sgretolamento
[sgre-to-la-mén-to] s.m.
1 Riduzione in frammenti di un materiale o di un
oggetto SIN frantumazione, sbriciolamento
2 fig. Demolizione di una tesi, di un argomento e sim.
Una combinazione di questi significati è ciò che Antonio
Ferrari fa emergere dalle voci senza
filtro che ha ascoltato nella sua carriera, raccogliendo con l’inseparabile
registratore le più salienti interviste ai leader politici degli anni ’80, nel
contesto dei territori dell’Est europeo e Medio Oriente. Sono gli anni della
guerra fredda in cui il preludio della fine è vicino, il Muro di Berlino
comincia a sgretolarsi e iniziano a intravedersi crepe e spiragli di luce prima
del crollo definitivo.
Ferrari, inviato speciale del "Corriere della Sera" dal 1973,
propone al lettore una carrellata di 28 interviste che hanno segnato
profondamente il suo lavoro di giornalista come ricercatore di verità; un
aspetto che diverse volte, lungo la narrazione, non teme di sottolineare accennando genericamente a
comportamenti non troppo felici di colleghi “schierati”.
Le voci senza filtro sono le risposte alle
domande, a volte spinose, che Ferrari rivolge ai potenti di questo panorama
politico, ottenute talvolta anche per eventi fortuiti, come l’incontro con
Helmut Schmidt, o di ripiego, come nel caso dell’intervista al regista
cecoslovacco Juro Jakubisko.
Ciò che si
sgretola è la facciata di questi uomini e dalle crepe emergono spiragli di
umanità celati sotto la corazza che questi protagonisti della politica
internazionale si sono dovuti creare per il loro ruolo, forse per difesa, ma
che Ferrari è abilissimo a descrivere cogliendo le sfumature di ogni
personalità durante i suoi incontri, stupendosi per l’abitudine dell’ex primo
ministro e presidente turco Turgut Özal di leggere i fumetti di Tex Willer per
alleviare la tensione.
Nonostante
l’importanza dei suoi interlocutori, il protagonista è lui, Ferrari, l’inviato
speciale chiamato dal direttore del “Corriere” Cavallari a partire
immediatamente per Sofia, perché “di lui si fida ciecamente, è sveglio e ha
grinta”. Ѐ guidato dall’amore per il
suo lavoro e da un’irrefrenabile curiosità che lo porta a spostarsi
continuamente dai paesi dell’Est europeo a quelli del Medio Oriente, rendendo
partecipi noi lettori della sua attività di corrispondente di guerra, del suo modus operandi, delle sue emozioni e di
quelle dei colleghi italiani con cui ha condiviso le trasferte, l’elogio
all’amico e collega turco Ugur Mumcu con cui ha sofferto le gioie dei successi
e i dolori degli insuccessi, messo a tacere per sempre a causa della scomodità
delle sue inchieste.
Ferrari
scrive: "Il problema non è la paura. Il problema è
quello di non cadere in qualche trappola. Di non avere tutti gli strumenti per
prevenirla e soprattutto per evitarla." Ecco
che il corrispondente di guerra convive con una quotidiana censura che non
dovrebbe più esistere, o almeno così viene fatto intendere, ma che non proprio
sottilmente compare interrompendo le telefonate che il giornalista fa da
Gerusalemme in Italia per trasmettere ai dimafonisti il pezzo pronto per essere
pubblicato; l’inviato sopravvive ai controlli cui vengono sottoposti gli
articoli prima di essere trasmessi alla redazione in Italia e ascolta, seppur
controvoglia, il consiglio dell’ambasciata irachena a non partire per Bagdad,
dopo l’intervista con il vice presidente dell’Iraq Taha Yassin Ramadan.
Le
esperienze vissute da chi è sul campo in prima linea appassionano il lettore,
permettendogli di comprendere nella comodità della propria casa, ciò che sta
dietro la mera intervista e il semplice
scambio di battute, spesso già concordate; lo scopo di chi domanda è quello di
voler giungere al cuore della notizia, “non la spicciola verità che tutti
sarebbero obbligati a credere”, con l’intento di sgretolare e far comparire
quella verità recondita che sta dietro a ciò che ci vogliono far intendere.
Giulia Mazzucchelli
Antonio Ferrari
Sgretolamento. Voci senza filtro
Milano, Jaka Book, 2013
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