Nel 2010 Alessio Cornia ha pubblicato un libro dedicato alle problematiche della copertura mediale dell’Unione Europea ed, in particolare, alla situazione dei corrispondenti italiani a Bruxelles.
L’autore si sofferma inizialmente sul collegamento tra il deficit democratico delle istituzioni comunitarie e la loro scarsa copertura mediatica. Dopo aver illustrato alcune teorie e modelli giornalistici, Cornia passa all’esposizione della vastissima ricerca che ha condotto immergendosi nella comunità dei corrispondenti italiani da Bruxelles delle diverse testate giornalistiche. Cornia ha infatti analizzato da vicino la composizione delle fonti d’informazione ed ha intervistato i professionisti dei media che operano nella cosiddetta “bolla di Bruxelles”.
L’autore passa in rassegna le fonti d’informazione a livello comunitario e quindi innanzitutto la Commissione. La Commissione riveste il ruolo di principale referente istituzionale dei corrispondenti. Essa si avvale del Servizio del portavoce e di un incontro quotidiano con la stampa: il middaybriefing. A differenza della Commissione, decisa ad avere una comunicazione costante ed omogenea, il Consiglio ed il Parlamento europeo si caratterizzano per una copertura “episodica e conflittuale” il primo e “scarsa e caratterizzata da una molteplicità di voci dissonanti” il secondo. Oltre a queste fonti istituzionali l’autore si sofferma sulla descrizione dei rapporti tra giornalisti ed lobbisti, e tra giornalisti e fonti confidenziali. Proprio da tali rapporti informali infatti i giornalisti traggono le preziose informazioni sommerse sulle pratiche comunitarie. Dall’analisi delle fonti informative, del contesto sociale, delle regole formali che si adottano nel rapporto tra fonti e giornalisti, quali ad esempio il regime di attribuzione, l’autore evidenzia le routine professionali adottate dai corrispondenti. Queste routine sono quindi il frutto di un condizionamento strutturale determinato dalle specificità e dalle logiche di funzionamento del beat istituzionale europeo.
Nella parte finale del testo Cornia espone la peculiare situazione dei corrispondenti italiani a Bruxelles i quali, provenendo da routine professionali tipiche del modello mediterraneo, si trovano nella condizione di alterare la natura degli accadimenti comunitari per renderli maggiormente attrattivi per il pubblico italiano. Essi cercano di “italianizzare Bruxelles” nazionalizzando il contenuto delle issue europee e narrando gli accadimenti di Bruxelles attraverso il frame del conflitto.
Le notizie europee quindi sono il risultato di diversi condizionamenti esercitati dalla natura istituzionale, sociale e mediale tipica della “bolla di Bruxelles” ed il significato che viene attribuito agli eventi è frutto di svariate negoziazioni tra i diversi attori descritti nel volume che definiscono la forma ed il contenuto dell’attualità comunitaria.
In conclusione, la mia opinione personale su questa ricerca è che essa sia sicuramente molto accurata e dettagliata. Grazie alle numerose citazioni delle risposte date a caldo dai giornalisti effettivamente il lettore si immerge, proprio come ha fatto l’autore, nella bolla comunitaria e comprende i complessi meccanismi che guidano i comportamenti dei corrispondenti italiani. Ritengo inoltre utile una ricerca incentrata sulla copertura mediatica dell’Unione Europea poiché, probabilmente, proprio alla scarsa attenzione dei media si può imputare una delle cause del deficit democratico dell’Ue. Capire i meccanismi della comunicazione delle istituzione europee permette di comprendere le cause del suo “deficit di comunicazione” ma, purtroppo non aiuta nello sviluppo di nuove routine professionali che permettano, soprattutto nelle redazione nazionali, di dedicare maggiore spazio agli accadimenti comunitari che continuano ad essere percepiti dai cittadini come fatti compiuti distanti da loro.
Estella Trotta
Alessio Cornia
Notizie da Bruxelles. Logiche e problemi della costruzione giornalistica dell’Unione europea
Milano, Franco Angeli, 2010, 192 p.
*link all'Indice del libro.
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