Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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23 giugno 2014

L'information Warfare

Lo spazio cibernetico è un nuovo campo di battaglia e di competizione economica e geopolitica. Il web non è affatto garanzia di trasparenza e democrazia e quella per la libertà è una battaglia tuttora in corso.
Nel libro di Vito Campanelli Infowar troviamo ben esplicate le funzioni della NSA (National Security Agency), che è stata fondata, assieme alla CIA, nel 1947 e lavora in stretta collaborazione con il Dipartimento della Difesa statunitense, occupandosi delle informazioni crittografate e dell'Information Warfare.
L'Information Warfare, o Infowar, ha come scopo fondamentale quello di raccogliere e analizzare le informazioni del concorrente, per perseguire i propri interessi strategici e tattici. I bersagli possono essere sia persone che intere nazioni. Le principali minacce per le persone sono denotate da intromissioni fraudolente nei database (furti di identità che possono colpire più individui simultaneamente e che causano perdite finanziarie spesso ingenti), mentre per quanto riguarda gli stati, gli attacchi possono bersagliare sia il sistema dell' informazione che quello delle infrastrutture.
Internet è sempre stato, sin dalla sua nascita, oggetto di attenzioni da parte di tutti i servizi segreti e altri soggetti privati dediti alla ricerca di informazioni.
Le azioni in rete possono essere sia offensive che difensive, quindi si possono costruire notizie false o manipolate con l'obbiettivo di arrecare danno al proprio nemico o si possono diffondere notizie che mirano a contrastare quelle diffuse dal nemico. Queste azioni confluiscono nel settore di attività noto come disinformazione.
Sembra molto difficile dire in sintesi quale sia il problema della libertà della rete: la difesa dei dati personali, la censura statale, l'intervento attivo dei regimi autoritari per costruire consenso nel mondo dei social network e dei blog, o ancora le arcaiche leggi sul diritto d'autore... Sono moltissimi i fattori che vanno contro la libertà nella dimensione del web.
Il libro di Campanelli fa capire chiaramente che non esiste una sola sfida ma un fronte di combattimento aperto e scomposto, continuamente in trasformazione. Ogni avanzamento sul fronte democratico innesca la reazione dei grandi poteri.
Parlando di Infowar si può può riassumere l'intero discorso analizzando tre costanti di base: la prima è che la sovranità contemporanea è costituita da un complesso intreccio di diverse forme di governo, nelle quali spesso si verifica una massiccia estensione delle strategie di controllo poliziesco che agisce sempre più anche attraverso la rete. Il secondo punto descrive la natura di questa forma di potere che si identifica come un "capitalismo comunicativo": un potere che ingloba con facilità e rapidità gli altri e il cui unico obbiettivo è il profitto. Il terzo punto ci riporta alla battaglia per i diritti attraverso la rete e la battaglia per la democrazia all'interno della rete: solo la libera circolazione dei contenuti culturali, l'investimento su piattaforme social decentralizzate e meno invasive, possono porsi contro i poteri forti del sistema.
L'aspetto fondamentale che emerge da tutto il libro, comunque, è che nel contesto geopolitico in cui ci troviamo, dove le multinazionali sono più forti dello Stato-Nazione, L'Infowar si sovrappone alla guerra economica sostenuta appunto dalle corporation e dalle multinazionali.
Pietro Merello


Vito Campanelli
 Infowar. La battaglia per il controllo e la libertà della rete
 Milano, Egea, 2013, 164 pp.


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