Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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30 marzo 2013

Il libreria

Grazia Neri
La mia fotografia. Una vita tra scatti
Milano, Feltrinelli, 2013, 468 pp.
Descrizione
L’agenzia Grazia Neri è stata una delle più importanti agenzie fotografiche d’Italia e del mondo. Questo molti lo sanno, e sanno che in quella agenzia sono passati i più grandi nomi della fotografia. Eppure sono pochi a sapere che Grazia Neri non è una fotografa. Forse è anche per questa confusione che Grazia Neri ha deciso di raccontare in cosa consiste il suo lavoro, quanta passione e quanta esperienza ha macinato nel costruire un archivio che per più di quarant’anni ha servito con eleganza, efficacia e tempestività la stampa italiana. In questo volume, prezioso e brillante, Grazia Neri racconta come si è mossa, con autorevolezza e levità, nell’ambiente dell’arte e della cultura; racconta gli incontri eccellenti, le amicizie professionali, l’amore per la fotografia di attualità, la lettura dei ritratti, le sue passioni letterarie. Racconta, con un tocco di humour e nostalgia, l’infanzia solitaria e piena di libri, l’euforia del dopoguerra, la Milano borghese e imprenditoriale degli anni cinquanta. Come accade nelle ricognizioni narrative di chi ha molto vissuto, ci si trova, progressivamente, dettaglio per dettaglio, a navigare dentro uno scenario amplissimo che è certamente una storia finalmente sprovincializzata degli italiani, e insieme la storia dell’età dell’oro della fotografia. Il volume è accompagnato da novantacinque fotografie, alcune celeberrime, tutte significative, che Grazia Neri rilegge con la straordinaria sensibilità estetica di un sismografo sociale.
 
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28 marzo 2013

In libreria

Giovanni Tizian
La nostra guerra non è mai finita
Milano, Mondadori, 2013, 227 pp.
Descrizione
"Un corpo irriconoscibile abbandonato come un cane nelle campagne della Locride. L'interminabile, soffocante stagione dei sequestri di persona. E poi, nella nostra carne, le fiamme che divorano il mobilificio di nonno Ciccio, l'omicidio di mio padre. E nessun colpevole. Perché continuare a vivere in una terra che ripagava il nostro amore incondizionato con tanta spietata ferocia? Andarsene via, ovunque, purché lontano da Bovalino, fuori da quei confini diventati così angusti. Approdare in una città accogliente come Modena, nel tentativo di rimuovere, di dimenticare il passato, di trovare una normalità. Nascondendo a tutti, persino a me stesso, la rabbia e la sofferenza. E così ho fatto per tanto tempo, fino a quando, ormai ventenne, ho chiesto in lacrime a mia madre di guidarmi nel doloroso esercizio della memoria. Ho voluto sapere tutto di quella sera del 23 ottobre 1989, di quei colpi di lupara sparati contro la Panda rossa di mio padre. Dopo, per me è stato l'inizio di una nuova vita. Senza più vergogna, senza più sentirmi addosso gli sguardi di commiserazione della gente. Ma ricordare e raccontare sono atti troppo rivoluzionari, troppo scomodi per chi ha costruito il proprio impero sulla menzogna e sull'omertà. Intanto la 'ndrangheta aveva viaggiato più veloce di noi ed era già lì, nell'Emilia terra della Resistenza, a conquistarsi sul campo il predominio della criminalità organizzata e pronta a zittire le mie inchieste giornalistiche."
 Giovanni Tizian
 
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26 marzo 2013

Donne sindacaliste

Laura Tosetti
Susanna Camusso. Carriera e linguaggio di una donna nel sindacato
Roma, Edizioni Ediesse, 2013, 213 pp.


Il libro sarà presentato a Genova mercoledì 27 marzo 2013.




Laura Tosetti ha conseguito la laurea magistrale con lode e dignità di stampa in Informazione ed Editoria all’Università degli studi di Genova, è segretaria della FILT CGIL di Genova.
 
