Cannes Confidential
Il direttore del festival più importante del mondo racconta i dietro le quinte
Donzelli, Roma, 2018, pp. 536.
Descrizione
«Non lascio mai i luoghi da cui provengo e mi affeziono a qualunque posto in cui vado, cosa che, a volte, crea qualche problema nella mia vita. E la mia vita è Cannes». Il Festival di Cannes è il luogo del cinema per eccellenza, un concentrato affascinante, scintillante, glorioso e anche contraddittorio di tutto quello che il cinema ha rappresentato e rappresenta tuttora: dalla sperimentazione allo star system, dal mercato alla scoperta di nuovi talenti. Thierry Frémaux è il direttore del Festival da oltre un decennio: dalle sue scelte dipende il destino di cineasti, produttori, attori, sceneggiatori. In questo libro, scritto in forma di diario, Frémaux racconta in maniera intima e personale in cosa consiste il suo lavoro, accompagnando i lettori in una sorta di backstage letterario del più importante festival del mondo. Frémaux ci guida nel cuore della macchina del Festival, per celebrare anzitutto coloro che lo rendono possibile, perché, come egli stesso scrive: «Cannes appartiene a quelli che lo fanno: i cineasti, gli attori, gli operatori professionali, i giornalisti, gli spettatori, i visitatori, i turisti e i cannensi». L’anno che precede l’evento che mette il cinema al centro del mondo viene ripercorso da Frémaux in un concitato susseguirsi di incontri con star e registi, di aneddoti e storie dal dietro le quinte della Selezione ufficiale. Senza risparmiare giudizi taglienti e inaspettati apprezzamenti. O clamorose esclusioni. Il delicato processo di scelta è preceduto da un lunghissimo lavoro preparatorio che il direttore del Festival descrive in queste pagine in modo magistrale, fino a farci entrare in quello stato di tensione che si conclude con un personalissimo atto decisionale: un no o un sì che cambieranno le sorti di un film. Un omaggio alla settima arte, rivolto non solo alla comunità del cinema, ma a tutti coloro che il cinema lo consumano, lo amano, e non rinunciano a farsi trasportare dai sogni e dalle emozioni che esso veicola.
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