I
giornali cartacei sono la memoria storica del nostro paese, sono un valore che
nel tempo va scomparendo, con l’avvento del web (
computer, tablet, telefonini).
Ci
sono stati giornali che hanno rappresentato tanto per il nostro paese come
“Milano Sera” che pur essendo un piccolo giornale, con poche risorse
finanziarie ha lasciato una traccia nella storia dell’Italia, durato non più di 10 anni si è trovato in un
periodo molto particolare dell’Italia pieno di avvenimenti.
A
Milano nel 1945 con la caduta del fascismo i giornali d’ideologia di destra
vennero tutti eliminati , tra questi c’era il Corriere della Sera che per un
certo periodo rischiò di scomparire.
Gli
unici giornali che avevano il permesso di uscire erano quelli di ideologia
comunista: Il Sole, l’Italia, l‘Unità, l’Avanti, il Risorgimento Liberale,
Il Popolo, Italia Libera. Tra i settimanali si riuscì a salvare il Corriere
della Sera ma cambiando il nome alla testata fu chiamato “La Domenica”
Gaetano
Afeltra era un giornalista che lavorava per il Corriere della Sera ma non era
iscritto al partito fascista, egli fu un assiduo sostenitore del giornale cercò i tutti i modi di salvarlo,
incontrò vari giornalisti antifascisti tra cui Parri, Vagliani. Insieme
pensarono che bisognava rinnovare il giornale con idee democratiche e che non
avessero nulla a che fare col passato e col partito fascista , prima di tutto
bisognava convincere il Comitato Nazionale di Liberazione. Per prima cosa si
decise di trovare un direttore d’indubbia fedeltà alla repubblica decisero per
Mario Borsa .
Mario
Borsa fu un giornalista tenace assertore dei diritti di libertà e giustizia
sociale, sotto il fascismo fu messo due volte in carcere e anche in un campo di
concentramento. Borsa fu messo quindi alla direzione del Corriere della Sera,
che solo nel 1946 tornò nelle edicole sulla testata in piccolo c’era la scritta
”Il Corriere Nuovo”. Si decise questo nome in
ricordo dello storico giorno dopo la liberazione, giovedì 26 Aprile 1945 quando
il giornale fu lanciato dai furgoncini nelle strade (come anche) dalle finestre
di Via Solferino sede storica del Corriere della Sera.
Tra
i sostenitori per l’abolizione del Corriere c’era Sandro Pertini socialista e
accanito sostenitore delle sue idee di sinistra, in quel periodo si vendevano solo giornali di
ideologia comunista, come L’Unità, l’Avanti che trattavano solo notizie
politiche , la popolazione iniziò a stufarsi e così si capì che ci voleva
qualcosa di nuovo e di alternativo ai soliti giornali , nacque così “Milano
Sera” un giornale con pochi mezzi ma tante idee che parlava principalmente della città di Milano dei suoi
cittadini.
Usciva nel pomeriggio, l’impegno, l’entusiasmo dei giovani redattori era molto ma l’esperienza poca, si
riunivano al mattino per leggere le testate dei principali giornali e poi nel
pomeriggio dopo aver lavorato i pezzi facevano uscire il giornale. Questo foglio
fece molta fatica a decollare, la grafica era mediocre e le foto
banali, si vedeva l’impegno dei giornalisti
ma il giornale non vendeva. Negli anni passarono in redazione molti bravi giornalisti e parecchi
intellettuali. Alfonso Gatto era un poeta che collaborò insieme a molti altri
nomi famosi come Manlio Bonfantini,
Oreste del Buono e lo stesso Afeltra. Essi
contribuirono alla buona riuscita del giornale che incominciò la sua ascesa L’Italia
appariva distrutta da 20 anni di dittatura
fascista . Negli anni che vanno dal 1946 e 1950 ci furono molti
avvenimenti che Milano sera prese in considerazione dalle Elezioni politiche
che furono vinte dalla Democrazia Cristiana con amara delusione dei Comunisti ,
alla scissione del sindacato CGIL e la nascita del sindacato Cisl più moderato
e più verso la Democrazia Cristiana.
L’attentato
a Palmiro Togliatti occupò parecchi fogli e per parecchi giorni, perché in
seguito a quell’avvenimento gli operai insorsero e vi furono una serie di
scioperi duri in tutto il paese . Una vera guerriglia che stava par
trasformarsi in una piccola guerra civile . A smorzare gli animi si vocifera che
fu la notizia della vincita di Bartali al Tour de France. L’arrivo dei film hollywoodiani, la morte del
bandito Giuliano e altri casi di cronaca distolsero la popolazione dal clima di
guerriglia che si era formato tra forze dell’ordine e operai.
Il
4 novembre 1954 nella prima pagina di Milano Sera si legge un comunicato
rivolto ai lettori dove si annunciava la chiusura del giornale.
Questa
notizia coglie i lettori di sorpresa e lascerà un grande vuoto nel mondo
dell’editoria. "Le gravi difficoltà
finanziarie ci costringono a chiudere, ci dispiace dover lasciare dopo 10 anni
di avvenimenti importanti per il nostro paese.”
I
giornali cartacei non possono e non devono sparire, sono un’abitudine, una
tradizione una consuetudine importante, è bello pensare alle persone che la
domenica mattina escono per andare a messa e tornando a casa comprano il
giornale e le paste.
Fabrizio
Dolcino
Rinaldo Gianola
“Milano
Sera”. Un
giornale per la Repubblica (1945
-1954)
Book time, Milano, 2016, pp. 120.
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