“La mostra, proveniente dalla Berio, ci evoca le mille e mille voci dal corpo di Gutenberg, uno straordinario corale cronachistico dell’Uomo Tipografico di McLuhaniana memoria che trova all’Armus il suo naturale compositoio”: così Francesco Pirella, Direttore dell’Armus, ha definito i giornali in mostra. Stampati in gran parte tra 1956 e 1960, provengono dalle foreste equatoriali africane, dal mondo arabo, dall’India, dall’Indonesia, dalla Cina, dalla Groenlandia e dai paesi allora molto lontani dell’Oltre Cortina europea come Bulgaria, Serbia, Cecoslovacchia, Polonia. Rappresentano la storica redazione del piombo operativa nell’intero pianeta. Fu Pierleone Massajoli (Torino, 1928 – Genova, 2011), antropologo ed etnolinguista tra i più importanti in Liguria, a conservare per 50 anni nei suoi cassetti questa raccolta di oltre 300 giornali, con precise etichette manoscritte che ne identificavano la lingua. È un lavoro di studio che con questa mostra abbiamo in qualche modo proseguito, ma che può essere ancora approfondito in varie direzioni: ad esempio, della storia della scrittura, dei mass-media e della stampa, dei problemi sociali delle minoranze linguistiche. Massajoli, studioso del brigasco, dialetto ligure alpino, ha diretto per 28 anni la rivista Il Nido d’Aquila, fondata nel 1983, che aveva ed ha tuttora al centro dei suoi interessi il rischio di estinzione delle minoranze linguistiche, perché “la morte di una lingua è il sintomo di una morte culturale: con la morte di una lingua scompare un modo di vivere”, ci ricordano Daniel Nettle e Suzanne Romaine.
Via del Molo 65 – 16128 Genova
* 11.30 – 18.30 dal mercoledì al venerdì
* 10.00 – 17.00 sabato e domenica
* Chiuso al lunedì e al martedì
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