Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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02 febbraio 2010

L'opinione pubblica alla prese con la Storia

Qual è l’origine dell’ espressione “opinione pubblica” ? E, qual è il suo vero scopo? Queste sono solo due delle domande a cui il nuovo libro di Dessì e Cavallari tenta di dare una risposta, e lo fa attraverso un saggio excursus nel pensiero degli intellettuali più autorevoli del XX secolo, ma non solo. Il viaggio dell’ “opinion publique” ha inizio nel 1762 quando Rousseau la definisce come un “rapporto fondamentale fra l’uomo e la legge”; ma col tempo tale definizione trova modo di evolversi e solo nell’Ottocento, con la progressiva pubblicità degli atti che riguardano il governo e la diffusione della stampa, significherà sempre di più capacità critica nei confronti del potere costituito. Ed è proprio dalla constatazione della potenza straordinaria della stampa che trovano diffusione le nuove teorie sulla possibilità di un’opinione pubblica libera, e conseguentemente di una democrazia libera: “sovranità popolare e libertà di stampa vanno di pari passo”. Partendo da questo presupposto alcuni autori americani del Novecento,quali John Dewey,Charles Wright Mills, Robert Dahl e Walter Lippmann, si interrogano sulla reale possibilità di raggiungere la “vera democrazia” in un paese e in un secolo in cui l’informazione è guidata dalle minoranze privilegiate e i cittadini – vero motore della cosa pubblica- si accostano alla politica con scarso interesse. Inizia così l’individuazione e la denuncia dei rischi della manipolazione dell’informazione che spaziano dalla superficiale indifferenza generata dal disinteresse alla più grave sottomissione da parte delle elitès di un popolo addormentato. Maggiormente approfondita risulta la seconda parte del libro che analizza da vicino l’evoluzione del pensiero di Lippmann attraverso la sua vita e i suoi scritti. Già all’inizio della sua carriera si era ripetutamente interrogato sul ruolo dell’opinione pubblica nella democrazia inserendosi a pieno nel filone ottocentesco, ma di fronte alla vicissitudini americane di quegli anni – prima guerra mondiale, diffusione dei consumi, crisi del ’29, eccessivo peso dei gruppi di potere sulla società americana- rivolge la sua attenzione soprattutto alla ricerca di strumenti teorici adeguati all’analisi delle trasformazioni che hanno interessato la società statunitense degli ultimi anni. Per Lippmann la percezione del cambiamento avvenuto esclude la possibilità di un ritorno al passato ed incentiva l’idea che la società debba essere plasmata e non accettata passivamente, a tale scopo viene indicata la scienza come cura delle malattie sociali. A questa visione progressista è implicito una sorta di ottimismo non solo nei confronti della collettività, ma dell’individuo stesso: prospettiva che sarà drasticamente ridimensionata dall’esperienza dell’irrazionalità e dell’insensatezza della Seconda Guerra mondiale. Qui il ragionamento di Lippmann è lineare: “ la democrazia è quel sistema politico che richiede partecipazione, controllo e consenso dei cittadini nei confronti delle scelte dei governanti”, ma tale situazione può essere raggiunta solo grazie ad un’informazione sana ed incorrotta, pertanto alla crisi della carta stampata è parallela la crisi della democrazia. Il vero dubbio del libro, che attraversa la storia dalla origini ai giorni nostri, non viene sciolto; infatti, è ancora di grande attualità il dibattito sulla reale possibilità del cittadino di partecipare alla cosa pubblica in una società bombardata dai media dove l’informazione è veicolata dagli interessi del potere. Un testo, quello di Dessì e Cavallari, che filtra saggiamente la storia con gli occhi della sociologia allo scopo di farci riflettere in modo critico su molte dinamiche sociali di cui siamo noi stessi protagonisti.
Veronica Scrollini

Giovanna Cavallari - Giovanni Dessì
L'altro potere. Opinione pubblica e democrazia in America
Roma, Donzelli, 2008, pp. XII+148.
*link alla scheda del libro nel sito dell'editore Donzelli.

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