Analizzando contenuti e obiettivi di uno dei primi periodici del Sud America diretto da una donna e aperto a giornaliste e scrittrici emergenti, El tesoro del Hogar (Il tesoro del Focolare), pubblicato a Guayaquil dal 1887 al 1893, l’incontro ha offerto interessanti spunti di riflessione sul tema della libertà di espressione delle donne, nonché una breve panoramica sui movimenti emancipazionisti dell’America meridionale, spesso oscurati da una prospettiva di studio eurocentrica. Se qualcuno poi pensasse che la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia sia tipica solo della donna di oggi, verrebbe smentito, fra le altre, dall’esperienza delle prime giornaliste sudamericane.
Come chiaramente espresso dal saggista Juan Montalvo in Las invasiones de las mujeres (Le invasioni delle donne) del 1885, in Ecuador alla fine dell’Ottocento la convinzione era quella diffusa che gli uomini fossero le figure naturali dell’autorità e che, altrettanto naturalmente, le dimensioni deputate alla realizzazione personale femminile fossero solo quelle del focolare domestico e della maternità. Una minoranza di donne istruite iniziava però ad “invadere” le università e ad ambire a professioni maschili, minacciando, secondo l’autore, l’ordine pubblico. Le donne scrittrici, prime fra tutte, dovevano essere contrastate, censurate e addirittura inabilitate a prime e seconde nozze. In un’epoca in cui una donna che si esprimeva in pubblico suscitava ancora sospetto e biasimo, El tesoro del Hogar rappresentò dunque una conquista, seppur nel solco della cultura patriarcale. La sua fondatrice e direttrice, Lastenia Larriva de Llona, arrivò nella città ecuadoriana di Guayaquil dal Perù nel 1860, nel pieno del boom economico derivato dalla crescente esportazione di cacao, dallo sviluppo della rete ferroviaria e da importanti riforme bancarie e postali. Dal 1875 inoltre, con l’assassinio del generale Gabriel Garcìa Moreno e la fine del suo regime di censura, si ebbe una vera e propria proliferazione della stampa, con pubblicazioni molto diversificate e la comparsa di un pubblico femminile. Il progetto editoriale realizzato da Larriva de Llona fu un settimanale di letteratura, atre, scienza, attualità e moda, una pubblicazione femminile cosmopolita, che uscì ogni sabato per sei anni, dal 1887 al 1893. Convinta che la stampa fosse il luogo dove “le belle arti femminili” potessero contrapporsi alla produzione pamphlettistica degli scrittori più importanti (fra gli altri José Martì, Juan Montalvo e Domingo Faustino Sarmiento), la direttrice voleva che la sua rivista fosse uno spazio apolitico proprio come quello domestico. L’autocensura era quindi d’obbligo per un progetto culturale elitario che non mirava a contrastare l’ordine precostituito. Il suo target erano donne istruite, colte, cattoliche e appartenenti alle classi più alte, donne che vestivano secondo i gusti della moda europea, in linea col sogno di fare di Guayaquil la nuova Parigi. Pur consapevole di vivere in un paese enormemente sfruttato dal punto di vista agricolo e dove la ricchezza era nelle mani di pochissimi, Larriva de Llona non diede mai voce alle classi povere né alle donne di colore, appoggiando una critica femminile mai aspra né diretta, giacchè per lei la donna era innanzitutto moglie e madre. Queste convinzioni, che le valsero il plauso dell’arcivescovo della capitale Quito, qualificano oggi El tesoro più come una semplice concessione della società patriarcale che come un luogo di effettiva rivendicazione; una rivista molto diversa dalle altre produzioni del giornalismo femminile sudamericano di quegli anni, come La Alborada del Plata, diretta dall’argentina Juana Manuela Gorriti, o l’Album de Señoritas della scrittrice Juana Manso, dove comparvero articoli di denuncia della condizione femminile. Quale fu dunque il merito di questa prima rivista femminile ecuadoriana? Lungi dal farsi portavoce del femminismo, anzi assimilando come propria la mentalità del patriarcalismo, Larriva de Llona riuscì tuttavia a creare uno spazio per la produzione artistica delle donne e per vere e proprie sorellanze letterarie. Scrittrici di fama internazionale, come Emilia Pardo Bazan, Dolores Sucre e Soledad Acosta de Samper, tennero a battesimo i primi numeri di El tesoro del Hogar, in un’ottica di legittimazione vicendevole: la loro collaborazione legittimava l’esistenza della rivista che, a sua volta, le consacrava come firme prestigiose. Pur restando di stampo cattolico e conservatore, questo periodico ha inoltre scoperto voci femministe e liberali, come quella della giornalista ecuadoriana Zoila Ugarte de Landivar, rendendosi protagonista di una trasgressione inconsapevole. Lastenia Larriva de Llona, del resto, ammise sempre quanto fosse più difficile per le donne svolgere un ruolo pubblico con l’attività di giornalista, una sfida intellettuale e pratica per la gestione delle mansioni più tecniche e meccaniche della vita di redazione, ma soprattutto incarnò il problema, sempre attuale per le donne, di conciliare lavoro e dimensione privata.
Giulia Sciola
Nessun commento:
Posta un commento