Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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29 settembre 2008

Impressioni Romene


Sibiu. Capitale Europea della Cultura 2007.
Entrando nella periferia (molto bruttina, anche per essere periferia) nutrivo forti aspettative per questa ridente-stando ai depliant-località transilvana. Stupito dalla rara bellezza della cinta muraria di questa antica città sassone (Hermannstadt in tedesco), e dalla piazza principale (Piata Mare), ho deciso di girare il centro e i quartieri residenziali. Essendo agosto 2008, mi chiedevo come fossero stati spesi i soldi ricevuti dall’UE. Man mano che camminavo, la delusione si è sostituita all’amarezza. Terrificanti le condizioni delle strade (quando va bene, c’è asfalto, o porfido sconnesso misto a voragini in cui giocano scalzi i bambini), macchine parcheggiate ovunque. Case diroccate che rischiano di esplodere per l’umidità, chiese in cui il parroco serve messa tra macerie e soffitti puntellati. Musei: l’ennesima delusione. Esclusa la miriade di esposizioni etnografiche presenti in ogni cantuccio della Romania, l’unico degno di visita rimane il Karl Von Bruckenthal Museum, che raccoglie alcune opere di pittori italiani (Tiziano tra tutti), fiamminghi, francesi e tedeschi. Ma anche qua: quadri esposti senza didascalie (un Bruegel il vecchio era appeso davanti ai cordoni di “divieto d’accesso”, di modo che non ci si potesse avvicinare a più di 5-6 metri di distanza. La didascalia pareva un biglietto da visita sotto al quadro!), sorveglianti impegnati nella “settimana enigmistica” romena che grugniscono ad ogni richiesta di informazioni.
Nei locali, il turista non viene considerato: o si chiama il cameriere a gran voce, battendo i pugni sul tavolo (non esagero), o si è certi di rimanere a bocca asciutta.
Per contro, nella zona dell’Ostello ho notato molti giovani, e “per le vie del borgo” la forte economia di turismo interno su cui si basa lo pseudo-benessere della città.
Ho visitato molti altri posti (Sighisoara, Bran, Brasov, Risnov e chi più ne ha più ne metta!) e il risultato non è cambiato.
Sibiu a mio avviso può essere considerata una città “campione naturale” di una Romania da poco entrata nell’ Unione Europea. Grandi potenzialità, derivanti da un discreto patrimonio culturale e da un territorio mozzafiato, che per adesso restano inespresse: non è un paese organizzato per un turismo di stranieri, e ha bisogno di investire maggiormente in quest’attività. L’economia si riprenderà, anche se lentamente. Dopo la tentata industrializzazione di un paese agricolo da parte di Ceausescu, si sta tornando alle origini contadine (forse è per questo che l’UE ha dato il suo benestare alla Romania: serve un paese che fornisca materie prime all’Europa..). Ma vedere fidanzati gelosi picchiare le proprie donne incuranti di essere in luoghi pubblici (“la Romania è ancora un paese di uomini” ha scritto Lucian Boia), miriadi di incidenti stradali causati da ubriachezza, rom malmenati dai romeni, spazzatura in quantità che farebbero impallidire anche la giunta comunale di Napoli, mi ha fatto molto pensare. E’ necessaria una forte opera di educazione civica, per rendere nuovamente grande questo paese, devastato prima dalla dominazione sassone, poi dal fascismo di Codreanu e dal regime di Ceausescu Anche noi eravamo così 50 anni fa? Lieto di essere nato nel 1984.


Eugenio Ruocco

1 commento:

mmilan ha detto...

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