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25 marzo 2013

In libreria

Elisabetta Mondello
L'avventura delle riviste. Periodici e giornali letterari del Novecento
Roma, Robin edizioni, 2013, 300 pp.
Descrizione
Raccontare l’avventura delle riviste vuol dire rileggere il 900 attraverso una delle sue strutture culturali fondamentali. I periodici si sono imposti, infatti, come il luogo privilegiato di formazione del pensiero intellettuale, il territorio naturale per dibatti, proposte teoriche, esordi ma anche per conflitti politico-culturali e scontri personali. Sono stati lo specchio della loro epoca. Basta citare una testata per evocare una fase della storia d’Italia: La Voce, Lacerba, Roma futurista, La Difesa della razza. E ancora: Il Politecnico, Nuovi Argomenti, Officina, Quindici, Alfabeta… Il 900 è davvero “il secolo delle riviste”. Il volume ricostruisce la storia delle riviste letterarie fino agli anni ’90, proponendo un’analisi delle testate e del ruolo da loro assolto nella storia culturale del periodo. Si conclude proponendo una riflessione sull’oggi: qual è il ruolo delle riviste negli anni Duemila? Hanno perso la loro funzione, travolte prima dalla crisi degli anni ’80, che ha portato alla chiusura di tutte le testate “storiche”, e poi dalle nuove forme comunicazionali imposte da Internet? Pure sul web prosperano riviste, siti e pagine culturali. Forse i prodotti cartacei sono superati ed il futuro è riservato ai prodotti digitali?

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21 marzo 2013

Libri ri/trovati



Enrico Calamai
Niente asilo politico. Diplomazia, diritti umani e desaparecidos
Milano, Feltrinelli, 2006, 212 pp.

Descrizione
Nel 1972 il giovane diplomatico Enrico Calamai viene inviato dal Ministero degli affari esteri in Argentina con la carica di viceconsole. A Buenos Aires sembra di stare in Occidente, in Italia o in Spagna, e in effetti metà della popolazione è di origine spagnola e l'altra metà italiana. Sono tanti gli argentini con doppio passaporto, figli di emigrati che hanno la cittadinanza italiana. La comunità italoargentina è forte, variegata e ben integrata. Ci sono una miriade di associazioni italiane e non mancano quelle legate alla destra fascista, alla Dc, alla Cgil e al Pci. La situazione economica non è rosea, il clima politico è teso e sono molti i giovani impegnati. I militari aspettano e Isabelita Peron è sempre meno credibile. Nel 1974, poco dopo il golpe cileno, Calamai viene spedito a Santiago del Cile: l'ambasciata si è riempita di rifugiati di origine italiana (450 persone) che chiedono un asilo politico che il governo italiano non vuole concedere per non pestare i piedi all'esercito cileno e agli americani. Calamai, invece, aiuta i rifugiati: mette a punto una strategia che consente loro di scappare in Italia. Il periodo cileno è un'esperienza fondamentale per il giovane diplomatico. Nel 1976, quando i generali argentini prendono il potere, il governo italiano (siamo nel periodo non solo della guerra fredda ma anche della P2) è stato avvisato in tempo e l'ambasciata ha rafforzato i suoi dispositivi di sicurezza per impedire agli italoargentini in cerca d'asilo di entrare. La repressione argentina è più dura e subdola di quella cilena, ma Calamai riesce comunque ad aiutare molte persone, in maniera discreta, con una rete di soccorso e informazione che comprende l'inviato del "Corriere della Sera", il rappresentante della Cgil a Buenos Aires, un frate coraggioso, alcuni volontari dell'ambasciata e suo fratello, che lavora a "Rinascita". Ne salva tanti e cerca di avere notizie anche dei desaparecidos, fino a quando viene richiamato a Roma nel 1977.
Niente asilo politico è stato pubblicato per la prima volta da Editori Riuniti nel 2003.

*v. anche E. Calamai, Faremo l'America: l'impossibile normalità di un console italiano in Argentina negli anni della dittatura, Torino, Angolo Manzoni, 2003.
 
