Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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23 maggio 2012

Tra comunicazione e propaganda

La propaganda rappresenta per la ricerca scientifica un complesso campo di indagine sul quale si sono cimentati da sempre innumerevoli studiosi, che hanno portato a esaminarla da varie prospettive: storica, socio-politica, ma anche tecnico-comunicativa. Massimo Ragnedda, nel suo libro Comunicazione e propaganda, vuole analizzare questo fenomeno da un punto di vista sociologico e comunicativo mettendone in evidenza le caratteristiche, ma soprattutto ponendolo in relazione con la formazione dell’ opinione pubblica. Tenendo presente la difficoltà di fornire una trattazione esaustiva, lo scrittore ha lo scopo di fornire una visione più ampia possibile del fenomeno, esaminandolo sia da una prospettiva diacronica (ovvero la sua evoluzione storica e i suoi sviluppi), sia la sua prospettiva sincronica (che permette una comparazione tra l’ utilizzo che se ne fa nelle democrazie e nelle dittature, ma ancora in periodo di pace e in periodo di guerra).
Comunicazione e Propaganda si apre mostrandoci come la propaganda fosse presente ben prima che gli studiosi iniziassero ad analizzarla, sottolineando come i Maya e i Romani la utilizzassero per incrementare la loro forza. Gli storici hanno confermato il fatto, anche se ritengo opinabile abbinare le tecniche di questi popoli al complesso e sofisticato studio e per certi versi all’arte di questo fenomeno. In seguito Ragnedda si addentra più nel discorso, classificando le tecniche di produzione e di trasmissione della propaganda, sottolineando la loro importanza nell’ influenzare e indirizzare le persone verso l’obiettivo dei propagandisti. Tecniche utilizzate soprattutto durante i periodi di guerra dove l’autore propone una propria suddivisione, le cosiddette " terzine della propaganda": schema meticoloso e interessante, a mio parere applicabile solo in parte e non in tutte le situazioni analizzate dallo stesso Ragnedda. Mentre molto interessante e accurata la presentazione e le relative differenze tra la propaganda utilizzata dalle grandi dittature del ‘900 e la "nuova" propaganda delle libere democrazie. Nelle dittature è presente una particolare tipologia di propaganda, avvolgente e onnipresente, dove lo Stato organizza e coordina ogni forma di messaggio, attuando un sistema di controllo totale, dall’ educazione all’ informazione e nulla può stonare in quell’ armonica visione che dello Stato si vuole dare. Nelle società moderne non è e non può essere così e la scelta di questo volume e presentarci con maggiore attenzione questa forma di propaganda, che ha la caratteristica di essere invisibile, non percepita nemmeno dai suoi stessi propagandisti, ma perfettamente funzionale all’èlite al governo. Diversamente da ciò che si è comunemente portati a pensare, infatti, le democratiche e libere società contemporanee sono continuamente sottoposte ad operazioni di propaganda politica, culturale, pubblicitaria influenzando il pensiero dell’ opinione pubblica. Uno dei messaggi che vuole dare questo libro è che l’istruzione e la capacità critica di ogni singolo individuo sono molto importanti per la sua formazione e per "difendersi" dalla propaganda e dai mezzi di comunicazione di massa, motivo per cui questo argomento dovrebbe essere affrontato maggiormente non solo dall’ èlite, ma soprattutto dai cittatini e quindi dai riceventi dei messaggi propagandistici.
Infatti la propaganda e i modi per produrla e usarla sono in continuo sviluppo. Un punto essenziale del volume infatti è la "privatizzazione della propaganda". Oggigiorno, consapevoli dell’ importanza e dell’ enorme effetto che può provocare il fenomeno, ci sono delle vere e proprie agenzie di Public Relations che, in cambio di denaro, organizzano e coordinano campagne propagandistiche a favore di chiunque sia disposto a pagare. Veri professionisti della comunicazione che hanno come unico obiettivo quello di manipolare l’informazione con tecniche di sociologia e psicologia facendo sorgere il più vasto consenso possibile intorno al gruppo d’ interesse, senza l’ obbligo di condividerne la causa.
Questa non è altro che la nuova versione della propaganda, non più ispirata a ideologie come quella del passato, ma a un concetto più materiale del termine, improntato sulla pubblicità e sul marketing.
Alberto Morino


Massimo Ragnedda
Comunicazione e propaganda.
Il ruolo dei media nella formazione dell’opinione pubblica
Roma, Aracne, 2011, 224 pp.

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