Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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18 maggio 2014

Tutta un'altra notizia


Il saggio che mi accingo a recensire è un unicum da tutti i punti di vista: scritto da un giornalista freelance italiano emigrato a Berlino - dove ha fondato "Il Mitte", il primo quotidiano online per gli italiani all'estero - e proiettato verso un futuro pieno di dubbi ma anche di prospettive, Tutta un'altra notizia è permeato da un ottimismo di fondo, che si riscontra raramente in questi tempi di crisi del giornalismo tradizionale, e specialmente della carta stampata.
La sua prima particolarità è proprio il formato: l'ebook, come dichiara nel suo manifesto la startup goWire che ne ha curato la pubblicazione, «ha bisogno di link per farci spaziare da un contesto all'altro nell'ecosistema digitale [...]: la narrazione visuale e quella musicale sono parte integrante della progettazione». A questo proposito le classiche note integrative a piè di pagina sono sostituite da collegamenti immediati che rimandano ad articoli di approfondimento, video-interviste su YouTube in lingua originale e infografiche esplicative, che rendono la lettura un'esperienza realmente completa e stimolante, abbattendo le barriere della pagina.
Il manifesto di goWire è perfettamente conforme allo spirito del saggio di Bassan, che con un linguaggio tecnico ma chiaro, un gran numero di esempi reali e proposte concrete suggerisce nuovi approcci e modelli di business per il mondo del giornalismo.
Come garantire la sopravvivenza e la rinascita del mestiere di giornalista? Come ritrovare la bussola in un mondo dove anche la differenza tra giornalista e blogger si fa sempre più confusa e difficile da chiarire? Queste sono solo alcune delle domande a cui l'autore cerca di rispondere, prefigurando scenari di un futuro non troppo lontano e proponendo nuovi metodi e soluzioni.
Il vero turning point per il giornalismo è stato il boom di internet, che ha cambiato totalmente le carte in tavola lasciando indietro il mondo delle news, incapace di tenere il passo e di destreggiarsi nell'ecosistema digitale.
Bassan muove dalla definizione di "giornalismo post-industriale", concetto chiave di un saggio (consultabile online) scritto a sei mani da C.W. Anderson, E. Bell e C. Shirky, tre celebri ricercatori americani: il cambiamento causato dall'introduzione del web e di tutti quei media tecnologici che rendono ormai quasi nulla l'intermediazione tra lettore e giornalista è sia culturale che economico, non è una semplice transizione ma un vero e proprio salto nel buio.
Tra le proposte per superare questo momento di crisi che ho trovato particolarmente degne di nota vorrei segnalare il cosiddetto "giornalismo alla carta" e il "metered paywall", due diverse sfide - la prima lanciata dalla versione americana di Wired, la seconda dal New York Times - per rivoluzionare l'aspetto economico del giornalismo online, a fronte di una perdita sempre crescente legata al formato cartaceo.
Per "giornalismo alla carta" si intende un esperimento di vendita degli articoli "al pezzo": questo sistema permetterebbe alle testate online di rimanere gratuitamente fruibili, eccetto alcuni articoli di particolare pregio per l'esclusiva o la ricchezza dei contenuti, da acquistare attraverso Amazon, il sito della testata o l'eventuale applicazione via tablet o smartphone; questo sistema viene già utilizzato da molti freelance, che attraverso alcune piattaforme online pubblicano e vendono articoli senza la mediazione di una testata, o si fanno direttamente finanziare dai lettori un prodotto giornalistico d'inchiesta ancora da realizzare, attraverso il cosiddetto crowdfunding.
Il metered paywall è invece un sistema di abbonamento al sito di un quotidiano, che però consente di accedere gratuitamente a 20 articoli mensili (25 se si accede tramite un link su un social network), pagando solo per leggere gli articoli in sovrannumero: questo esperimento è stato un successo, grazie al quale il numero degli abbonati alla versione online del New York Times ha quasi raggiunto quello del quotidiano cartaceo, e molti altri quotidiani ne hanno seguito l'esempio.
Queste e molte altre idee di rinnovamento che il saggio porta all'attenzione del lettore sono ovviamente tutte in divenire, non si sa se troveranno un'affermazione stabile e se il successo sarà duraturo. Tuttavia, come conclude l'autore prendendo le mosse da un famoso discorso di John Fitzgerald Kennedy, «se nell'about: blank dell'ecosistema giornalistico sapremo cogliere le opportunità che ogni crisi porta con sé e trasformare questi input in strumenti di crescita concreta [...], allora potremmo davvero pensare di costruire un futuro partendo da fondamenta solide».
Cristina Puppo


Valerio Bassan 
Tutta un'altra notizia. 
Spunti e strumenti per il giornalismo del domani.
Firenze, edizioni goWare, 2013 (e-book)

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