà.
«Io non voglio parlare di questo. Sarebbe come stare al capezzale di qualcuno che non è ancora morto».
Come si spiega però le proteste della redazione dopo l'intervista di Concita De Gregorio a Prima comunicazione ?
«Erano un atto dovuto. Comunque io credo che la De Gregorio sia stata usata. Non credo fosse sua intenzione dire quelle cose del giornale. È una brava giornalista, caduta nella trappola di chi voleva parlare male dell'Unità . Prima comunicazione è un giornale di pubblicitari. E i pubblicitari rappresentano le grandi braccia di Berlusconi e del berlusconismo. Non a caso sono anni che quel giornale attacca gratuitamente l'Unità ».
Sembra indignato, Colombo. O sbaglio?
«Più che indignato resto a bocca aperta quando sento e leggo che alcuni ex direttori dell'Unità danno dei giudizi tremendi su Padellaro e sul sottoscritto. Ma di che cosa parlano? Alcuni di loro obbedivano ciecamente al partito mentre a noi è toccato far resuscitare un giornale morto. Lo sa che cos'era l'Unità quando siamo arrivati? Stanze deserte e piene di cartacce. Noi l'abbiamo fatto rinascere, quel giornale, con pazienza e umiltà».
Si riferisce alle opinioni di molti ex direttori (raccolte dal Corsera ) sulle critiche che Padellaro ha rivolto al Quirinale?
«Mi stupisce che tutti si siano messi in corsa per dare torto a Padellaro. C'è Reichlin, che comunque scrive ancora per l'Unità ... Non credo poi che Petruccioli volesse essere severo con noi, d'altronde non lo è nemmeno con l'azienda che guida. E poi Caldarola, che è stato poco affettuoso. Poco male, quando noi difendiamo i diritti civili lo facciamo anche perché Caldarola possa dire la sua come meglio crede».
Arriviamo al dunque: lei rimarrà all' Unità anche dopo il cambio della direzione?
«Ancora non è avvenuto nulla per cui non ho alcuna ragione di fare annunci. Io per ora mi trovo bene con Travaglio, Ovadia, Chierici, Loy e molti altri ancora... Attraverserò quel ponte quando ci saremo arrivati. Non mi pare giusto dare giudizi sull'Unità "di Concita De Gregorio" visto che non so come sarà. Comunque sia, l'ho letta e apprezzata per i suoi articoli su Repubblica . Mi sembra un'ottima giornalista. Non la conoscevo di persona finché non l'ho vista alla presentazione di un libro, tempo fa...».
Ma lei come ha saputo dell'ipotesi di cambiare direttore al quotidiano?
«Tempo fa Veltroni ha detto al Corriere della sera che sarebbe stata una buona idea avere un direttore donna. Giustissimo, in teoria. Ma quando Berlusconi ha ripetuto che "in teoria" il dottor Letta sarebbe stato un ottimo presidente della Repubblica, noi abbiamo risposto che un capo dello Stato c'era già, Giorgio Napolitano. La stessa cosa vale, anche se in piccolo, anche per l'Unità . Che un direttore ce l'aveva già, Antonio Padellaro».
Che vuol dire, onorevole? Nessuno l'aveva avvertita in anticipo dei grandi cambiamenti?
«Spesso, purtroppo, il Pd ha una curiosa vocazione verticale. Quello che succede all'ultimo piano non viene fatto sapere a chi sta al piano terra. Ripeto: a me nessuno, né dentro né fuori il Pd, aveva mai detto cose del tipo "Dovremmo modificare un po' il quotidiano", oppure "Andiamo a prendere un caffè e affrontiamo il tema del rinnovamento dell'Unità ". Niente. Poi ho scoperto che c'era addirittura da cambiare il direttore. Quando i vecchi Ds erano irritati nei confronti del giornale che dirigevo, pensavo che ci fosse qualcosa in loro che io, che non sono mai stato dei Ds, non capivo. Il Pd però lo conosco. Eppure...».
Scusi, non potrebbe essere stata una scelta autonoma del nuovo editore?
«Prendiamo per buona questa sua ipotesi. Ma anche qui c'è un problema. Io so che Soru è un imprenditore di successo ed è il governatore della Sardegna. Immagino che, quando prende le sue decisioni, si confronti con i suoi collaboratori. Altrimenti non avrebbe avuto tanto successo, no? Eppure questa volta non l'ha fatto. Per lo meno, io non ne sapevo niente».
In ogni caso cambiare direttore è una scelta legittima di ogni editore, non trova?
«Certo che lo è. Solo che sarebbe stato bello parlarne tutti insieme. Credo che anche Padellaro avrebbe trovato divertente un dibattito del genere. Ecco perché in tutta questa storia ci metto un elemento di nostalgia. La nostalgia di cui parlava Monica Vitti nell'Eclissi : la speranza di qualcosa che non è accaduto».
___
*segnalato da C.P.
