Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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19 ottobre 2008

"Ho visto anche degli zingari felici"

Oggi sembra che in Italia sia risorta una certa xenofobia. Questo fenomeno, certamente poco esaltante, penso debba essere risolto più su un piano culturale che su un piano politico, anche se, spesso, i due piani hanno confini labili. Ad ogni modo per una riflessione sull' integrazione, e più a 360° sulla societa, potrebbe essere un buon punto di partenza l' LP di Claudio Lolli, cantautore, scrittore e professore liceale bolognese, nato nel capoluogo emiliano nel 1950, "ho visto anche degli zingari felici", uscito nell' ormai lontano 1976.
Certamente a prima vista l' opera potrebbe sembrare datata, ma i problemi legati al razzismo, ed alla società non hanno tempo, purtroppo.
L' LP contiene 8 canzoni: 1) Ho visto anche degli zingari felici(introduzione); 2) Agosto; 3) Piazza bella piazza; 4) 1° Maggio di festa; 5) La morte della mosca; 6) Anna di Francia; 7) Albana per Togliatti; 8) Ho visto anche degli zingari felici(conclusione).
Si nota immediatamente che la prima e l' ultima canzone hanno il medesimo titolo, con una diversa precisazion fra parentesi. Le due canzoni infatti sono molto simili: hanno lo stesso fondo musicale, sono differenziate soltanto dal testo nella parte iniziale e centrale, introduzione e conclusione, appunto.
La seconda e la terza canzone affrontano il tema della sensibilità personale, della coscienza civile, e dell' inevitabile mix di questi due fattori nelle manifestazioni di piazza.
La quarta canzone è un riferimento, ed un ricordo delle manifestazioni e delle feste del 1° Maggio.
La quinta canzone è forse quella più filosofica("alle mosche rimane la merda, il cielo appartiene ai potenti"); parla della precarietà della vita, e di ciò che ogni uomo può lasciare al mondo durante la sua vita. Sarebbe interessantissimo fare un confronto con "La ginestra" del Leopardi, e con alcuni temi foscoliani.
La sesta canzone prendo spunto da un probabile evento autobiografico. La protagonista è una ragazza anarchica, Anna, e la canzone, nella prima parte, si snoda nel confronto fra una certa ideologia di sinistra e l' anarchia, la seconda parte della canzone è più romantica e sensuale, ma ugualmente intensa e mlto curiosa.
La settima canzone è una riflessione(amara) sulla sinistra, impersonata da Togliatti, il quale può stare tranquillo, poichè la sinistra, quella vecchia e quella nuova, sono mischiate con il vino.

Sandro Ancillotti

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