Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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27 agosto 2016

Giornaliste di guerra


Appassionata di comunicazione per nascita, giornalista per vocazione, social media expert per passione. Così si autodefinisce l’autrice di questa interessante opera, Luisa Casanova Stua, che in questo saggio si propone di discutere della disparità dei generi nel contesto giornalistico, attraverso una breve ma intensa storia della professione, che è altresì un parallelo tra il giornalismo americano e quello nostrano, per poi approdare al giornalismo di guerra e alle sue paladine.


 

Per comprendere il giornalismo come lo conosciamo oggi e le discriminazioni di genere che ci sono, non ci sono, ci sono state, ci saranno, è molto importante comprendere come la professione si sia sviluppata ed evoluta nel tempo: dalle prime gazzette al web 2.0. L’autrice di questo libro, ciò, lo ha compreso a pieno.
Luisa Casanova Stua è riuscita a ripercorrere la storia del giornalismo in maniera chiara e concisa, semplice ed efficace, ma soprattutto spiegando in modo esauriente le differenze che sono sempre esistite, e permangono tutt’oggi, tra il giornalismo americano, improntato alla notizia e all’oggettività, e il giornalismo italiano, dalla vocazione letteraria.
Il giornalismo americano ha una storia che parte nel 1690 da Boston, ed ha un intento pratico con valori di indipendenza ed imparzialità. La regola aurea delle 5W (Who?, What?, Where?, When?, Why?) è nata insieme al telegrafo di Samuel Morse. Per quanto riguarda il nostro paese, lo stile italiano è improntato alla letteratura e vagamente romanzato, la sopravvivenza degli stampati dipende dall’appoggio politico. Il rapporto tra politica e giornalismo è sempre stato, in entrambi i paesi ma soprattutto negli USA, altalenante: basti pensare alle conseguenze dello scandalo Watergate.
Per i nativi digitali sarà sicuramente molto interessante il capitolo riguardante il web 2.0 e i risvolti che sta dando alla professione giornalistica. Ormai, anche e soprattutto attraverso i social, chi prima era spettatore della notizia, diventa egli stesso un autore con un solo click. Il problema che si prospetta è l’impossibilità di verificare le fonti di questi neoreporter muniti di computer.
Punto saliente del libro è quello che riguarda il giornalismo di guerra e il ruolo che molte donne hanno avuto nel far sapere al mondo intero cosa stava accadendo in scenari apocalittici, il quale si interseca inevitabilmente con la questione, sempre attuale, della discriminazione di genere all’interno delle redazioni.
I primi periodici femminili risalgono al Settecento, quindi sono sorti contemporaneamente ai giornali maschili. Già alla fine dell’Ottocento possiamo trovare donne nelle redazioni e, alcune, anche alla direzione, come Matilde Serao che nel 1892 fondò Il Mattino di Napoli con E. Scarfoglio. Dopo un lungo periodo di discriminazione e separazione dei ruoli, oggi l’accesso alla professione è paritario, nonostante sia raro vedere donne al comando. Alcuni sondaggi hanno rilevato che il pubblico preferisce le conduttrici ai conduttori dei telegiornali, quasi sicuramente per una questione estetica.
Personalità come M. Higgins, C. Amanpour, O. Fallaci, L. Grüber, sono passate alla storia per il coraggio e la determinazione che hanno avuto nello sfidare i pregiudizi e i poteri forti per far conoscere al mondo intero cosa stava accadendo sui fronti e per far si che il pubblico potesse sviluppare un’opinione autonoma e informata. Molte sono state accusate di aver ricevuto le notizie in cambio di favori sessuali e altrettante sono state cacciate più volte dai campi di battaglia con la scusa che fossero troppo pericolosi. Loro, però, non si sono mai date per vinte e hanno sempre lottato contro tutto e tutti per poter svolgere il proprio mestiere.
Questo scritto, oltre ad essere assolutamente interessante, offre un quadro conciso ed esauriente su un argomento mai scontato e riguardo al quale non si finisce mai di imparare. Luisa Casanova Stua tocca temi importanti ed attuali con oggettività e chiarezza, fornendo altresì un importante spunto di riflessione per chi è interessato al mondo del giornalismo.
Alice Vittoria Mucci


Luisa Casanova Stua
Giornalismo di genere e conflitti armati
Prospettiva editrice, Civitavecchia, 2014, 114 pp.
 


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