Archivio blog
- dic 2024 (1)
- nov 2024 (2)
- ott 2024 (1)
- set 2024 (2)
- giu 2024 (1)
- feb 2024 (1)
- gen 2024 (1)
- nov 2023 (1)
- ott 2023 (1)
- set 2023 (1)
- ago 2023 (1)
- giu 2023 (2)
- mag 2023 (1)
- apr 2023 (2)
- mar 2023 (2)
- feb 2023 (1)
- gen 2023 (2)
- dic 2022 (3)
- ott 2022 (1)
- ago 2022 (1)
- lug 2022 (2)
- giu 2022 (3)
- mag 2022 (4)
- apr 2022 (5)
- mar 2022 (2)
- feb 2022 (6)
- gen 2022 (1)
- dic 2021 (4)
- nov 2021 (8)
- ott 2021 (9)
- set 2021 (4)
- ago 2021 (3)
- lug 2021 (5)
- giu 2021 (5)
- mag 2021 (1)
- apr 2021 (4)
- mar 2021 (7)
- feb 2021 (3)
- gen 2021 (4)
- dic 2020 (2)
- nov 2020 (2)
- ott 2020 (2)
- set 2020 (1)
- ago 2020 (3)
- lug 2020 (1)
- giu 2020 (5)
- mag 2020 (2)
- apr 2020 (2)
- mar 2020 (1)
- feb 2020 (6)
- gen 2020 (9)
- dic 2019 (11)
- nov 2019 (9)
- ott 2019 (15)
- set 2019 (6)
- ago 2019 (5)
- lug 2019 (5)
- giu 2019 (9)
- mag 2019 (5)
- apr 2019 (6)
- mar 2019 (6)
- feb 2019 (13)
- gen 2019 (13)
- dic 2018 (14)
- ott 2018 (15)
- set 2018 (12)
- ago 2018 (2)
- lug 2018 (7)
- giu 2018 (6)
- mag 2018 (10)
- apr 2018 (8)
- mar 2018 (11)
- feb 2018 (7)
- gen 2018 (11)
- dic 2017 (11)
- nov 2017 (11)
- ott 2017 (7)
- set 2017 (9)
- ago 2017 (6)
- lug 2017 (2)
- giu 2017 (12)
- mag 2017 (13)
- apr 2017 (8)
- mar 2017 (7)
- feb 2017 (9)
- gen 2017 (6)
- dic 2016 (6)
- nov 2016 (17)
- ott 2016 (10)
- set 2016 (11)
- ago 2016 (1)
- lug 2016 (4)
- giu 2016 (10)
- mag 2016 (13)
- apr 2016 (12)
- mar 2016 (4)
- feb 2016 (11)
- gen 2016 (12)
- dic 2015 (11)
- nov 2015 (4)
- ott 2015 (6)
- set 2015 (9)
- ago 2015 (6)
- lug 2015 (3)
- giu 2015 (6)
- mag 2015 (10)
- apr 2015 (8)
- mar 2015 (12)
- feb 2015 (11)
- gen 2015 (4)
- dic 2014 (7)
- nov 2014 (5)
- ott 2014 (10)
- set 2014 (6)
- ago 2014 (1)
- lug 2014 (6)
- giu 2014 (14)
- mag 2014 (10)
- apr 2014 (4)
- mar 2014 (11)
- feb 2014 (10)
- gen 2014 (12)
- dic 2013 (20)
- nov 2013 (9)
- ott 2013 (9)
- set 2013 (4)
- ago 2013 (8)
- lug 2013 (8)
- giu 2013 (20)
- mag 2013 (13)
- apr 2013 (9)
- mar 2013 (11)
- feb 2013 (16)
- gen 2013 (8)
- dic 2012 (10)
- nov 2012 (8)
- ott 2012 (16)
- set 2012 (12)
- ago 2012 (5)
- lug 2012 (12)
- giu 2012 (27)
- mag 2012 (35)
- apr 2012 (21)
- mar 2012 (19)
- feb 2012 (21)
- gen 2012 (26)
- dic 2011 (20)
- nov 2011 (16)
- ott 2011 (30)
- set 2011 (10)
- ago 2011 (5)
- lug 2011 (14)
- giu 2011 (19)
- mag 2011 (24)
- apr 2011 (15)
- mar 2011 (18)
- feb 2011 (25)
- gen 2011 (18)
- dic 2010 (14)
- nov 2010 (15)
- ott 2010 (10)
- set 2010 (9)
- ago 2010 (6)
- lug 2010 (8)
- giu 2010 (12)
- mag 2010 (18)
- apr 2010 (20)
- mar 2010 (12)
- feb 2010 (23)
- gen 2010 (22)
- dic 2009 (18)
- nov 2009 (26)
- ott 2009 (25)
- set 2009 (14)
- ago 2009 (12)
- lug 2009 (16)
- giu 2009 (11)
- mag 2009 (17)
- apr 2009 (15)
- mar 2009 (18)
- feb 2009 (6)
- gen 2009 (13)
- dic 2008 (18)
- nov 2008 (37)
- ott 2008 (30)
- set 2008 (22)
- ago 2008 (6)
- lug 2008 (35)
- giu 2008 (5)
- mag 2001 (1)
Copyright
Questo blog non può considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Chi desidera riprodurre i testi qui pubblicati dovrà ricordarsi di segnalare la fonte con un link, nel pieno rispetto delle norme sul copyright.
Nessun commento:
Posta un commento