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20 marzo 2013

In libreria

Alessandro Gazoia (Jumpinshark)
Il web e l'arte della manutenzione della notizia.
Il giornalismo digitale in Italia 
Roma, minimum fax, 2013  (e-book)
Descrizione
Perché i giornali on line puntano così tanto sulle ginocchia raggrinzite delle star nella colonna di destra? Perché i blogger vengono remunerati con la sola visibilità? Cosa accade al "giornalismo professionale" quando il testimone dei fatti non aspetta più diligentemente il professionista che lo intervisti ma riprende con l'iPhone un evento eccezionale, carica su YouReporter il filmato e lo rilancia su Twitter e Facebook? L'annunciato accesso a pagamento presso i siti dei maggiori quotidiani avrà successo e cambierà in profondità il panorama informativo e i modelli di business? Il web e l’arte della manutenzione della notizia risponde con uno stile divulgativo e brillante a queste domande, in un racconto critico sul giornalismo digitale italiano che incrocia diversi saperi e discipline: dall'analisi stilistica all'analisi economica, dalla critica delle retoriche alla critica delle piattaforme informatiche. Per ribadirci che nel mondo dell'informazione post-McLuhan conoscere com'è fatto il mezzo vuol dire semplicemente conoscere cosa dice il messaggio.
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17 marzo 2013

In libreria


Giampaolo Pansa
La Repubblica di Barbapapà. Storia irriverente di un potere invisibile 
Milano, Rizzoli, 2013, 333 pp.
Descrizione
“Barbapapà è il soprannome che la redazione di ‘Repubblica’ aveva dato a Eugenio Scalfari, il fondatore e il primo direttore. Ho lavorato accanto a lui per quattordici anni, più altri diciassette all’‘Espresso’. E oggi qualche amico mi domanda sorpreso: ‘Perché hai voluto scrivere da canaglia la storia del trionfo di Barbapapà e di quanto è accaduto dopo?’. Rispondo che l’ho fatto per non sottostare alla regola plumbea che tutela i grandi giornali. Fortezze sempre ben difese, capaci di incutere un timore riverenziale che induce a cautele cortigiane e narrazioni felpate. Con un po’ di presunzione, sono convinto che nessun altro fosse pronto a costruire un racconto fondato su un’infinità di ricordi personali e con l’aiuto di un diario tenuto per decenni. Tuttavia questo non è un libro riservato ai soli addetti ai lavori. L’importanza acquisita da ‘Repubblica’ nell’ultimo trentennio fa del quotidiano guidato da Scalfari e oggi da Ezio Mauro un testimone unico dell’Italia odierna. Uno specchio autorevole, e in molti casi autoritario, che rimanda a un potere invisibile, ma concreto. Lo detiene il gruppo raccolto attorno a una testata in grado di influenzare partiti, governi, mode culturali, comportamenti di massa. Il mio racconto riporta sulla scena le stagioni che hanno reso forte ‘Repubblica’: l’epoca violenta del Settantasette, la bufera del terrorismo, l’assassinio di Moro, il caso P2, le battaglie con il Psi di Craxi e il Pci di Berlinguer, l’intesa con il leader dicì De Mita, la guerra contro Berlusconi per il possesso della Mondadori. Anni che ‘Repubblica’ ha narrato anche con errori, faziosità, imprudenze. Il lettore scoprirà il percorso compiuto per creare un impero editoriale con pochi uguali nel nostro paese. E conoscerà meglio i personaggi che hanno affiancato o contrastato Barbapapà: l’ingegner De Benedetti, il principe Caracciolo, Mauro il comandante in carica, Bettino ‘Ghino di Tacco’, Andreotti ‘Belzebù’ e tanti altri. Ho narrato le vicende di ‘Repubblica’ con l’intreccio, il ritmo e i colpi di scena di un thriller politico. Ma al tempo stesso pensando a un percorso di vita italiana assai più ampio che appartiene a tutti.” - Gianpaolo Pansa
 
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16 marzo 2013

Cliché

"I media italiani stanno riproducendo da anni lo stesso stereotipo sull’immigrazione, senza riflettere sul fatto che l’immigrazione è un fenomeno in costante e rapida evoluzione. Ma i media italiani non sono andati oltre l’antico cliché, non hanno aggiornato il loro modo di parlare di questo fenomeno, non lo hanno messo in discussione né in termini di linguaggio (che è sempre povero, riduttivo, sminuente) né in termini di contenuti. Si parla di immigrazione quasi esclusivamente in relazione ai fatti di cronaca nera, giudiziaria e di sbarchi.”
Laura Boldrini, da oggi Presidente della Camera dei Deputati del Parlamento italiano
 
