Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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12 settembre 2011

Cittadini del mediamondo

I mass media formano e trasformano il pubblico e, a sua volta, il pubblico forma e trasforma i mass media. E’ questo il filo conduttore del saggio di Patrizia Rodi, attenta ed articolata analisi di tutti i mezzi di comunicazione e delle loro implicazioni sulla società.

La celebre affermazione di Marshall Mcluhan, il medium è il messaggio, sintetizza gli effetti che proprio i mezzi comunicativi in quanto tali scatenano sui destinatari che, quindi, interagiscono con i media stessi e non solo con i contenuti trasmessi.
Mediamondo parte, quindi, alla scoperta dell’impresa dei media che, basandosi sui principi di un vero e proprio apparato produttivo, realizza un prodotto – la notizia, il film, il brano musicale – che diventa un oggetto di consumo e di fruizione da parte del pubblico, al quale deve essere garantito l’accesso democratico ad ogni tipologia di media.
Pedagogia di massa e pedagogia del consumo si intrecciano, e l’autrice è bravissima a collegare questi elementi alle trasformazioni continue, stimolate soprattutto dalla televisione e da Internet, che sviluppano nuovi modi di fare informazione ed intrattenimento.
La necessità di sedurre sempre maggiori porzioni di pubblico e di aumentare visibilmente gli indici di ascolto – contropartita agli introiti pubblicitari – portano all’elaborazione della cosiddetta nebulosa dei dettagli, così come è stata definita dallo studioso Giovanni Cesareo: una nube di dettagli insignificanti, intrisa di stereotipi eccessivi che, se da un lato conquistano gli spettatori, dall’altro fanno solo da contorno alla notizia che viene, quindi, spogliata del suo contenuto reale.
L’analisi prende in considerazione tutti i fenomeni derivanti da questo meccanismo: il news management, l’importanza della cultura del quotidiano, l’infotainment, la nascita di figure – simbolo della televisione italiana, come Mike Bongiorno, re del quiz ed immagine della TV stessa e di un fenomeno collettivo di portata socio-culturale; ma è significativo, altresì, rivedere tutte le teorie che si sono susseguite nel corso del Novecento ed hanno delineato una visione molto critica nei confronti dei mezzi di comunicazione di massa: la teoria ipodermica, ad esempio, che vede il pubblico “colpito ed affondato” dai media, senza consentire possibilità di reazione, o quella della spirale del silenzio, che considera l’audience passiva e orientata dai mezzi di comunicazione verso una comune opinione pubblica, o ancora la teoria dell’agenda setting, che riassume la capacità dei media di dirigere volontariamente l’informazione, scegliendo quali notizie hanno maggior rilievo e quali, invece, possono passare in secondo piano, effettuando così una selezione che rientrerebbe, invece, nelle competenze del pubblico.
Pubblico che appare indolente al punto di appartenere ad un immaginario collettivo che confonde realtà e finzione, inghiottito non solo dai fenomeni televisivi, ma anche dalle novità offerte dalla rete, come My Space, Second Life, Facebook, che, se non valutate ed utilizzate nella giusta percezione, rischiano di creare un mondo “altro”, non reale appunto, ma creato dall’immaginazione dell’utente.
In conclusione, si potrebbe dire che questo saggio rappresenta un inizio; il pubblico, infatti, deve entrare in contatto con gli aspetti più nascosti e contradditori dei mezzi di comunicazione di massa, deve cioè conoscere a fondo il prodotto che consuma: solo così potrà essere sicuro di vivere in un mediamondo.
Alessandra Torre

Patrizia Rodi
Mediamondo. Viaggio attraverso le comunicazioni di massa
Milano, Lupetti, 2010, 383 pp.





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