"[...] Vedrete spettacoli tremendi, che lacerano l’anima; vedrete la guerra, non nel suo ordinamento regolare, bello, brillante, con la musica e il rullo dei tamburi, con le bandiere spiegate e i generali caracollanti, ma vedrete la guerra nel suo vero aspetto, – nel sangue, nelle sofferenze, nella morte... [...] Procedendo innanzi per la via e scendendo per un lieve pendio, notate che intorno a voi non ci sono più case, ma strani mucchi di rovine, di pietre, di tavole, di travi, di terra; davanti a voi, sull’altura scoscesa, vedete uno spazio nero, fangoso, solcato da fossi [...].
E sempre con la stessa premura dalle varie parti del mondo folle di uomini di diverse nazionalità e ancor più diversi desideri si fissano su questo luogo fatale. Ma la questione che i diplomatici non hanno risolta non si risolve ancora con la polvere e col sangue. (Cap. I)
[...]
Dov’è l’espressione del male che bisogna fuggire? Dove l’espressione del bene che bisogna imitare in questa novella? Qual’è l’assassino, qual’è l’eroe? Tutti son buoni e tutti cattivi".(cap. XVI)
Lev Tolstoj, "I racconti di Sebastopoli" (prima edizione 1855).
____
mmilan
_____
Nessun commento:
Posta un commento