Leggere questo libro porta con sé, fin dalla prima pagina, l’idea di addentrarsi in un lungo viaggio racchiuso e suddiviso in piccole matrioske che si aprono, una dopo l’altra, capitolo per capitolo. E’ una storia dell’Italia che percorre luoghi, tempi, spazi e idee attorcigliandosi dentro se stessa come una scala a chiocciola che scende in uno stretto pertugio. E’ una sorta di mini-dizionario e contemporaneamente un’enorme enciclopedia di una Storia dell’informazione letteraria, intesa nel suo significato più esteso, che spazia dalla notizia alla critica ad altre forme, una storia che è anche storia della politica, della società e della cultura, del giornalismo, dell’editoria libraria, della letteratura italiana. E’ un cassetto che racchiude un’essenza della nostra storia e ha sicuramente il merito di rappresentare un primo discorso unitario sui diversi processi finora studiati separatamente o non ancora studiati andando decisamente a colmare un vuoto bibliografico e storico critico.
La scelta di Ferretti e Guerriero è stata quella di dividere e periodizzare quest’opera in sei fasi distinte dal 1925 fino al 2009 sulla base di ragioni storico-politico-culturali generali e critico-informativo-letterarie spesso convergenti tra loro, distribuendo questo viaggio in tante diverse "Little Italy", ognuna da assaporare in tutta la propria fragranza.
E cosi via col primo periodo (1925-1945) che passa attraverso i totalitarismi e la Seconda Guerra Mondiale, dal superamento della crisi Matteotti e all’approvazione della nuova legge di stampa, alla presa totale di controllo dell’informazione, da Galeazzo Ciano agli "insegnamenti" di Goebbels fino ai giornali in camicia nera, la radio ( Uri 24, Eiar 28, Rai44) e i nuovi settimanali; Radio Firenze liberata nel 1944 e un puzzle di antifascisti, fascisti, cattolici, il partito comunista, Gramsci e Togliatti. Il rilancio del romanzo, la Mondadori, Bompiani, passando per Moravia,Vittorini e Buzzati: il bavaglio del Fascismo e la fine del conflitto.
Il secondo periodo spazia dal 1945 al 1956, con la frattura del dopoguerra, le epurazioni fasciste e il progetto democratico, la scissione di Palazzo Barberini del 1947 con l’allontanamento di Saragat dal PSIUP e la fondazione del PSDI; le elezioni del 1948 che portano verso la normalizzazione, e che aprono la lunga serie di governi democristiani centristi. La settorizzazione della produzione verso il capitalismo, la narrativa regina del mercato, l’importanza della terza pagina, Montale, Bo, Pampaloni, Bassani, Sereni, Cajumi e Fortini.
Il ventesimo congresso del PCUS nel 1956 apre il terzo periodo, con Cruscev che denuncia le purghe e le limitazioni alla libertà decise da Stalin, passando per lo sviluppo industriale e il boom economico italiano, la legge-truffa del 53, la nascita nel 1954 della tv, il Giorno di Cino Del Duca nel 1956, la parabola di Mattei fino al 68.
Il quarto periodo, dal 1968-80, si apre con le contestazioni studentesche e operaie con le loro istanze anti istituzionali e anticapitalistiche, precedute e accompagnate dai contraccolpi e dalle suggestioni della guerra del Vietnam: hanno un marcato valore simbolico e una decisiva pregnanza politica, avviando e improntando un periodo di conflitti e trasformazioni per la società italiana con esiti contraddittori, fino al 1980 che rappresenta la caduta di questa tensione e il nascere della rivoluzione dei consumi culturali. La fine del centrosinistra, la strage di Bologna nel 1980, il terrorismo rosso e l’ uccisione di Aldo Moro nel 1978; il boom delle televisioni e delle radio locali nel 1975 fino ai primi passi di Fininvest nel 1978.
Il penultimo periodo (1980-1992) è considerato quello della rivoluzione nei consumi. La morte di Berlinguer 1984, il declino del Pci negli anni del craxismo, il crollo del muro di Berlino il 9 novembre 1989 e il successivo crollo dell’unione sovietica e dello stesso Pci nel1991. Nel 1992 una grave crisi economica , sociale e politica investe l’Italia, la nuova era digitale, l’impero di Berlusconi e la scalata Fininvest, la legge Mammì che regolamenta il sistema televisivo e sancisce il duopolio Rai-fininvest, i fogli trovati a Castiglion Fibocchi in provincia di Arezzo a casa di Licio Gelli e lo scandalo P2.
L’ultimo periodo parte dalla crisi del 1992 fino all’attuale crisi dei giorni nostri, passando da tangentopoli alla dissoluzione del vecchio sistema partitico, dagli squilibri del capitalismo al G8 di Genova, all’attentato dell’11 settembre 2011 alle torri gemelle.
La grande innovazione di questo libro risiede nel metodo unitario e sistematico con il quale sono state seguite, selezionate e misurate sia le pagine culturali di quotidiani e periodici d’attualità, sia le riviste letterarie, sia le diverse forme d’informazione letteraria. Ad esse si affiancano, a mano a mano, informazioni estrapolate da radio, tv e internet, dando una prima ricostruzione anche del reticolo di intellettuali che le attraversa tutte e che appare sempre più esteso nel tempo, oltre a notiziari editoriali, bollettini di Club del libro, pubblicità, festival, fiere, convegni, mostre; oltre a trattare le diverse politiche e formule dell’informazione letteraria: recensione, scheda, articolo, intervento, servizio, testo, inedito, necrologio, notizia e alla consultazione di archivi, teche, biblioteche, spogli diretti, parziale o completi di argomenti di cultura primaria quali teatro, cinema, musica, e radiotelevisione.
Storia dell’informazione letteraria è un diario di viaggio di non facile interpretazione, dotato di un orientamento elitario; è un’opera robusta, corposa, complessa, in cui non tutti sono in grado di seguirne la rotta, a causa dell’immensa mole di variegate informazioni che vi sono contenute. Ma allo stesso tempo è un prezioso trolley di conoscenze nonché una bussola affidabile per coloro i quali intendono affrontare un lungo viaggio nel mare sconfinato dell’informazione letteraria.
Stefano Ciccone
Gian Carlo Ferretti - Stefano Guerriero
Storia dell'informazione letteraria in Italia.
Dalla terza pagina a internet (1925-2009)
Milano, Feltrinelli, 2010, 451 pp.
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