L’analisi di Paolo Carelli in Confini mobili parte da una constatazione: la globalizzazione e la digitalizzazione fanno ormai parte del quotidiano. Questi due fenomeni hanno dato vita a un processo inarrestabile di cambiamento che investe la società nella sua interezza, a partire dall’ambito economico e politico fino a quello relazionale e culturale. E si pone un obiettivo: analizzare e ridefinire il ruolo dei media in questo nuovo assetto sociale.
La globalizzazione riguarda in particolare il flusso delle persone, delle merci e del denaro, delle idee e delle ideologie, delle immagini, che, se è vero che in qualche misura è sempre esistito, oggi può essere considerato nuovo per diffusione, portata e intensità. La digitalizzazione fa riferimento invece al passaggio dal formato analogico a quello digitale per la trasmissione delle informazioni, che ha dato un forte impulso ai meccanismi di produzione e di consumo dei media.
L’autore analizza a fondo questi due complessi fenomeni attingendo a diversi studi di carattere sociologico, antropologico, culturale, politico, economico che si sono svolti nell’ultimo decennio, arrivando a tracciarne un quadro straordinariamente completo, anche se per sua stessa natura ancora in divenire e soffermandosi in particolare su alcuni degli effetti principali di questa trasformazione in atto. L’allentamento delle relazioni di prossimità. La circolazione di immaginari su scala globale. La messa in discussione dello stato-nazione con le sue funzioni, i suoi confini, i suoi legami con la politica, l’economia, la cultura e la comunicazione. I fenomeni migratori di massa. Le nuove strutture politiche e finanziarie sovranazionali.
I nuovi mezzi di comunicazione consentono una riorganizzazione spaziale dei rapporti sociali. In questo nuovo contesto qual è il ruolo dei media? La struttura mediatica nazionale è ancora valida ed efficace? È possibile parlare di sistemi mediatici transnazionali o sovranazionali, così come evidenziare percorsi inversi di localizzazione e regionalizzazione dei media?
Sono queste le questioni principali a cui si cerca di dare una risposta nel libro, che, oltre ad un’analisi dello stato attuale dei media si propone di trovare nuovi criteri per poter analizzarne al meglio la struttura e le funzioni.
Nella seconda parte del libro l’autore ripercorre storicamente, a partire dalla costruzione dello stato moderno fino ad oggi, l’intreccio tra i mezzi di comunicazione di massa e i confini nazionali sociali e culturali in cui si sono sviluppati.
La ricerca si concretizza e diviene completa nella parte più interessante del libro, quella conclusiva, caratterizzata dalla comparazione tra due stati europei, che rende manifesta l’utilità e la forte componente innovativa della tipologia di analisi adottata dall’autore.
Il confronto è tra l’Italia e la Spagna, scelte perché simili secondo il metodo comparativo. Il confronto parte necessariamente dalla componente storica e prende in esame il grado di internazionalizzazione della proprietà dei media, lo sviluppo delle nuove tecnologie, l’impianto legislativo e normativo e l’unificazione linguistica, fornendo un quadro chiaro ed efficace della struttura mediatica dei due Paesi.
Silvia Cassola
Paolo Carelli
Confini mobili. I sistemi mediatici nazionali
tra globalizzazione e digitalizzazione
Bologna, I libri di Emil, 2013.
____
Nessun commento:
Posta un commento