Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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30 gennaio 2011

Il giornale gode di buona salute


Nell’ epoca di internet, rete che in teoria soddisfa qualsiasi tipo di curiosità, come mai la stampa quotidiana continua a vivere? La risposta a questa domanda può essere duplice. Come suggerisce il professor Mario Bottaro nel suo libro Nascita, vita e morte della notizia il ruolo del giornalista sta nel selezionare, proporre, contestualizzare ma soprattutto garantire come autentiche le informazioni pubblicate. Insomma il giornalista è il vero e proprio garante di ciò che appare sui quotidiani quindi il lettore riporrà in lui estrema fiducia. Altra motivazione, forse ancora più significativa della prima, viene da Nicola Graziani che, con il suo libro Un anno in prima pagina, dimostra come il buon giornalismo possa ancora segnare le tappe importanti della storia e come gli articoli, quelli di qualità, possano rimanere ben impressi nella memoria della gente.
Ebbene sì, Nicola Graziani, con quarantuno articoli che raccolgono il meglio del giornalismo italiano dall’estate 2009 all’anno appena concluso, testimonia che nonostante la crisi che sta attraversando, la stampa è ancora in grado di innovare se stessa e, grazie a grandi professionisti, appassionare il lettori. E’ la testimonianza che internet e i nuovi media ancora non sono stati in grado di distruggere la carta stampata e che forse, con un po’ di umiltà e impegno da parte dei giornalisti stessi, il giornale potrebbe tornare in auge come ai tempi in cui era l’unica vera fonte di informazione.
Nicola Graziani nella sua raccolta prende ad esempio il giornalismo americano, mettendo insieme con un’operazione di osmosi, gli articoli di cronaca, le inchieste, i reportage, i coccodrilli che per lui hanno svolto un ruolo importante nell’anno appena trascorso. Riesce a compiere questa operazione con estremo equilibrio accostando grandi firme del giornalismo italiano come Ezio Mauro o Ettore Mo a giornalisti forse meno noti, ma non per questo meno bravi, come Andrea Galli che con un pezzo toccante come La Milano normale in fila per il metadone illustra un problema molto diffuso ma troppo spesso trascurato in Italia come la dipendenza da cocaina ed eroina da parte di quella fetta di popolazione definita”normale”, spesso facoltosa, ma che convive da anni col problema della droga e che senza dosi di metadone non riesce ad andare avanti.
Sicuramente Graziani nel suo libro punta a mettere in luce quei fatti che hanno caratterizzato l’anno della svolta epocale, dove accade tutto e anche di più, dalla crisi economica a quella politica forse nata proprio dall’episodio del lancio della statuetta a Silvio Berlusconi in Piazza Duomo a Milano. Lo racconta Stefano Folli sul Sole 24 ore con il suo articolo Non è mai troppo tardi dove si domanda se la politica, tutta insieme, sia in grado di capire che un sistema paralizzato in cui cova la violenza è destinato a produrre disastri. E dove constata che il Presidente del Consiglio uscirà più saldo di prima da questa vicenda, per ragioni più emotive che politiche, ma senza dubbio rafforzato dal punto di vista mediatico.
E allora quali le scelte da fare per l’opposizione dal momento che Berlusconi, attento comunicatore, utilizzerà l’incidente per ingraziarsi le masse? Forse ricominciare da capo, con riforme che costituiscano un reale terreno di confronto, restituendo civiltà e dignità al dibattito.
L’autore decide di parlare di un altro fatto, il più catastrofico, un disastro senza eguali: il terremoto in Abruzzo, al quale dedica ben due articoli: il primo, l’inchiesta di Primo Di Nicola per l’Espresso, nel quale stila un bilancio a dieci mesi dal sisma che ha distrutto l’Aquila. In disaccordo con la soddisfazione del governo che ha fatto credere di aver compiuto il miracolo nella città terremotata, Di Nicola parla di cifre decisamente preoccupanti: 40.000 gli sfollati ancora senza una casa e mantenuti con denaro pubblico; macerie ancora da rimuovere che non permettono la prosecuzione dei lavori di ricostruzione e, non ultimo, l’emergenza ambientale del fiume Aeterno, nel quale ora la Protezione civile permette lo scarico di fogne non depurate del Progetto Case. Il secondo articolo, l’ultimo del libro, è anche il più toccante. A scriverlo è un giornalista del Centro, ma soprattutto un padre che ha perso i suoi due bimbi sotto le macerie quella tragica notte del 6 aprile 2009. Notte in cui l’"orrendo scossone" ha distrutto la sua famiglia, la sua gente, la sua città, la sua vita. Il racconto, ricco di particolari così veri, di odori e sensazioni fanno si che il lettore si immedesimi nella storia, nella tragedia di quell’ uomo che come molti altri, quella notte ha perso la voglia di vivere e di andare avanti.
Questa raccolta di Graziani comprende anche argomenti più leggeri come il necrologio di Michele Serra per Raimondo Vianello, nel quale lo descrive come Un borghese in tv , un uomo, dalla comicità "inglese" nella forma ma italiana per i contenuti, dichiaratamente di destra, ma non per banali collocazioni partitiche, di destra per quel cinismo sorridente, quella scherzosa sfiducia nel progresso umano, insomma quel pessimismo che è diventato l’ arma della sua comicità. Un comico, un artista appartenente a quella generazione che, dopo la guerra aveva ancora voglia di vivere e di ridere. Uno che, come i comici di allora, e a differenza di quelli contemporanei, aveva un suo stile e che proprio per questo, ci mancherà.
E poi ancora il Profilo ragionato di Lionel Messi di Beppe Di Corrado per Il Foglio dove il grande campione viene paragonato a Maradona, con la differenza che quest’ultimo giocava per divertire; Leo invece, non vuole divertire ma solo fare gol, vincere. Sempre per parlare di calcio, la delusione dell’ultimo mondiale in Sudafrica, l’Italia fatta fuori dal girone in men’ che non si dica, la fine di una favola, di un mito, del grande Marcello Lippi che solo pochi anni prima ci aveva fatti tutti sognare ad occhi aperti.
Ed ecco che la stampa, il giornalismo, quello bello, quello che "carta canta", rimane ben impresso nella testa della gente, e chissà che qualcuno, la prima pagina della Gazzetta dello sport del giorno dopo la vittoria del mondiale del 2006 non l’abbia incorniciata ed appesa in casa.
Francesca De Mattei


Nicola Graziani
Un anno in prima pagina.
Il meglio del giornalismo italiano degli ultimi dodici mesi
Roma, Editore Nutrimenti, Roma, 2010, 187 p.
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