Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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06 ottobre 2021

In libreria

 Carlo Verdelli
Acido. Cronache italiane anche brutali
Feltrinelli, Milano, 2021, pp. 304.

Descrizione
"Benvenuti nel nuovo mondo. Dalla galassia Gutenberg (1450) si è passati in un baleno alla galassia Zuckerberg, dominata dal padrone di Facebook (ma anche di Instagram e WhatsApp) e dagli altri quattro regni che la governano (Apple, Amazon, Microsoft e Google): tutti insieme, nel 2020, l'anno desertificato dalla pandemia, hanno visto crescere i loro profitti di oltre mille miliardi di dollari, il 5 per cento del Pil statunitense. Un salto di civiltà." L'editoria attraversa una fase di vertiginoso passaggio. In Italia nel 2000 si vendevano 6 milioni di quotidiani al giorno. A giugno del 2020 il totale era precipitato a 1 milione e 300mila. Tutto marcia verso il cloud, mentre la fisicità della carta, dei centri stampa, dei punti vendita e del corpo redazionale si smaterializza. È un riflesso del fenomeno sociale che determina la nostra epoca: una rivoluzione inarrestabile che ci trasforma in immigrati digitali, abitanti di un mondo dove vale soprattutto il qui e ora. Eppure, esiste ancora un modo di fare giornalismo che cerca, rovista, butta per aria le verità ufficiali, senza trascurare alcun dettaglio, anche a costo di essere brutali. Forse solo così si può davvero capire qualcosa delle vicende e delle persone che hanno fatto e fanno l'Italia. Da Enzo Tortora a Rosa e Olindo, da Alex Zanardi a Patrick Zaki, da Vallanzasca alla coppia dell'acido della Milano bene, Carlo Verdelli racconta la nostra storia in 40 pezzi scritti su carta (tutti tranne l'ultimo) e ci guida in una galleria ricchissima e tumultuosa di casi chiusi ma rimasti spesso irrisolti, di infaticabili lottatori e di luoghi impregnati di trame e di simboli. Una storia perturbante e irresistibile di chi siamo e del perché siamo diventati così.
"Nessuna nostalgia per come eravamo. Nessuna prevenzione su come saremo. Soltanto la speranza che, nel salto di specie, la debolezza dei vecchi giornali non si traduca in debolezza dei giornalisti e quindi del giornalismo."
Un mosaico di grandi cronache, affrontate col rigore del mestiere e animate da una passione umana e civile.
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