Milano, Franco Angeli, 2009, 172 pp.
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16 maggio 2011
Costruire nuove interazioni mediali
Comunicazione media cittadinanza. Appare così il titolo in copertina: nessun segno di punteggiatura a differenziare le tre parole, solo un “a capo” a dividerle. Una scelta grafica poco chiara, che d’impatto può indurre a fraintendere, o meglio, non comprendere il vero significato del testo. A prima vista, potrebbe far pensare, infatti, a un nuovo concetto di comunicazione, intesa come “media cittadinanza” o ancora alla comunicazione come strumento che “media” la cittadinanza stessa.
Solo a una riflessione più attenta e con l’ausilio del sottotitolo, si comprende in realtà l’inesistente relazione sintattica tra i vocaboli e di conseguenza la precisa volontà dell’autrice di analizzarli in maniera autonoma e svincolata, sebbene legati concettualmente da un fil rouge ben preciso.
Il testo di Giselda Antonelli, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso la Facoltà di Scienze sociali dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, attraverso l’analisi precisa e fortemente documentata di argomenti specifici quali la comunicazione interculturale, la media education e la cittadinanza europea propone una riflessione su come la comunicazione, i media e il significato di cittadinanza siano mutati ed evoluti nel corso del tempo.
Partendo dalla constatazione di uno smarrimento di competenze da parte della società odierna, all’interno della percezione pubblica, a favore di un’enfatizzazione dell’individualismo, la Antonelli pone l’attenzione iniziale proprio sul nuovo tipo di rapporto che è venuto a instaurarsi tra il soggetto e la società stessa.
Evidente ormai che gli uomini non possano vivere senza socializzare e quindi comunicare, il primo capitolo offre una riflessione sulla centralità delle relazioni e della ricerca altrui per forgiare la nostra identità. Partendo dalla crisi, intesa non come declino o smarrimento, ma nel senso più strettamente etimologico del termine come cambiamento e occasione di riflessione per ricominciare, viene sottolineata la stretta necessità di aggiornare i contenuti e i valori comuni, a partire dall’ambiente educativo e scolastico.
Soffermandosi poi su alcune forme particolarmente espressive di comunicazione e media, dal writing alla multitasking generation e sul rapporto tra old e new media in grado allo stesso tempo di connettere realtà molto lontane, si passa ad evidenziare nella seconda parte, come la dimensione dell’incontro con l’altro si declini attualmente in termini di interculturalità.
Attraverso una descrizione dei fattori, degli strumenti e al contempo degli ostacoli della comunicazione interculturale l’autrice mette in luce l’esigenza attuale di affacciarsi a nuove culture senza incorrere nell’errore di ghettizzarle cadendo in quell’insieme di stereotipi e pregiudizi esclusivamente dannosi, in quanto mera “barriera precostituita”.
Ma ulteriore prospettiva con cui studiare la comunicazione interculturale riguarda il ruolo assunto dai mass media. Poiché i mezzi d’informazione incidono vertiginosamente sulla formazione dell’opinione pubblica e quindi dei giudizi e delle percezioni ad essi associate, è fondamentale una loro rappresentazione dell’altro reale e non appunto deformata, promuovendo l’accesso all’industria dei media a tutte le diversità culturali.
Si giunge così alla quarta parte del saggio, dove la Media education diventa protagonista. Essa, sostiene la Antonelli, deve “contribuire all’educazione al pensiero diverso, all’autonomia e al senso critico” soprattutto tra i giovani dove i media sono una costante quotidiana. Fondamentale dunque guidare le nuove generazioni a un uso consapevole, autonomo e critico dei linguaggi mediali portandoli a concepire la media education come nuova forma di cittadinanza nella società della conoscenza.
Non bisogna però sottovalutare gli aspetti negativi legati a questa evoluzione, è quanto si premura di sottolineare l’autrice. Il processo interculturale comunicativo ha infatti anche creato nuove forme di diseguaglianza socioculturale, attribuibili principalmente a una scarsa diffusione, in molte parti del mondo, di una vera cultura mediale, sui cui è urgente investire.
Infine un rapido viaggio tra le radici e la storia della parola cittadinanza, contestualizzata nell’ottica della modernità, esaminata sotto diverse prospettive sociologiche e tema centrale di numerosi dibattiti contemporanei, (in particolare a partire dalla ratificazione del Trattato di Maastricht) traghetta la panoramica della Antonelli su questi tre nuovi percorsi di partecipazione, verso la speranza di una società capace di ridisegnare modalità inedite di interazione.
Carolina Piola
Giselda Antonelli
Comunicazione Media CittadinanzaMilano, Franco Angeli, 2009, 172 pp.
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