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13 marzo 2013

Dalla fine del mondo

13 marzo 2013
Jorge Mario Bergoglio diventa Francesco I, é argentino ma nel cognome è incisa tutta la storia dei milioni di italiani emigrati in ogni parte del mondo. Ora  dalla "fine del mondo" arriva a Roma e trova una piazza e l'Italia intera popolata di immigrati, giunti da ogni continente per vivere e costruire futuro qui.

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12 marzo 2013

In libreria

Mariaeugenia Parito
Comunicare l'Unione Europea. La costruzione della visibilità sociale di un progetto di divenire
Milano, Franco Angeli, 2012, 208 pp.
Descrizione
L'integrazione europea ha aperto un nuovo spazio economico e regolativo, quotidianamente vissuto dalle persone ma poco conosciuto e ancor meno compreso. Mentre il processo d'istituzionalizzazione - nonostante le innumerevoli difficoltà, contraddizioni, resistenze - appare avviato, è più problematica la costruzione di una società europea, poiché rimangono aperte le questioni della possibilità di formazione di un'identità europea e della condivisione di un sentimento di appartenenza che permetta di accettare decisioni prese a livello sovranazionale, difficili sul piano nazionale. Stenta a diffondersi un'idea di Europa fatta di valori, simboli, significati riconosciuti, una narrazione che contribuisca a costruire il senso dell'esperienza multilivello e altamente interconnessa vissuta dalle persone. Il volume parte dall'assunto che, nell'età globale, il progetto sovranazionale non possa essere messo in discussione ma che, per la sua realizzazione, sia necessario andare oltre gli accordi inter-istituzionali e affrontare i nodi del coinvolgimento dei cittadini, del deficit democratico, della formazione di una sfera pubblica che superi i confini degli Stati. In questa cornice vengono analizzate le politiche, le strategie e le attività d'informazione e comunicazione avviate dalle istituzioni europee, verificando, in particolare, l'efficacia della cosiddetta "svolta" avviata dal 2005 e le problematiche connesse alla costruzione mediale delle tematiche europee, con riferimento ai processi negoziali tra organizzazioni giornalistiche, fonti, pubblici e alle conseguenze della commercializzazione. L'obiettivo è verificare se la comunicazione autoprodotta ed eteroprodotta risponda a queste esigenze da lungo tempo avvertite ma faticosamente perseguite.

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06 marzo 2013

In libreria

 

Franco Monteverde
Stampa & Reclame. Giornali e periodici italiani nelle cartoline e manifesti pubblicitari dalla fine dell'800 agli anni Cinquanta
Trieste, Luglio Editore, 2013, 324 pp.
Descrizione
Uno lo compra, fresco e croccante all’edicola. La sua vita è breve, lo spazio di un giorno. Passando di mano in mano, invecchia rapidamente. Finisce, resta a brandelli, appallottolato, abbandonato sugli spalti dello stadio, sulla panchina dei giardini o della stazione. Scandisce gli avvenimenti, lieti o tristi, lusinga o invita, sostiene o attacca. È un giornale. Si presenta come corriere o messaggero. Quando nasce si intitola al giorno o alla notte, al sole o alla luna, al mattino o alla sera, alle ore o al tempo. A volte il suo nome è uno slogan, Unità, Avanti, Libertà, Rinascita. Spesso vuole essere la voce del popolo o di una città. Se poi fa satira su genti e costumi prende il nome di Rugantino, Bertoldo, Asino, Mulo, Fieramosca, Guerrino Meschino. È sempre un giornale. Che vita ha? Un giornale non chiede gloria eterna, quando ha detto quello che doveva, è segno che un altro giorno è passato. La sua memoria ci viene oggi tramandata dalla raccolta dei periodici nelle emeroteche che, dai manifesti e dalle cartoline che questo volume riporta alla ribalta.
 
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