"Al check di mercoledì c'è un Berlusconi che minaccia l'uso della forza pubblica in ambito scolastico e attacca la stampa, i telegiornali RAI e l'informazione tutta per i suoi comportamenti.
Alla sera i telegiornali riferiscono.
Al check di giovedì c'è Berlusconi che smentisce di aver mai parlato di forza pubblica e a quel punto , per coazione , ri-attacca i giornali , tg e l'informazione tutta per aver detto il falso.
Alla sera , ieri sera , i telegiornali riferiscono.
Ora , non si pretende che i telegiornali medesimi si mettano ad eccepire pesantemente , magari con i redattori che salgono in silenzio sulle scrivanie , in diretta tv- metti che arriva la forza pubblica.
Il punto è che soprattutto il beneamato TG1 riferisce e basta.
Accusato di essere bugiardo , non reagisce : si limita a rinviare pilatescamente il telespettatore a consultare sul sito RAI l'edizione del tg del giorno prima.
Mettiamo che invece fosse comparso il conduttore autorevole e avesse detto : " Cari telespettatori , avete ascoltato cosa dice oggi il Presidente del Consiglio . Ora ascoltiamo cosa ha detto ieri".E via con la registrazione.
A immaginarla , una scena simile , sembra una cosa a metà tra la rivoluzione e il terrorismo - evocato anch'esso da Berlusconi.
A questo punto siamo.
Questo - un atto di pura e semplice informazione-avrebbe un non so che di rivoluzionario,oggi in Italia.
La normalità è invece quella che va in onda tutte le sere."
Questo breve pezzo ha colpito la mia attenzione questa mattina : preciso, freddo, tagliente. Centra il punto in maniera essenziale ed efficace.
Nel nostro paese il Presidente del Consiglio ha la possibilità , il coraggio e diciamo pure la sfacciataggine ( o forse , come sostiene il Nobel Dario Fo, è più semplicemente un presagio di imminente follia) di fare affermazioni come quelle di ieri , di annunciare l'arrivo della polizia nelle scuole , ed il giorno dopo sostenere che tutto ciò sia pure invenzione giornalistica.
Ci si chiede come possa proprio lui , profondo conoscitore del mezzo televisivo e del suo devastante potere di controllo , dimenticare che le sue parole sono state trasmesse in video , che esiste la prova evidente e lampante che quelle parole ( forse riconosciute da lui stesso, dopo qualche ora, come tragicamente inadatte) non sono state partorite dalla penna fantasiosa di nessun bolscevico della carta stampata , da nessun sovversivo infiltrato nelle redazioni delle maggiori testate nazionali.
Nel nostro paese i telegiornali nazionali riferiscono, selezionano, tagliano e aggiustano.
Non informano.
Non poter mettere in evidenza due dichiarazioni discordanti a distanza di breve tempo evidenzia la mancanza della minima autonomia , è indice di timore , è indice di servilismo .
Timore e servilismo non sono termini che rimandano al vivere democratico , sono parole che ricordano oscurantismo e dittatura.
Il delirio dei potenti coinvolge nel suo non-senso il sistema intero , nulla è più reale , si può smentire l'evidente , negare l'innegabile .
I due problemi , ovvero la gravità delle affermazioni riguardo all'intervento della forza pubblica nelle nostre scuole (con la successiva smentita) e l'attacco alla stampa e all'informazione sono intimamente connessi : richiamano entrambe ad una idea di potere che non ammette un contraddittorio , che non chiede nulla a nessuno , che impone senza conoscere , che decide senza dibattere.
Enrico Garello
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