Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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03 novembre 2008

Hotel Congo

da "Il Sognatore Italiano 2.0"

C'è una guerra che da dieci anni sta affliggendo la regione congolese del Nord Kivu . Lo scorso gennaio, con l'accordo tra il governo locale e i ribelli guidati dall'ex-generale dell'Esercito, Laurent Nkunda, si era accesa la concreta speranza di poter scrivere la parola fine a questo conflitto, che come tanti altri, pur non suscitando l'interesse dei grandi media internazionali, affligge quotidianamente milioni di persone. Nell'ultimo mese e mezzo però, la situazione è sfociata in nuovi conflitti e MSF (Medici Senza Frontiere) denuncia che "la violenza ha raggiunto i suoi massimi livelli degli ultimi anni".

Le notizie che in quest'ultima settimana sono arrivate dalla città di Goma, capitale della provincia del Nord Kivu, hanno raccontato una situzione umanitaria via via sempre più nefasta. Migliaia e migliaia di sfollati stanno attendendo di conoscere il futuro del loro paese lontani dalle loro case e in mezzo al diffondersi di carestie ed epidemie. Ad aggiornarci sull'evolversi della situazione umanitaria ci pensa MSF, con questo servizio.

La fredda cronaca dell'evento bellico, invece, ci racconta di come i cinquemila uomini di Nkunda hanno sbaragliato l'esercito regolare e si sono portati alle porte di Goma, mettendo in scacco il Governo (che ora non può fare altro che sperare in un intervento degli 800 caschi blu della Monuc, la forza Onu presente nel paese). Per ora Nkunda ha preferito fermarsi (decretando il cessate il fuoco ai suoi) e concedere un corridoio per favorire l'arrivo degli aiuti umanitari alla popolazione che si era rifugiata nella capitale. D'altra parte gli ultimi soldati dell'esercito regolare si sono arroccati nella città e, in balia del panico, hanno preso a violentare e saccheggiare i civili.

I motivi di questo conflitto sono da ricercare, come spesso è avvenuto nel corso della storia di questo paese, nel sottosuolo. Di certo vent'anni fa sarebbe parsa (quasi) inimmaginabile una guerra per il controllo del Nord Kivu, visto che era la zona rurale del paese. Il sottosuolo di questa area non abbonda ne di diamanti, ne di oro, ne di rame; però c'è parecchio coltan. Il coltan è l'oro del nuovo millennio indispensabile per il funzionamento di tutte le apparecchiature hi-tech; senza questo particolare minerale non avremmo computer, telefonini, videocamere così efficienti. Ogni strumento dotato di chip ha bisogno del coltan.

Il Governo ha stretto accordi commerciali, del valore di 5 miliardi di dollari, con la Cina. Nkunda accusa il Governo di aver svenduto il benessere del paese e chiede l'annullamento di questi accordi. Ma la questione non finisce qui, in realtà è presente un imponente mercato nero gestito da bande indigene (anche i ribelli di Nkunda vengono tirati in ballo) che smerciano illegalmente tonnellate e tonnellate di coltan e portano avanti delle faide che hanno generano una situazione drammaticamente simile a quella che Terry George ha raccontato nel suo "Hotel Rwanda".

Sta di fatto che di tutti i proventi realizzati con l'esportazione (legale e non) del coltan, poco o niente è finito ai leggittimi proprietari che anzi, oggi sono costretti a scappare da una città all'altra, sfidando carestie ed epidemie, cercando di sopravvivere a un conflitto senza fine.

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