"[...] Il cittadino non deve e non vuole accontentarsi delle interviste e delle relazioni dei periti, vuole e deve giudicare da sé, e deve averne gli elementi. Se colpa c'è, ha il diritto di indignarsi, ma desidera essere messo in condizione di scegliere in modo autonomo la qualità, la quantità e (soprattutto) l'indirizzo della sua indignazione. Diffida, o dovrebbe diffidare, della barbarica istituzione del capro espiatorio. Sa che la sentenza verrà, se verrà, a distanza, di mesi o anni, e che sarà scritta nel linguaggio astruso dei magistrati ibridato con quello altrettanto astruso dei tecnici: perciò vuole avere la possibilità di costruirsi una sua propria opinione, anche se questa non potrà avere forma né effetti giuridici. Vuole capire, il che è un suo diritto; e vuole anche dire la sua: è questa una magra soddisfazione che non gli va tolta. La dirà comunque, la sua, ma se sarà stato informato in modo chiaro c corretto, la sua opinione acquisterà il peso che le viene conferito da un minimo di competenza. Il giornale deve sforzarsi di fornirgliela, quanto più presto è possibile: eviterà così assoluzioni o condanne frettolose; indifferenza, fatalismo o cacce all'untore; tranquillità pericolose o paure ingiustificate. [...]"
Primo Levi, Il vino dei Borgia, "La Stampa", 9 agosto 1985
Andrea Rondini
Anche il cielo brucia. Primo Levi e il giornalismo
Roma, Quodlibet, 2012, 200 pp.
Descrizione
Famoso nel mondo per Se questo è uomo e per le altre opere narrative, Primo Levi lo è molto meno per la sua attività giornalistica autonomamente considerata. Il volume analizza gli interventi dello scrittore per i più importanti quotidiani, da «Repubblica» a «La Stampa», e per i periodici di larga diffusione: essi riguardano fatti di risalto internazionale, come il cronico conflitto arabo-israeliano, Cernobyl o i viaggi dello Shuttle, ed altri di portata nazionale, dal terrorismo degli anni settanta ai primi esperimenti genetici; eventi che ebbero grande impatto sull’opinione pubblica e sono in molti casi ancora oggi di stretta attualità. Gli articoli di Levi si soffermano anche su personalità ben note – da Gheddafi ad Arafat, da Gorbaciov ad Aldo Moro – e tracciano una particolare storia dell’Italia e del mondo contemporaneo, visti con l’occhio di un intellettuale-scienziato che ha cercato di affrontare con gli strumenti della ragione, ma anche con una carica polemica per certi versi controcorrente, il caos della modernità.
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