Nelle scorse settimane i media ci hanno mostrato le tragiche immagini
dell’eroica resistenza del popolo di “Maidan”, la guerriglia per le strade di
Kiev e quindi la vittoria della piazza coronata dalla liberazione della
Tymoshenko e dalla formazione di un nuovo esecutivo ad interim.
Mentre a Kiev e nell’Ucraina occidentale si festeggiava e venivano
glorificati gli eroi di Piazza Indipendenza, nelle regioni orientali gli stessi
erano visti da molte persone come potenziali neo-nazisti e la loro vittoria
come una colpo di stato sostenuto dall’occidente.
La cancellazione di alcune leggi volute da Yanukovych che
consentivano a ciascuna regione di adottare una lingua diversa da quella
ufficiale (nel caso specifico il russo) oltre ai timori della popolazione
relativi all’affermarsi di forze estremiste anti – russe, ha fatto aumentare la
tensione e dato pretesto alla Russia di erigersi a difesa dei russi (e
russofoni) presenti in gran numero nell’Ucraina orientale e soprattutto nella
Repubblica autonoma di Crimea.
Tutto questo ha portato alla situazione attuale che vede da una parte la
Crimea occupata da forze russe sostenute da ampi strati di popolazione e
dall’altra l’affermarsi di movimenti secessionisti filo- russi in regioni
orientali quali ad esempio il Donbass.
Gli accadimenti degli ultimi mesi possono essere meglio compresi
analizzando la struttura etnico – linguistica del Paese che, dalla sua
indipendenza, ne ha condizionato le scelte politiche e in particolare la sua
“non collocazione” tra l’UE e Mosca.
Per anni la strategia “vincente” (obbligata) è stata proprio quella di non
decidere ovvero di mantenere accesa la
speranza europea senza pregiudicare i rapporti con la Federazione Russa.
I dati fanno riferimento all’ultimo censimento ufficiale avvenuto nel 2001.
Il nuovo censimento dovrebbe aver luogo nel 2016.
Persone di nazionalità russa
In Crimea i russi in Crimea sono la maggioranza, quasi il 60% della
popolazione residente nel 2001. Questi dati uniti alla posizione strategica
della penisola (sede della flotta russa sul Mar Nero), spiegano abbastanza bene
il perché dell’invasione e il supporto che i militari hanno ricevuto dalla
popolazione locale. I russi sono presenti in buon numero anche nel Donbass (la
regione di Donetsk), nella regione di Lugansk al confine con la Russia e in
generale, anche se in numero inferiore, nelle restanti regioni sud-orientali.
Ucraini russofoni
I dati sui cittadini ucraini (non russi) madrelingua russa integrano quanto
già detto: il sud –est e la Crimea si attestano come aree essenzialmente
russofone.
La lingua ufficiale resta l’ucraino ma le conversazioni informali (e non
solo) avvengono in lingua russa.
Andamento elettorale
Comparazione del voto tra:
·
3 regioni occidentali: Lviv, Ivano-Frankivsk e
Ternopil
·
3 “regioni” sud-orientali: Crimea, Donbass e Luhansk
Confrontando i risultati delle ultime due elezioni presidenziali che hanno
visto Yanukovych contendere la presidenza dapprima a Yushenko nel 2004 e poi
nel 2010 alla Tymoshenko.
Nel 2004 vinse Yushenko (Rivoluzione arancione).
Nel 2010 si affermò Yanukovych (la Tymoshenko pochi mesi dopo fu
incriminata per la questione relativa ai contratti sulle forniture di gas).
Lviv, Ternopil e Ivano-Frankivsk
Anni
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Ternopil
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Lviv
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Ivano-Frankivsk
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2004
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Yushenko
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2010
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Tymoshenko
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88.39%
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Fonte:
Elaborazioni personali dati ЦВК
Donetsk, Luhansk e Repubblica Autonoma di Crimea
Anni
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voto
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Donetsk
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Luhansk
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2004
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Yanukovych
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93.54%
|
91.24%
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2010
|
Yanukovych
|
90.44%
|
88.96%
|
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Fonte:
Elaborazioni personali dati ЦВК
Le differenze culturali, storiche e linguistiche che caratterizzano l’Ucraina hanno trovato regolare manifestazione nelle varie tornate elettorali.
I risultati, della cui genuinità non si può essere certi (possibili brogli), mostrano come negli ultimi anni, ma anche in passato, il presidente eletto non sia quasi mai stato il “presidente di tutti” ma il presidente voluto solo da una parte del paese.
Il futuro dell’Ucraina tra Russia ed Europa
In una situazione come quella sopra descritta è assai difficile per un governo, sia esso filo russo o europeista, fare delle scelte di politica estera accettate dall’intera nazione.
Gli ucraini, sono divisi sul futuro del paese. Ad est si tende a preferire una più stretta collaborazione con la Federazione Russa, magari aderendo all’Unione doganale, mentre ad ovest il desiderio europeista rimane molto forte.
Il paese tutto dipende a livello politico ed economico da Mosca. La Russia controlla l’economia ucraina con la leva del gas e può, come accaduto in questi giorni, usare la popolazione russa o russofona per giustificare un suo intervento all’interno del paese qualora il governo di Kiev prenda decisioni a lei non gradite.
Il futuro dell’Ucraina dipenderà molto dall’abilità della sua classe governante di trovare un accordo sostenibile con Mosca. Uno strappo totale con il grande fratello russo, anche con un forte sostegno economico da parte dell’UE, rischia di mettere in forte discussione la stessa integrità territoriale del paese.
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