Il Primo Ministro Geir Haarde, a capo di una coalizione tra il partito Indipendenza (fino ad ora anti-europeista) e l'Alleanza Democratico-Sociale (filoeuropeista) ha dichiarato di aver sempre pensato di poter valutare al giusto tempo la possibilità di cooperare con l'Europa.
Anche il sostegno popolare all'entrata in Europa sta salendo: il 70% degli islandesi è oggi favorevole mentre, storicamente, i filoeuropei erano sempre stati sotto il 50%.
L'analisi più sostenuta in questi giorni è che, se l'Islanda fosse stata un paese membro dell'Ue, la sua valuta sarebbe stata più protetta rispetto alle oscillazioni internazionali e avrebbe garantito maggiore stabilità al suo sistema bancario, ormai collassato, la cui crisi si ripercuoterà in una grave recessione.
L'entrata nell'Ue non è comunque assicurata, c'è da risolvere la questione riguardante i bacini di pesca: gli islandesi dovrebbero infatti permettere ai pescherecci degli altri stati membri di poter pescare nelle loro ricche acque territoriali.
Questa è la prima volta che l'Islanda si candida formalmente ad entrare nell'UE. Vedremo ora come si muoverà la macchina dei negoziati.
Fonte:
Financial Times: http://www.ft.com/cms/s/0/5a29ac18-b28f-11dd-bbc9-0000779fd18c.html?nclick_check=1
Nessun commento:
Posta un commento