Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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06 febbraio 2011

Il Tg La7 di Enrico Mentana

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Il Tg La7 di Enrico Mentana parte il 30 agosto 2010. Già a settembre si presenta ai rilevamenti Auditel come soggetto forte del mercato televisivo e concorrente agguerrito per i telegiornali della fascia 20.00/20.30. Raggiunge e supera i 10 punti percentuali di share ed è riconosciuto dai media come successo giornalistico degno di evidenza.
Dopo cinque mesi di attività si possono fare bilanci e trarre conclusioni. Il Tg La7 non è un buon telegiornale. Questa opinione si fonda sul gusto di chi scrive, sulla sua cultura e idea di giornalismo. Enrico Mentana sa vendere un prodotto informativo al pubblico e agli inserzionisti pubblicitari. È artefice di un prodotto giornalistico attento e pressante. Gli va riconosciuto un valore professionale evidente rispetto al livello dei colleghi e della concorrenza. Ciò va detto.
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Ma non solo

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Progetta il telegiornale attorno alla sua figura di professionista di lungo corso e onorata carriera (condita da un'allontanamento dal Tg5 e da sopraggiunti contrasti con Silvio Berlusconi). Il telespettatore si sintonizzerà incuriosito dal suo "ritorno" e da un atteggiamento "protagonista". Si noti che l'incipit del telegiornale è una presentazione (monologo) di circa un minuto tenuta dal conduttore-direttore, cui (poi) seguono i titoli.
Il telegiornale guarda, mediamente per più di metà della sua durata, alla politica interna: con ciò cavalcando il fruttuoso mercato delle notizie create dagli scandali Berlusconi, dedicandosi al Parlamento, agli intrighi di palazzo, ai dossier più trend del momento (vedi casa Tulliani). Offrendo un servizio dettagliato sì ma parziale e molto "commerciale".
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Il telegiornale fa largo uso di sondaggi: fatto molto negativo. Inoltre parla spesso di cose dette o fatte (risse, discussioni, dibattiti) da invitati o conduttori di trasmissioni televisive di successo (per esempio Annozero). Sia il sondaggio che il fatto avvenuto dentro un set televisivo non sono fatti, ma fattoidi. Il sondaggio in più è uno strumento di manipolazione delle coscienze.
Soprattutto questo telegiornale si disinteressa dei fatti. Non li cerca. E non li trova. Si nutre delle notizie più trend e più vendibili. Non parla di economia, di lavoro, di società. Di uomini e donne. Pertanto, chi volesse sentire un fatto pertinente alla vita sociale del paese, deve "mettere" Rai3 e guardare (alle 19.00) il Tg3 di Bianca Berlinguer.

Alberto Cavallo

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