Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

_________________

Scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie presenti nel sito.



29 ottobre 2021

Tempi pandemici

Ogni anno milioni di italiani devono compilare la dichiarazione dei redditi su moduli prestampati che comprendono anche gli spazi riguardanti la dichiarazione riguardante la destinazione dell'8/mille, ogni anno milioni di italiani sono implicitamente invitati ad indicare la loro appartenenza religiosa sottoscrivendo una delle caselle di riferimento (elencate sulla base di precisi accordi tra le Stato italiano e i vari culti, prima tra tutte la Chiesa cattolica). Personalmente, fin dalla prima volta, ho sempre considerato inaccettabile questa opzione da controfirmare nero sue bianco ritenendo che ogni posizione su una qualsiasi fede religiosa non debba riguardare lo Stato, per cui ho sempre scelto di barrare tutte le caselle, dalla prima all'ultima, tutte indistintamente negando sempre allo Stato ogni possibilità di appropriarsi di una informazione che non gli deve competere (in tal caso l'8/mille è destinato allo Stato, con qualche distinguo). Ora, di fronte a questa polemica surreale sul green pass, sarebbe utile sapere quanti "NOgreenpass" si sono percepiti come "schedati" di fronte alla compilazione del format dell'8/mille? quanti hanno ritenuto di NON dover indicare la propria appartenenza religiosa o la posizione di atei o non credenti, considerando la richiesta di questo dato una forma di intrusione ingiustificata?. E' quasi certo che nell'Italia della "incerta fede" (citando il titolo dell'indagine di R.Cipriani edita da FrancoAngeli nel 2020) nella stragrande maggioranza i contribuenti abbiano firmato la casella scelta senza porsi domande sulla legittimità di questa richiesta in uno Stato laico. Inoltre, da sempre e in molte circostanze, gli italiani si ritrovano (inconsapevolmente) a consegnare i propri dati sensibili a soggetti pubblici o a privati, sottoscrivono adesioni a ogni tipo di richiesta, al supermercato. per la strada, nel Web, senza chiedersi se le persone che hanno di fronte hanno i requisiti di legge per richiedere una firma o una serie di risposte a quesiti di tipo riservato. E tra questi ci sono anche i "NOgreenpass" che (inconsapevolmente) hanno firmato senza neppure verificare la qualità e la legittimità della richiesta. Perché ora, di fronte al Green pass, uno strumento che deve definire la reciproca e serena convivenza tra vaccinati e tamponati, emergono i cavilli della discriminazione, con sistematici parallelismi con le vere e inenarrabili discriminazioni applicate durante il nazifascismo a ebrei, rom, omossessuali e disabili, fino agli orrori dei campi di sterminio?
mmilan
_____
Mi piace
Commenta
Condividi

Nessun commento:

Archivio blog

Copyright

Questo blog non può considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Chi desidera riprodurre i testi qui pubblicati dovrà ricordarsi di segnalare la fonte con un link, nel pieno rispetto delle norme sul copyright.