Diplomazia di celluloide?
Hollywood dalla Seconda guerra mondiale alla Guerra fredda
Milano, Franco Angeli, 2014, 192 pp.
Descrizione
Se a Washington l'esistenza di una "questione cinematografica" giunse infatti a un definitivo riconoscimento con la "guerra totale", la definizione di una "politica cinematografica" avrà luogo soltanto nel contesto segnato dalla "cortina di ferro", nel quale il caso della Germania, cuore della competizione bipolare, rappresentò un precedente per quanto riguarda l'impiego dei lungometraggi commerciali nel progetto (inizialmente legato al Piano Marshall) denominato Informational Media Guaranty Program. La ricostruzione storica dello sviluppo della tematica ha prodotto una narrazione, semplice ma allo stesso tempo rigorosa, di come il governo americano ha affrontato, con alterne fortune, il complesso problema dell'impatto di Hollywood sull'immaginario collettivo internazionale senza ledere il principio della libertà d'espressione nonché quello - considerato altrettanto sacro - della libera concorrenza.
Introduzione
Cinema americano e "guerra totale": un'arma a doppio taglio
(Intrattenimento responsabile; Hollywood, 1945: missione incompiuta)
Hollywood/Washington nel dopoguerra: una strana joint venture
(La battaglia contro il protezionismo europeo dello schermo sullo sfondo del confronto bipolare; a ridosso della "cortina di ferro": promuovere per escludere)
La politica cinematografica americana alla prova della Guerra fredda
(Il difficile compromesso tra ragion di stato e logica del profitto; Limitazione del danno: una strategia globale?)
Conclusioni / Archivi / Bibliografia / Indice dei film / Indice dei nomi.
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