Fausto
Pellegrini è un giornalista della RAI,
per molti versi è un idealista ,un visionario leggermente rivoluzionario,
con il suo “libretto”, La bisaccia del giornalista, propone una visione del
giornalista romantica, legata al giornalismo della vecchia scuola. Per l’autore l’aspetto etico morale è inscindibile, in questo libro è preponderante la rivendicazione del
giornalista al servizio della comunità, del giornalista al servizio dei cittadini, del giornalista al servizio
del popolo, del giornalista al servizio
di coloro che non possono difendersi, del giornalista al servizio dei più deboli.
L’autore è un vero fautore dell’articolo 21 della Costituzione repubblicana, la libera
manifestazione del pensiero. Tutti ricordano i tragici fatti del G8 di Genova,
probabilmente ai più il nome di Fausto pellegrino non dirà niente, questo
giornalista, con RAI News, ha partecipato alla divulgazione degli eventi di
quel caldo luglio 2001, mentre il “potere del palazzo” forniva la “sua”
versione dei fatti, contemporaneamente RAI News smentiva, sbugiardava senza
tema di smentita, la “storia ufficiale degli avvenimenti”. Fotografie e video,
provenienti da molti giornalisti professionisti e da molti “citizen
journalist”, hanno contribuito a riscrivere la storia, una storia fatta di
immagini emblematiche, crude e violente, immagini che hanno mostrato l’aspetto
più becero dell’animalità degli esseri umani. Immagini di persone, uomini e
donne, ragazzi e ragazze, bambini
minorenni, inermi e isolati, picchiati
selvaggiamente da quattro, cinque, sei
“individui”, con la “divisa” e/o in
“borghese”, con il manganello, con gli “anfibi”, “individui” che dovevano
proteggere i cittadini, “individui” che hanno infangato la divisa. Grazie a
tutti quei contributi à stato possibile ricostruire i fatti nella loro
drammatica essenziale brutalità, dall’omicidio di Carlo Giuliani alla
“macelleria messicana”, degna del peggiore governo dittatoriale cileno, della
scuola Diaz.
Sicuramente non è un testo semplice, però è un libro che permette di squarciare il velo di alcuni fatti avvenuti nel corso di questi
ultimi trent’anni; sono presenti molti riferimenti alla famosa loggia massonica
Propaganda 2 del “venerabile” Licio Gelli, con alcuni retroscena della “Agenda”
del “Maestro” muratore. Leggendo il libro traspare sicuramente l’aspetto
“complottistico” dell’autore, anche se corroborato da informazioni reali e
verificabili. Per esemplificare l’autore ricorda che molti degli avvenimenti
italiani degli ultimi vent’anni, sembrano seguire quanto scritto nell’agenda di
Licio Gelli, inclusa la flessibilità lavorativa, inquadrata da Pellegrini come
eufemismo della meno attrattiva precarietà lavorativa, del lavoro in generale e
del lavoro giornalistico in particolare, è un libro che denuncia, è un vero e
proprio “J’ACCUSE” verso un sistema che sta smembrando i diritti dei cittadini,
un sistema che sta svendendo i diritti dei giornalisti, troppo spesso malpagati, spesso pagati “in nero”, talvolta
“suicidi a 41 anni per non riuscire più
a vivere con 6 miseri euro al pezzo, quando pubblicato”.
È un libro forte, controcorrente, è un libro scritto da un “Giornalista” per i
futuri “Giornalisti”, è un libro che apre la visuale su di un mondo che, ai non
addetti ai lavori, è oscuro e indecifrabile. Non è solo un libro, è un supporto
e, contemporaneamente, un monito ai giornalisti di domani, è un manuale di
pronto utilizzo, è una cassetta degli attrezzi utile per sopravvivere nella
“jungla”, pericolosa e disseminata di ostacoli, di chi vuol fare il Giornalista
impegnato, per il Giornalista che vuole dare voce ai più deboli, per il
Giornalista che preferisce una lenta e dissestata strada di campagna alla
veloce autostrada, è un manuale pratico per il Giornalista che preferisce
“godersi” il viaggio, il tragitto dal punto di partenza al punto di arrivo, con
il ghiaccio e con la neve invernali, con la pioggia primaverile e autunnale,
con il caldo sole estivo: insomma, per dirla brevemente, è un libro per chi
vuole fare la differenza, per chi sceglie di fare davvero il “Giornalista”.
Jon Harald Bjornsen
Fausto Pellegrini
La bisaccia del giornalista
Viareggio,
editore Dissensi, 2012, 150 pp.
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