Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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12 febbraio 2016

Leo Longanesi


Francesco Giubilei ci descrive nei minimi dettagli la vita, la carriera e il pensiero di Leopoldo (detto Leo) Longanesi, una delle figure più poliedriche che la storia del giornalismo e dell’editoria italiani ricordino. Longanesi era insieme giornalista, scrittore, editore, aforista ma anche pittore, scultore, fotografo, autore di disegni e schizzi.
Romagnolo, da giovanissimo aderisce al fascismo. Il rapporto di amore-odio che avrà con esso resterà sempre uno dei tratti peculiari delle sue opere. Così come sarà peculiare la sua analisi e visione critica della società italiana. Soprattutto nel periodo all’indomani della seconda guerra mondiale, quando rimpiange con nostalgia il ventennio fascista e non riesce ad adattarsi alla nuova Italia repubblicana e democratica che sta nascendo. Sarà proprio in questi anni che arriverà la sua critica più aspra alla borghesia italiana, che secondo lui adesso ha anche vizi ben peggiori di quelli che aveva nel periodo fascista. Anche con la borghesia ebbe un rapporto ambivalente: nei confronti di essa alternava articoli ammiccanti, i cui lettori di riferimento erano gli appartenenti alla classe media, con feroci attacchi.
Da notare come la rivista su cui pubblicava tutti questi suoi scritti si chiamasse proprio Il borghese (una delle sue più importanti creazioni). Se a questo aggiungiamo il fatto che nacque in una famiglia medio-borghese, allora comprendiamo la scelta di Giubilei di dare al titolo del libro il sottotitolo di Il borghese conservatore, che suona decisamente come un ossimoro.
Personaggio sui generis, con la battuta sempre pronta e dal sarcasmo pungente, aveva uno stile tutto suo, unico e inconfondibile, sia quando scriveva sia quando disegnava. Per lui era molto importante curare tutto nei minimi dettagli, affinché ogni rivista e ogni libro avesse il miglior aspetto possibile, tale da attirare il lettore. Così come era molto importante il ruolo della fotografia, poiché una commistione tra testo e immagini assicurava al lettore una maggiore comprensione.
Longanesi fu uno dei più geniali intellettuali italiani. Rivoluzionò per sempre il modo di fare e di concepire il giornalismo e l’editoria in Italia: a lui dobbiamo l’invenzione dei settimanali d’informazione nel nostro paese. Era il 1937, quando fondò Omnibus, una rivista settimanale per le masse vicina alle posizioni del regime, che tuttavia la censura fascista chiuderà due anni dopo, nel 1939. Negli anni cinquanta, da Omnibus avrebbe preso spunto il rotocalco, uno dei tipi di rivista più diffusi in Italia.
A tutt’oggi, la casa editrice Longanesi & C., da lui fondata nel 1946 e per la quale pubblicò molti dei suoi libri, continua a essere uno dei principali gruppi editoriali italiani.
Fu anche un talent scout: tre grandi scrittori italiani come Dino Buzzati, Vitaliano Brancati ed Ennio Flaiano furono scoperti da lui.
Eppure, già da qualche anno, sulla figura di Longanesi è calata una coltre di silenzio, e i suoi meriti non sono adeguatamente riconosciuti.
Giuseppe Albergamo


Francesco Giubilei
Leo Longanesi. Il borghese conservatore
Odoya, Bologna, 2015

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