Enrico Menduini, professore ordinario del DAMS all'Università Roma Tre, partendo dall'esplicazione di concetti inerenti la comunicazione post-moderna, i media e il loro rapporto sempre più complesso con la società di massa, intraprende un percorso brioso e vivace che ripercorre, senza mai cadere in noiosi tecnicismi, la storia degli strumenti d'informazione, dalla televisione (con la quale siamo cresciuti), ai più recenti ritrovati multimediali che stanno rivoluzionando il concetto di informazione.
Nella prima parte del suo saggio, l'ex consigliere d'amministrazione Rai prende in considerazione i media elettronici, il cinema, la televisione e la radio esplicandone storia, funzionamento ed applicazioni: riusciamo così, pagina dopo pagina, a farci una concreta idea di come funzionino gli apparati che "non si vedono" ma che rendono possibile ogni giorno la messa in onda di trasmissioni radio - televisive o internet.
Ai linguaggi della radio è interamente dedicata la seconda parte, dove ogni capitolo sposta l'attenzione sui vari aspetti della radiofonia: una breve storia della radio che ci ricorda , quando non esisteva ancora la TV, l'importanza che ha rivestito in alcuni momenti salienti del passato (uno su tutti Radio Londra durante la seconda guerra mondiale), la pratica di come si "faccia " nella pratica la radio, interessante per capire per esempio, la facilità con cui, ipoteticamente ognuno di noi potrebbe, con poche accortezze, installare un'emittente radio a bassissimo costo tra le proprie mura domestiche e, infine, il capitolo sui generi radiofonici sottolinea aspetti come il target radiofonico, descrive i generi musicali che vanno per la maggiore tra le diverse utenze, apre una finestra sulle nuove tecniche di fruizione radio che stanno raccogliendo sempre più consenso come la radio fruibile con internet e ora anche attraverso il digitale terrestre.
La terza parte, relativa ai linguaggi della televisione, è senz'altro quella che da maggior soddisfazione a chi sia interessato a comprendere i suoi meccanismi ma che non ha mai avuto la possibilità di vederseli sviscerare davanti agli occhi: la sensazione che si ha leggendo questo capitolo è di essere seduto accanto ad un regista che ti spiega passo passo ogni aspetto, anche quello che sembrerebbe più marginale della grande macchina che sta dietro al piccolo schermo, ma che marginale non è. Ecco così svelati i trucchi dell'inquadratura che ci fanno sembrare enorme uno studio televisivo che in realtà è grande quanto il nostro salotto, oppure quali leggi psicologiche vogliono che nel caso di una trasmissione che preveda l'intervento del pubblico tramite telefonata, compaia al centro dello studio un grosso telefono rosso che stia a legittimare lo squillo del telefono che in realtà non c'è. Interessanti i capitoli dedicati alle "ondate" (virtuosistico il termine, riferibile tanto al temine "onda" attinente alla sfera della TV quanto al significato più comune del termine) della tv nella sua storia italiana: ad ogni "onda" corrisponde un periodo storico in cui hanno vissuto programmi conoscitivi (l'autore ricorda, a ragione, che mamma Rai ha insegnato l'italiano ai suoi primissimi figli nati in un'Italia analfabeta e devastata dalla recente guerra), i primi talk show, i contenitori pomeridiani, i quiz, i concetti quali sportainment, edutainment, infotainment, usando dei neo-inglesismi che magari non sono felicissimi ma che rendono l'idea della contaminazione che, dagli anni '80 dello scorso secolo, ha visto le componenti di sport, educazione e informazione amalgamarsi all'intrattenimento, spalmando quest'ultimo ad ogni ora del palinsesto in modo inversamente proporzionale a quanto accadeva invece ai primordi della TV, quando ogni aspetto era ben separato da un altro e a presentare i diversi momenti appariva una signorina dall'aspetto familiare. E poi, l'evoluzione della tv degli ultimi vent'anni, la fiction, il reality show, e le nuove forme di fruizione: la pay tv, pay per vie, il digitale terrestre con la felice conseguenza di poter veramente scegliere cosa vedere perché l'offerta è (quasi) adeguata ad ogni domanda.
Insomma un libro che va letto per più d'una ragione: per acquisire consapevolezza sui funzionamenti (a volte anche subdoli) dei media, per poterli smascherare, per ripassare la storia della nostra televisione, che è, per molti aspetti, lo specchio della nostra storia italiana e per farsi un'idea delle futuribili evoluzioni del rapporto tra consumatori e mass-media. Ruoli che cambiano con le nuove tecnologie offerte da internet, ma con un filo di nostalgia, è bello ogni tanto leggere dei tempi in cui a presentare i diversi programmi era una signorina gentile con un sorriso familiare.
Davide Oliveri
Enrico Menduini
I linguaggi della radio e della televisione: teorie, tecniche, formati
Roma-Bari, Laterza 2008, pp. 233.
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