Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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19 aprile 2015

I luoghi della memoria

In questa breve ma concisa relazione mi preme far emergere le riflessioni di carattere personale circa i luoghi della memoria.
Il mio viaggio inizia come quello di qualsiasi altro viaggiatore; la META e con essa tutte le affezioni, speranze ed asupici.
I miei luoghi della memoria sono in particolare 3, almeno sino ad oggi: Enna, Padova ed infine Genova.
Enna, una cittadina dell'entroterra siculo situata a sud-est. Raccolta ed intrisa di una tradizione squisitamente barocca che, incanta lo sguardo dell'attento passante. 
Enna, il primo anno di Scienze Politiche Internazionali, la mia prima materia di studio: Scienza Politica. Il pranzo alla Veranda (un ristorante che prestava il servizio mensa) e la sera, sempre allo stesso locale, condividevo la tavola con 15 o 20 commensali. Ognuno con i propri esami, pensieri,sentimenti e momenti. Ricordo come ero solita alle sere di maggio, mentre aspettavamo le pietanze ordinate, prendere il materiale di Lingua Araba e rivedere la lezione del giorno intrattenendomi con qualche esercizio.
Padova, città piccola anch'essa raccolta, a nord-est del Veneto. Una città recondita di usi e carica di vita quotidiana e universitaria.
Cos'è per me Padova? È un negozio di abbigliamento del quale conosco tutto il personale e per qualunque esigenza la responsabile è lieta di aiutarmi. É la crema di caffè al bar di via Altinate di fronte la Coin, è la pasticcieria appena dietro la via del primo bar dove mi salutano con calore ed affetto, dove il mio ingresso non è solo l'ingresso di una cliente, ma di Astrid.
E Genova? Arrivata in terra Ligure-Portuale il 7 gennaio 2015 e non mi sono mai sentita a casa così rapidamente. I miei colleghi di corso, le passioni condivise. Le mie coinquiline, la gioia nel cucinare una nuova pietanza; il supermercato davanti casa.
Vedete, potrei continuare all'infinito a "descrivere più o meno letteralmente o narrativamente" gli accadimenti di quei luoghi senza mai però toccare la memoria.
Allora, cos'è, come si chiama quell'aspetto che sappiamo indiscutibilmente essere memoria?
La memoria è quella sfera intangibile e non l'evento in se, nella quale riversiamo una certa "carica semantica" positiva o negativa che sia.
Ecco, sapere qualche strada è stata battuta dai miei passi ad Enna, Padova o Genova mi fà "ricordare" verso dove stavo andando, perchè ci stavo andando, se ero da sola o in compagnia.
Vedere un posto che ci ha "contenuti" per un dato perido ci fa riflettere sull'iter o sulle scelte che avevamo intrapreso.
I luoghi della memoria sono quei posti dove "ci possiamo andare a ritrovare" senza particolari saperi, senza permesso alcuno.
Se c'è memoria, c'è una dimensione nella quale ci si sentiva "al proprio posto" accolti, accettati, integrati, capiti (ovviamente riferendoci ad una memoria positiva).
Fino ad oggi mi sono sempre sentita a casa. Pertanto non mi resta che continuare a ringraziare quella terra, che novella e gioviale mi accoglie sparviera e mi lascia paesana.
Astrid Amodeo

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