Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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14 gennaio 2010

Anobii, il grande naso letterario

Non esiste barba di prova che sia stato Gutenberg ad inventare i caratteri mobili né a stampare un libro. Così scrive Guy Bechtel, uno tra i pochi credibili biografi dell’affarista-tipografo magontino, che non fu certo in grado di cogliere la portata dell’invenzione che gli viene, dai più, attribuita.
La proto-tipografia per circa cinquant’anni userà la carta stampata più o meno come accidentale contenitore e la produzione libresca sarà sostanzialmente plagiara del lavoro degli amanuensi, che si andranno estinguendo sotto il piombo dei primi monotipi.
Impigliati nella Rete, la stessa sorte toccherà ai tipografi.
Con Aldo Manuzio nasce l’editoria e quindi si può parlare di diffusione dei saperi e dell’informazione. Il contenitore diverrà finalmente un pragmatico supporto per servire il contenuto e, per la prima volta, si daranno alle stampe stupefacenti progetti culturali.
Il banchetto che poi, produzione e cultura, mercato e media - il Quarto più che il Quinto potere, hanno fatto di questa storia, è sotto gli occhi di tutti.
Se guardiamo con lo specchietto retrovisore, tanto per citare McLuhan (meglio lui di un elettro-profeta), e vogliamo comparare due momenti emozionanti legati a invenzioni della galassia libresca, uno è quello che ci mostra, appunto, l’officina aldina a Venezia, a partire dal 1494; l’altro potrebbe essere aNobii.com di Greg Sung, Hong Kong, 2005 (e nel 2007 a Firenze, la versione “.it ”).
Implacabile con autori illusionisti e autorini illusi e con le loro vacue scatolette letterarie, nasce, diciamo, l’homo aNobii, un critico libero dall’editoria inessenziale, alla quale proprio lui potrebbe, chissà, restituirgli autorevolezza e credibilità, che sia essa di carta o a led.
Le comparsite mediatiche dei Soliti serviranno a poco con la crescente diffusione della Rete. Gli editori managers, cosiddetti, dopo un effimero boom editoriale grazie anche all’edicola (dove oggi, mentre la carta stampata - giornali in testa - è in caduta libera, sale la vendita di raccolte di coltelli, piatti, crocifissi, ecc), raschiano il fondo del barile rimbrottandoci dal pulpito delle loro rotative la nostra riluttanza verso il mercato. Gli riuscirà sempre meno rifilarci, anche solo come gadget, le Filippiche di Cicerone o Il libro delle Vergini di D’Annunzio, rilegati in pelle editoriale (plastica, sic).
aNobii squarcia, annusa, distrugge o degusta per noi la pagina letteraria. Polverizza quella banale e quella furba, premia quella che nutre, quella che ci fa sognare. E’ il naso etico che revocherà l’isolamento critico al lettore, brutalizzato dai troppi autori che vilipendiano la letteratura consapevole e ci ammiccano dalla quarta di copertina o dalla terza dei giornali, come se mostrarci la loro faccia fosse garanzia di qualcosa.
Il 5 novembre 1995 ad Acquasanta (Ge), dentro una vecchia cartiera e sotto gli occhi del lettore (oggi, on demand), fu prodotto Libretto di Edoardo Sanguineti (disegni di Mario Persico) con tecnologia Xeros, non certo adeguatamente sofisticata allora. Probabilmente per la prima volta, fu distribuito on line un libro inedito di un grande protagonista della letteratura italiana del Novecento, che si poteva produrre anche in ambiente domestico con una semplice stampante.
Si è trattato di un progetto di ecologia culturale così come voleva il Manifesto dell’antilibro (G. Dorfles, F. Pirella, M. Persico, E. Sanguineti): stampare cosa serve quando serve.
L’autore poteva consapevolmente diventare editore di sé stesso - “l’autoproduzione rende liberi” - mettendo fine alle lobby delle intermediazioni libresche. Il vero libro non sarebbe stato più quello di carta (documento), ma quello posato nella memoria del pc (oggi, E-book).
I sacrosanti diritti riservati alle opere dell’intelletto, invece, sono divenuti ormai esigibili con i software in circolazione.
Però mancava ancora un cardine: come informare i lettori?
La risposta potrebbe essere proprio aNobii, un passaparola che ci rimanda alla nobiltà dell’uomo libro e forse non lo sa ancora ma potrebbe essere anche un neo-editore, mecenate democratico, disinteressato a cavalcare il web e mutare la cartastampata in cartamoneta, semplicemente perché un social networking non riconosce il sistema produttivo.
E lì, evviva, non c’è barba di mercato che tenga. Per ora.
Francesco Pirella
"FILI d’ARCAL", 1:10

*pubblicato per gentile concessione dell'autore. 





*link al sito aNobii.com
*link all'edizione italiana aNobii.it



Francesco Pirella  é il fondatore ed il direttore di ARMUS Archivio Museo della stampa di Genova). Per saperne di più leggi:  Intervista a Francesco Pirella, a cura di Marco Picasso, metaprintart.info, 1° dicembre 2009.


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