Il viaggio di Tiziano Terzani inizia nell’agosto del 1991 quando gli viene proposto di partecipare ad una spedizione lungo l’Amur, il lungo fiume che dalla Siberia segna il confine tra l’Unione Sovietica e la Cina; il viaggio sarebbe dovuto durare due settimane ma così non fu. Insieme ad altri giornalisti sovietici e cinesi parte, a bordo della nave ‘Propagandist’, per il suo viaggio sull’Amur; quella che stavano per attraversare era una regione dominata dalle installazioni militari, dove era proibito addirittura scattare fotografie. Soprattutto se eri uno ’straniero’.
La spedizione parte da Gialinda, uno dei villaggi della regione; o meglio, un campo di lavoro, una prigione, dove Pechino mandava tutti gli oppositori del regime. Gli insediamenti umani risultavano totalmente assenti e l’umanità presente consisteva in guardie e prigionieri e le costruzioni più diffuse erano le torri di osservazione per spiare l’altra parte del fiume.
Ciò che avvenne alle ore 13 e 42 di lunedì 19 Agosto segnò per sempre il viaggio di Terzani: arriva la notizia da Mosca che Gorbacev, per ragioni di salute, non poteva più svolgere le sue funzioni di presidente. Il governo, passa adesso nelle mani del Comitato Esecutivo guidato dai dirigenti golpisti che dichiarano lo stato di emergenza per sei mesi, la legge marziale in alcune regioni del paese e la censura della stampa. Il golpe fu la risposta totalitaria di un sistema repressivo alla sempre maggiore domanda di democraticità. Mentre a Mosca cambiava la storia, nella valle dell’Amur tutto rimaneva immutato, come se nulla fosse accaduto. Intanto Gorbacev da le dimissioni da segretario generale dal PCSU, scioglie il Comitato Centrale nazionalizzando la proprietà del partito e proibendo ogni sua attività. Il Partito Comunista veniva eliminato e con esso tramontava anche il comunismo. Ciò che lasciava la fine del comunismo era l’anarchia, con i soldati che spadroneggiavano nelle città e lo sviluppo della prostituzione; si diffondono così le iniziative di gruppi locali spregiudicati che garantiscono alla popolazione beni e servizi altrimenti inaccessibili, accumulando cosi grandi fortune in denaro. I vecchi segretari del partito, invece, rimangono disoccupati, così come gli ex ufficiali dell’Armata Rossa, gli ingegneri e i funzionari; i privilegi, che avevano durante il regime comunista, non contano più nulla e anzi, vengono addirittura ridicolizzati. Il viaggio di Terzani sull’Amur si interrompe a causa della sua decisione di andare a Mosca per vedere cosa stesse succedendo, soprattutto dopo il Colpo di Stato; il suo viaggio continua cosi attraverso le Repubbliche sovietiche che tentavano di ottenere l’indipendenza. In Kazakhstan come altrove la gente aveva una specie di rigetto per il mondo politico, visto come un qualcosa di negativo, di antiquato, di corrotto mentre tutto ciò che non fosse politica, era considerato buono e moderno.
Purtroppo la situazione in cui si trova il paese adesso è tragica: manca la benzina, il burro, lo zucchero e persino il riso. Il viaggio di Terzani si conclude a Mosca, dove giunge il 2 ottobre del 1991. La grande bandiera simbolo dell’Unione Sovietica sventola ancora dal Cremlino e la Piazza Rossa è completamente deserta; il Mausoleo di Lenin è ancora intatto, così come la grande statua vicino al palazzo del KGB. Col tempo il Padre della Rivoluzione, nemico di ogni religione da lui considerata come l’oppio dei popoli, ironia della sorte, era divenuto un’icona, un dio. La Rivoluzione da lui proclamata era pulita, quasi santa, ma fu oscurata e sporcata di sangue dai suoi successori. Il comunismo degli orrori era stato abbattuto così come il Lenin in bronzo posto sulla Piazza, con il braccio alzato, che continuava ad indicare un Radioso Avvenire che oggi sembra irrealizzabile.
“Le rivoluzioni costano carissime, richiedono immensi sacrifici e perlopiù finiscono in spaventose delusioni.”
Un libro da assaporare, una storia da vivere, un reportage da ricordare e da cui imparare
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