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25 marzo 2011
La nube "buona"
Durante la giornata di ieri è avvenuto il previsto passaggio, prima in Francia e poi in Italia, della nube d'aria proveniente dal Giappone, contenente cesio e iodio e che, a detta delle autorità competenti, non comporterebbe alcun pericolo per la salute dei cittadini italiani.A garantire la nostra sicurezza, ieri, si sono messi in moto l'ARPA, la rete di supervisione del Ministero degli Interni e quella del Ministero dell'Ambiente.
Il ministro della salute Fazio, rassicura l'opinione pubblica con un uso inflazionistico di condizionali che descrivono la massa d'aria in questione come una via di mezzo tra la nuvoletta di Fantozzi e una sorta di aerosol antiallarmismo.
Sempre secondo il parere degli esperti, non ci sarebbero rischi nemmeno per i prodotti agricoli, vista la bassissima radioattività rilevata nell'aria che ieri passava sulle nostre teste. Le uniche note allarmistiche hanno riguardato il Giappone e le raccomandazioni sono state tutte volte a sconsigliare l'acquisto di prodotti giapponesi freschi e a non comprare quelli confezionati dopo il disastro di Fukushima.
Mentre alcuni balbettanti opinionisti pro-nucleare continuano a parlare di "sicurissime centrali figlie dell' ultima generazione tecnologica"e le lobbies che controllano l'informazione mondiale, seppelliscono nel dimenticatoio una tragedia dal corpo ancora caldo, l'Europa si divide tra chi, come la Germania di Angela Merkel, abbandona il nucleare per imboccare la strada delle energie rinnovabili, e chi, come la Francia dell'affarista Sarkozy, rimane nuda di fronte ad un possibile incidente come quello del Giappone. La Francia è il primo paese nucleare d'Europa, con ben 19 centrali e 58 reattori. Se, per un attentato o un incidente, una di queste infrastrutture deflagrasse, gran parte della Francia e dell'Italia diventerebbero zone desertiche.
Adiacenti alle polemiche sul nucleare, si possono scorgere i fatti e le azioni delle nazioni straniere che vogliono rispondere ai propri cittadini, allarmati per ciò che è accaduto in Giappone, con dei piani ben precisi atti alla salvaguardia del bene primo: la salute.
I principali stati europei stanno puntando sull'energia eolica perchè è una fonte pulita che abbatte le emissioni di CO2, perchè non causa la dipendenza energetica di un paese da altri, e perchè oltre ad essere rinnovabile, riduce drasticamente i costi dell'elettricità.
Il nostro paese, come spesso accade, si fa notare in negativo per avere un governo che si muove in controtendenza, facendo di tutto per bloccare il progetto di un impianto eolico nel Golfo di Oristano, in Sardegna e che per mano e per verbo del Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, è rimasto ancorato sulla scelta del nucleare, fino all'ordine di inversione obbligata, dato qualche giorno fa dal Sovrano d'Arcore.
Mentre in Italia i politici si sorpassano in retromarcia, superandosi nei gradi d'impopolarità conseguente alle scelte contrarie al volere comune, in Germania, martedì, è stato inaugurato il più grande parco eolico off-shore al mondo, in grado di fornire energia a 50 mila abitazioni.
In Inghilterra, i giornali hanno pubblicato dati tecnici che attestano il superamento della soglia dei 1000 megawatt di potenza, da parte dei parchi eolici.
Addirittura in Canada, grande produttore mondiale di petrolio e uranio, ci si sta impegnando per arrivare a coprire più del 20% del fabbisogno energetico, solo col vento. Il raggiungimento di tale obiettivo, è previsto per il 2025.
In California è in atto un progetto che vedrà iniziare i lavori entro la fine dell'anno, di un'enorme centrale solare funzionante con la tecnologia degli specchi parabolici più grandi del mondo. I tecnici prevedono che, una volta che sarà operativa, con le sue quattro unità produttive da 250 MW, avrà una produzione energetica da record.L'impianto sarà costruito vicino alla città di Blythe su una superficie di 94 km quadrati nella contea di Riverside, vicino alla punta sud-orientale della California e dovrebbe fornire energia elettrica sufficiente ai bisogni di circa 800.000 abitazioni. I dubbi sul progetto erano rivolti all'impatto ambientale della struttura, ma le incertezze a questo livello si sono sgretolate velocemente grazie alla considerazione della grande quantità d'energia prodotta e al ricavo occupazionale. Si calcola infatti che la struttura darà lavore ad oltre 600 persone, per un costo complessivo di 5 milioni di euro.
Non certo in secondo piano rispetto all'eolico, sono le possibilità offerte dalle centrali a fusione fredda, soprattutto perchè rappresentano il frutto di una scoperta italiana, più precisamente dello studio per l'energia alternativa dell'Università di Bologna.
Concludo il mio articolo con una bella citazione che però condivido solo nella prima parte.
"Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali. Si può parlare, semmai, di un nucleare innovativo." (Carlo Rubbia)
Federico Italiano
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