Leggiamo le pagine del libro di Anna Politkovskaja La Russia di Putin (Adelphi editore) dedicate proprio all'addestramento dei giovanissimi soldati russi, ragazzini con facce da ragazzini, che da un giorno all'altro si ritrovano declassati alla condizione che nulla ha a che fare con l'umano, trasformati in schiavi sottoposti a sevizie di ogni tipo (che superano ogni idea di bullismo o nonnismo), inenarrabili, ragazzi che in gran massa dopo pochi giorni tentano il suicidio, che disertano finendo poi di fronte alla corte marziale, soldati che spariscono nel nulla, cercati soltanto dal testardo coraggio delle madri che vogliono sapere, che pretendono una risposta, che pretendono almeno il corpo ... e magari dopo mesi e mesi di domande, di porte a cui hanno bussato inutilmente, ricevono solo un cranio, appoggiato su un tavolo, null'altro che il cranio di tuo figlio, che avevi cercato in ogni modo di convincerlo a non andare militare perché tra le madri, tra i genitori troppe voci circolavano su quel che accadeva (o accade) nelle caserme di addestramento disperse nel vastissimo territorio della Russia, lontane da quel che non chiamiamo luoghi di civiltà. Certo, scriveva la Politkovskaja all'epoca delle guerre di Cecenia, non tutti i soldati, non tutti i sottoufficiali sparivano, c'erano quelli che riuscivano a superare le umiliazioni dei primi mesi, quelli che trovavano il modo venire a patti con i superiori torturatori, cedendo tutta la loro residua dignità. ... E tra questi, forgiati dalla ferocia, dovremmo cercare i giovani che in queste settimane hanno percorso le strade di Butcha e di altre località dell'Ucraina con la stessa ferocia che avevano incamerato in corpo e hanno torturato, stuprato madri e figlie, violentato ragazzini, ucciso a raffica cercando nel bersaglio chi camminava per strada, chi era nascosto da giorni nelle case e negli scantinati, così simili a quelle nelle quali avevano vissuto fino al giorno in cui a 18 anni erano convintamente partiti per il servizio militare. Per questo, per non limitarci alle immagini che dal 24 febbraio invadono giorno e notte talk e tg, dovremmo cercare nei resoconti di Anna Politkovskaja sul "nostro Medioevo" una qualche risposta al "Perché?" Perchè tutta questa ferocia? perchè quei soldati poco più che ragazzi hanno varcato la soglia del disumano scatenando questa sequela di atrocità, "macchine da guerra", soldati forse incapaci di capire le ragioni stesse di questo conflitto con i fratelli ucraini, ma "macchine" con l'on/off della brutalità, che non li giustificherà mai per tutti i giorni che vivranno per questi giorni, mesi (o anni) in cui saranno stati protagonisti e artefici di azioni bestiali.
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07 aprile 2022
Scoppiò la guerra e
Leggiamo le pagine del libro di Anna Politkovskaja La Russia di Putin (Adelphi editore) dedicate proprio all'addestramento dei giovanissimi soldati russi, ragazzini con facce da ragazzini, che da un giorno all'altro si ritrovano declassati alla condizione che nulla ha a che fare con l'umano, trasformati in schiavi sottoposti a sevizie di ogni tipo (che superano ogni idea di bullismo o nonnismo), inenarrabili, ragazzi che in gran massa dopo pochi giorni tentano il suicidio, che disertano finendo poi di fronte alla corte marziale, soldati che spariscono nel nulla, cercati soltanto dal testardo coraggio delle madri che vogliono sapere, che pretendono una risposta, che pretendono almeno il corpo ... e magari dopo mesi e mesi di domande, di porte a cui hanno bussato inutilmente, ricevono solo un cranio, appoggiato su un tavolo, null'altro che il cranio di tuo figlio, che avevi cercato in ogni modo di convincerlo a non andare militare perché tra le madri, tra i genitori troppe voci circolavano su quel che accadeva (o accade) nelle caserme di addestramento disperse nel vastissimo territorio della Russia, lontane da quel che non chiamiamo luoghi di civiltà. Certo, scriveva la Politkovskaja all'epoca delle guerre di Cecenia, non tutti i soldati, non tutti i sottoufficiali sparivano, c'erano quelli che riuscivano a superare le umiliazioni dei primi mesi, quelli che trovavano il modo venire a patti con i superiori torturatori, cedendo tutta la loro residua dignità. ... E tra questi, forgiati dalla ferocia, dovremmo cercare i giovani che in queste settimane hanno percorso le strade di Butcha e di altre località dell'Ucraina con la stessa ferocia che avevano incamerato in corpo e hanno torturato, stuprato madri e figlie, violentato ragazzini, ucciso a raffica cercando nel bersaglio chi camminava per strada, chi era nascosto da giorni nelle case e negli scantinati, così simili a quelle nelle quali avevano vissuto fino al giorno in cui a 18 anni erano convintamente partiti per il servizio militare. Per questo, per non limitarci alle immagini che dal 24 febbraio invadono giorno e notte talk e tg, dovremmo cercare nei resoconti di Anna Politkovskaja sul "nostro Medioevo" una qualche risposta al "Perché?" Perchè tutta questa ferocia? perchè quei soldati poco più che ragazzi hanno varcato la soglia del disumano scatenando questa sequela di atrocità, "macchine da guerra", soldati forse incapaci di capire le ragioni stesse di questo conflitto con i fratelli ucraini, ma "macchine" con l'on/off della brutalità, che non li giustificherà mai per tutti i giorni che vivranno per questi giorni, mesi (o anni) in cui saranno stati protagonisti e artefici di azioni bestiali.
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