Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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11 febbraio 2013

" ... Se la realtà fosse così!"

“Ragazzi, se la realtà fosse così!” esulta Allen, sbugiardato il saccente dirimpettaio di coda al cinema, professore alla Columbia, in una delle scene più famose di Io e Annie” e del cinema del regista newyorkese in generale. Woody, splendida maschera come sempre, ha appena estratto da un punto non ripreso dalle telecamere, dietro ad un cartellone, quel Marshall McLuhan grande sociologo di opere come La galassia Gutemberg e Gli strumenti del comunicare. McLuhan è appena stato citato nel discorso del “nerd”. Erroneamente. Il sociologo canadese, che ha sentito tutto, contraddice il piccolo “intellettuale” da cineforum. Woody è soddisfatto. Noi siamo soddisfatti. Il misunderstanding, il qui pro quo, è stato immediatamente smascherato dall’analisi immediata delle fonti. Qui in carne ed ossa.
Ma se la vita, ormai, data l’amplissima possibilità di consultazione delle fonti, fosse davvero così? Il concetto di interazione, di partecipazione, capitelli dell’idea di 2.0 tout court, l’impiego di tecnologie che permettono di velocizzare l’immagazzinamento e il riciclo di informazioni e nozioni, ci costringono a riconsiderare il mondo della comunicazione quindi anche del giornalismo sotto una nuova luce. Sergio Maistrello ci conduce in maniera organizzata, analitica e attenta nei meccanismi del giornalismo di oggi, il giornalismo al tempo del web, in un libro, Giornalismo e nuovi media, che rappresenta una lettura efficace ed efficiente, consigliabile a neofiti e “smanettoni”. Sin dall’introduzione il tema è specificato:
«L’industria dei contenuti giornalistici del XX secolo si sta infrangendo sulle tecnologie del primo scorcio del XXI, lasciando a ogni risacca professionalità e sicurezze».
La tecnologia alza l’asticella di un salto (qualitativo e quantitativo) in alto sempre più da record, lo fa con rapidità disegnando una specie di ottovolante. La tecnologia è democratica (anche se l’utilizzo spesso non lo è) e Maistrello ce lo fa capire illustrando gli effetti di una rivoluzione che ha i connotati di una palinodia luterano-gutemberghiana in cui i “mediatori” tra noi e le informazioni non hanno più senso di essere come il clero temette per se stesso all’indomani degli eventi scatenanti la Riforma. Il millenarismo, il catastrofismo, lasciano il passo al vero merito rappresentato da questo libro, formato a suo tempo da dispense che il prof. Maistrello dedicò ai suoi studenti durante i corsi tenuti all’Università di Trieste dove tuttora insegna; la sorpresa è come l’autore riesca ad analizzare la situazione senza allarmismi o crisi di panico, ma con razionale distacco, un obbiettività che porta l'autore al risultato opposto: nel nostro libro si percepiscono conclusioni - mai invasive - velate di speranza: «Non è necessariamente la fine del giornalismo e dell’editoria. E’, più probabilmente, la fine di tutto ciò che non si nutre avidamente di qualità, che non alimenta empatia, che non fa battere il cuore. E’ la fine della pubblicità che non è capace di farsi servizio, dell’editoria che seleziona scientificamente il target per spremerlo meglio; del giornalismo che copre i fatti del mondo in modo distratto, superficiale, senz’anima…».
Uno dei lati più interessanti della discussione è proprio il provare a segnare i passi successivi della nostra società 2.0 attraverso i meccanismi comunicativi del giornalismo tanto che c’è spazio per un affresco molto più ampio: «dalla società verticale e basata sulle gerarchie alla società orizzontale e peer to peer». Una collettività in metamorfosi che partendo dalla propria (ormai disusa) dimensione locale, passando per quella globale,
raggiunge un concetto tutto nuovo, quello di glocal.
In sintesi, questo libro ritrae le vicissitudini di una materia spesso poco agevole, ma lo fa con maestria e abilità: il giornalismo si dimostra rafforzato nella sua nuova veste “civica” e le persone diventano perno della comunicazione stessa. Non era in fondo proprio McLuhan che diceva che «il medium è il messaggio».
Emanuele Podestà

Sergio Maistrello
Giornalismo e nuovi media.
L’informazione al tempo del citizen journalism

Milano, Apogeo, 2010, 228 pp.


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