Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

_________________

Scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie presenti nel sito.



22 maggio 2012

Il secolo dei media


Premessa. Alla voce Mass media il Sabatini Coletti, celebre dizionario della lingua italiana, riporta la seguente definizione: "l’insieme dei mezzi di comunicazione e di divulgazione ( televisione, cinema, radio, giornali, manifesti, ecc. ) che informano il vasto pubblico."
Per comprendere meglio quale messaggio vuol inviarci l’autore del volume Il secolo dei media è bene leggere l’introduzione in quanto la prima parte del libro può sembrare fuorviante; si immagina che Ortoleva inizi la sua opera illustrandoci proprio il significato del termine tuttavia l’autore si approccia a scrivere un testo di storia dei mass media. La rivoluzione industriale dell’Ottocento e il mito del progresso eterno e della modernità che si avvera nel Novecento, il secolo dell’elettrificazione; il periodo tra le due guerre insieme alla prima rivoluzione della comunicazione fino a giungere agli anni settanta nei quali inizia una fase finale di rinnovamento ancora non esaurita ai giorni nostri. Ortoleva insiste sul fatto che ormai "la comunicazione non basta mai"; l’uomo del XXI secolo è circondato da media che distribuiscono il flusso di informazioni, anzi l’uomo stesso è immerso in questo ciclo definito "a spirale" in cui l’informazione si autoalimenta crescendo sempre più perché non esiste saturazione di comunicazione. Abbiamo più informazione di quanta siamo in grado di consumare, più media a disposizione in ogni momento di quanti effettivamente ce ne servono; ne deriva un progressivo accumulo con un sempre crescente sovraccarico; è qui che l’autore ci introduce il concetto di ridondanza che è all’origine di radicali cambiamenti nelle abitudini sociali. Il libro prosegue nell’analisi di processi che possono essere messi in connessione con la dinamica dei media: il cadere di divieti che perduravano da secoli in materia di amore, sesso e corporeità e la progressiva perdita di senso di uno dei vincoli più radicati nella nostra tradizione, quello derivante dal giuramento, dall’assoggettamento a tabù della propria stessa parola. La crescita esponenziale delle modalità di comunicazione ha creato di fatto una nuova realtà sociale nella quale sono venuti meno in maniera imprevista dei tabù secolari. L’autore svolge quindi una rinnovata riflessione critica sui mezzi di comunicazione tra teoria e senso comune, tratta i generi e le forme che continuano a organizzare la nostra esperienza quotidiana. Infine Ortoleva ci espone la tesi sulla canzone, il prodotto più diffuso dell’industria culturale che ci accompagna sempre nelle nostre giornate; questo esempio e quello del giornalismo sportivo ci possono dare una più approfondita percezione di come la nostra vita relazionale e culturale sia stata modificata dall’esperienza ipertecnologica che viviamo quotidianamente.
Il libro di Ortoleva scruta i meccanismi sociali e antropologici che le crescenti possibilità offerte dai mezzi di comunicazione attivano nella nostra società. La prima parte del libro è piuttosto intrisa di pessimismo come se l’umanità fosse in balia dei mass media; questo processo iniziato sul finire dell’Ottocento ed ha avuto un’accelerazione progressiva fin negli ultimi vent’anni. Ne consegue che vivere senza informazione è oggigiorno impossibile ed avere a propria disposizione un così ampio panorama di media predisposti per comunicare può essere solo un bene. Siamo quindi noi che dobbiamo scegliere se tralasciare o no quel dato flusso di informazioni.
Lucio Servato

Peppino Ortoleva
Il secolo dei media. Riti, abitudini, mitologie
Milano, Il Saggiatore, 2009

____

Nessun commento:

Archivio blog

Copyright

Questo blog non può considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Chi desidera riprodurre i testi qui pubblicati dovrà ricordarsi di segnalare la fonte con un link, nel pieno rispetto delle norme sul copyright.