Un affresco di grandi città e grandi teatri che hanno fatto da sfondo all’attività dei fotogiornalisti: è questo “Lo scatto umano, viaggio nel fotogiornalismo da
Budapest a New York, un viaggio a due voci in cui Emanuele Giordana
e Mario Dondero hanno illustrato la genesi e alcuni sviluppi di un’attività
così essenziale per l’informazione.
Nello scrivere questo libro Emanuele Giordana ha cercato di creare raccordi tra un racconto e l’altro di Mario Dondero e di mettere ordine alle conversazioni avute con lo
straordinario fotografo di origini genovesi sperando di alimentare l’interesse
per un mestiere in crisi. Il risultato non è, come si può pensare in un primo
momento, un manuale per diventare un buon fotogiornalista, né l’illustrazione
di tecniche particolari o il racconto dell’esperienza dei grandi nomi del
fotogiornalismo, che pur sono descritti con grande enfasi. È, piuttosto, un
racconto di emozioni, ricordi e personaggi, alcuni anche ignoti al grande
pubblico, che hanno passato la vita con una macchina fotografica al collo o
nella camera oscura.
Il volume, corredato nella parte finale, a cura di Malvina
Giordana, dalla biografia di dieci fotoreporter che hanno fatto la storia della
fotografia, presenta anche una serie di scatti che portano il lettore a
comprendere il contesto storico e sociale in cui i fotografi hanno lavorato. Il
libro è stato preceduto da un ciclo di trasmissioni condotto dagli autori di
Radio3, per cui Giordana lavora, dal titolo “Fotoreporter”.
“I primi fotoreporter e i primi creatori di agenzie avevano in comune tre cose: erano ungheresi, erano ebrei, erano di sinistra”. Il viaggio attraverso i meandri del fotogiornalismo non può, dunque, che iniziare da Budapest, punto di partenza di grandi
fotoreporter come Robert Capa, ma anche di mediatori per eccellenza tra il
mondo dei fotografi e il pianeta dell’editoria: i creatori delle prime agenzie
di distribuzione di immagini. Il percorso continua poi attraverso grandi centri
europei, come Parigi, Madrid, Londra, Praga, Mosca. Immancabile, ovviamente,
New York, dove già intorno agli anni Venti del Novecento i fotografi potevano
pubblicare ciò che in Europa sarebbe stato censurato.
L’autore non dedica alcun capitolo a un vero e proprio fotogiornalismo italiano, ma a sprazzi racconta di
un mestiere che ha faticato ad affermarsi. Dondero parla di un interesse per la
fotografia nato con l’esperienza di “Omnibus” di Leo Longanesi, ma che si è
subito affievolito a causa dell’irruzione della televisione nelle case degli
italiani. Racconta di un’idea servile della fotografia in Italia, nata
principalmente con scopi propagandistici e che in fin dei conti ha avuto pochi
spazi dedicati.
Mario Dondero ed Emanuele
Giordana conducono il lettore anche in un viaggio profondo su ciò che è il
mestiere del fotogiornalista. Un mestiere che propone al fotoreporter tre
opzioni: raccontare la verità, mentire su ciò che si vede raccontando una
contro verità oppure raccontare in modo così attenuato che non c’è più ombra di
denuncia. È un mestiere che prescinde dalla conoscenza tecnica, per il quale
l’unica scuola è la sperimentazione. “Sono la passione, l’impegno civile e la
curiosità che restano il grande motore. Diversamente, il fotogiornalismo è soltanto
una sequenza di scatti senz’anima”.
Mario Dondero non
nasconde, infine, una certa paura per il futuro del fotogiornalismo e, in
generale, della fotografia. Secondo lui la fotografia è diventata la sorella
povera della televisione, prima, e della tecnologia digitale, poi. Il
fotogiornalismo inteso nell’accezione tradizionale del termine è messo in crisi
dall’istantanea di un improvvisato reporter col telefonino, che batte tutti in
velocità. Dopo il massiccio trasferimento dei dati iniziato nel 1998, oggi gli
archivi sono tutti digitali. In pericolo ci sono quindi quei milioni di metri
di pellicola, quelle centinaia di migliaia di scatti che rischiano di
scomparire perché il loro proprietario non c’è più.
La speranza di ogni
lettore è che le fotografie di Mario Dondero non vengano dimenticate o perse
negli anfratti di qualche archivio. Dopo la sua scomparsa nel dicembre 2015, l’humanitas
di Dondero continuerà a vivere e pulsare attraverso i suoi scatti, che
raccontano la sua straordinaria onestà e un’apertura senza pregiudizi verso il
mondo.
Maila Falzone
Mario Dondero - Emanuele Giordana
Lo scatto umano, viaggio nel fotogiornalismo da Budapest a New York
Roma-Bari, Editori Laterza, 2014, 139 pp.
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