Quella che Baricco è riuscito a fare nel suo nuovo libro, si avvicina molto a questa concezione della lettura, secondo la quale si dovrebbero cercare infiniti rimandi.
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04 aprile 2012
Da Mr. Gwyn a Mr. Earbrass
“Queste pagine raccontano una storia verosimile che, tuttavia, non potrebbe mai accadere nella realtà. Raccontano infatti di due personaggi che si incontrano per tre volte, ma ogni volta è l’unica, e la prima, e l’ultima. Lo possono fare perché abitano un Tempo anomalo che inutilmente si cercherebbe nell’esperienza quotidiana. Lo allestiscono le narrazioni, di tanto in tanto, e questo è uno dei loro privilegi.”
Con queste parole Alessandro Baricco introduce il suo ultimo libro: Tre volte all’alba.
Articolato in tre capitoli come le altrettante storie che racconta, il romanzo intreccia narrazioni diverse tra loro ma legate indissolubilmente da un filo conduttore.
Conclusa l’ultima pagina, a cui si arriva con estrema facilità grazie ad una scrittura agile e coinvolgente, tutte le parti si ricompongono come in un puzzle realizzato e completato in un tempo inesistente.
L’autore decide di scrivere questo libro, durante la stesura del suo precedente romanzo, dal titolo Mr. Gwyn.
All’interno di questa storia, infatti, si faceva riferimento ad un piccolo libro scritto da un angloindiano, che portava proprio il titolo Tre volte all’alba, e ricopriva un ruolo tutt’altro che secondario ai fini delle vicende narrate in Mr.Gwyn.
Baricco rende reale questo libro immaginario, che pur non essendo un sequel del precedente romanzo, ne diviene una sua diramazione.
L’autore, così facendo, dimostra come dietro ai libri, alle frasi o a semplici parole che leggiamo, in realtà si nasconda un mondo tutto da scoprire,
Infiniti collegamenti legano storie ad altre storie, ma questo non avviene solo tra le pagine dei libri.
La casa editrice Adelphi ha di recente dato vita ad un nuovo blog, che pur muovendo ancora i primi passi, promette molte soddisfazioni agli amanti della lettura.
Mr.earbrass.com è un titolo ispirato all’omonimo protagonista dell’Arpa muta di Edward Gorey, in cui attraverso la vicenda di Mr Earbrass, uno scrittore alle prese col suo nuovo romanzo, Gorey gira un documentario surreale sugli imbarazzanti vizi, e le poche virtù, del mondo letterario. Illustratore tipicamente gotico, Gorey era noto per scrivere e disegnare storie che non si sapeva mai come definire, e che di volta in volta potevano sembrare storyboard di minuscoli film muti o addirittura coreografie per balletti non danzabili.
Un personaggio che può da subito dare l’idea del vero spirito del blog, che presenta con questa breve introduzione le sue finalità:
I nostri libri – come tutti gli altri – raccontano storie, che a loro volta contengono le tracce di infinite altre storie, e ne segnalano la presenza, da qualche altra parte. Quello che vogliamo fare, in questo blog, è semplicemente seguire, nel modo più libero possibile, quelle tracce. E facendolo, naturalmente, raccoglierne altre. Con la stessa serenità di Mr Earbrass quando pescava il titolo di un nuovo romanzo dal suo calepino verde, senza la minima idea di che cosa, a quel titolo, avrebbe poi corrisposto.
Quella che Baricco è riuscito a fare nel suo nuovo libro, si avvicina molto a questa concezione della lettura, secondo la quale si dovrebbero cercare infiniti rimandi.
Quella che Baricco è riuscito a fare nel suo nuovo libro, si avvicina molto a questa concezione della lettura, secondo la quale si dovrebbero cercare infiniti rimandi.
L’obbiettivo del blog è proprio quello di mostrare le innumerevoli possibilità di collegamenti, non solo tra i libri ma anche tra questi e certi film o immagini.
Un compromesso che sembra poter mettere fine alla diatriba tra eBook e formato cartaceo: grazie a questa nuova idea, non sarebbe più necessario sostituire l’uno all’altro, ma integrarli e far sì che il digitale e il mondo del web possano contribuire ad ampliare ciò che è tradizionale.
Sara Azza
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