Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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07 maggio 2013

Giovani giornalisti: incontro con Matteo Agnoletto


In occasione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, lo scorso 25 aprile si è tenuto un panel discussion dal titolo “Fact-checking all'italiana”. Tale incontro, che si è per l'appunto focalizzato su diversi progetti made in Italy di verifica delle dichiarazioni rilasciate dai politici, ha visto tra gli speaker Matteo Agnoletto. Agnoletto, laureando in Informazione ed Editoria presso l'Università degli Studi di Genova, è il fondatore del Politicometro, “strumento che misura il grado di veridicità delle dichiarazioni dei politici”, come si evince dalla descrizione presente sul sito della testata.
Matteo ha poco più di vent'anni, sta per concludere il tradizionale ciclo quinquennale universitario e negli stessi cinque anni è entrato ed è cresciuto all'interno del mondo del giornalismo. È per questo che ho reputato opportuno e significativo porgli alcune domande per conoscere e comprendere le idee, i progetti e la determinazione di un ragazzo in cui gli iscritti al corso di Informazione ed Editoria e non solo possano rispecchiarsi.
Fondatore e direttore di politicometro.it, laureando in InfoEd, nel mondo del giornalismo da cinque anni e ne hai solo 23. Quando e come sei entrato nel mondo del giornalismo?
Ho iniziato subito dopo la maturità scientifica inviando mail a tutte le redazioni di Genova. Gli unici a richiamarmi furono quelli di Minigoal, settimanale sul calcio giovanile e dilettantistico, nel novembre 2008. A gennaio 2009 lavoro per il Corriere Mercantile: fino a luglio come collaboratore e da settembre a luglio 2010 come coordinatore in redazione. Ad agosto 2010 passo alla redazione genovese del Giornale come collaboratore in cronaca, ruolo che conservo fino a marzo 2013. A gennaio 2012 nasce l'idea Politicometro, concretizzata con la messa online il 15 marzo.
Sul sito politicometro.it ho letto che l'idea è nata durante una lezione di Storia del Giornalismo. Quale ruolo ha giocato e quale ruolo giocherà la magistrale genovese sia a livello ispirazionale che sul piano pratico, del tuo percorso lavorativo?
Sul piano ispirazionale la laurea magistrale ha fatto molto, visto che mi ha dato l'input proprio durante una lezione con ospite Raffaele Mastrolonardo. Un altro aspetto importante è la frequenza alle lezioni e il seguire gli incontri proposti dal corso: spesso un'idea o un contatto possono nascere proprio in queste occasioni. A livello pratico, invece, devo confessare che non credo che questo corso di laurea basti di per sé: tutte le nozioni che dà -e non sono poche- servono solo se affiancate ad un'esperienza "da strada". In poche parole, non si diventa giornalisti solo sui libri e a lezione.
Quale titolo di laurea triennale hai conseguito? La laurea magistrale ne costituisce il naturale proseguimento o la passione per l'informazione è nata successivamente?
Nella triennale mi sono laureato in Lettere moderne e la magistrale ne è in parte il suo naturale proseguimento, essendo un'interfacoltà tra Scienze Politiche e Lettere. Nella scelta del curriculum di studi ho optato però per quello più vicino a Scienze Politiche (GPPO), in modo da ampliare il più possibile le mie conoscenze ed evitando di "ripetere" materie già studiate nella triennale. La passione per l'informazione è nata prima di ogni corso di laurea, il problema è stato canalizzarla in un percorso di studi attinente, senza puntare sulle scuole di giornalismo vere e proprie.
Tornando al Politicometro, la testata è regolarmente registrata in tribunale, siete partiti dal territorio genovese e volete estendervi a livello nazionale. È stato difficile per un gruppo di giovani studenti "professionalizzare" il progetto? Se sì, quali problemi avete dovuto affrontare?
È vero che la nostra età media è molto bassa e qualcuno di noi è ancora studente, ma siamo tutti giornalisti (chi con già il tesserino in mano, chi lo sta prendendo in questi mesi) con qualche anno di esperienza alle spalle. Per professionalizzare il progetto abbiamo cercato e cerchiamo tuttora di dare un prodotto qualitativamente molto valido e senza sbavature, in modo da essere noi stessi i primi garanti dell'autorevolezza del lavoro. Se questa autorevolezza è poi riconosciuta anche dagli utenti, il processo di professionalizzazione è già a buon punto.
Qual è il tuo giudizio su Genova? La consideri un terreno fertile per le radici di aspiranti giornalisti quali sono gli studenti di InfoEd?
Credo che Genova sia oggi uno dei terreni meno fertili per qualsiasi aspirante giornalista. Abbiamo poche testate e quasi tutte sono in crisi: entrare diventa difficilissimo e ottenere degli equi compensi pare utopico. A onor del vero, anche nel resto d'Italia la situazione non è rosea, ma esistono realtà sicuramente più aperte e con più possibilità, come Milano. Il mio consiglio -nonché quello che sto facendo io stesso- è quello di specializzarsi in più tipi di giornalismo: cartaceo, online, televisivo, radiofonico.
Il tuo giudizio sull'Italia: scappare o restare?
Oggi la situazione del Paese ci vede quasi costretti a scappare per realizzarci. Io provo a fare di necessità virtù, quindi dico: scappare oggi per formarci, migliorarci, acquisire esperienze nuove e poi tornare domani per risollevare/ricostruire il tessuto di questo Paese.
Progetti per il futuro?
Miei: apprendere il più possibile dal tirocinio a Telenord che comincerò tra pochi giorni, discutere la tesi a settembre, provare l'esperienza del tirocinio Schuman a Bruxelles, Rai a Roma o SGRT di Perugia.
Politicometro: proseguire il lavoro nazionale con un'azione di monitoraggio sul nuovo Governo, cercare di riprendere il discorso delle redazioni locali in primis a Genova, trovare un minimo di sostenibilità economica.

Enrica Orru

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