(Prefazione di Marco Travaglio)
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25 novembre 2011
Tv e libertà di informazione
Si è svolta mercoledì 23 novembre 2011, nella Sala dei Chierici della Biblioteca Berio, la presentazione del libro Ci scusiamo per l’interruzione. Tv e libertà di informazione, di Giovanna Ferrero.
La presentazione si è svolta alla presenza dell’autrice, giovane talento ligure (classe 1986, laureata in Scienze Politiche presso l’ateneo genovese), con la partecipazione del più noto Nando dalla Chiesa, firma prestigiosa all'interno del panorama giornalistico: editorialista del “Fatto Quotidiano” di Antonio Padellaro, scrittore, professore di Sociologia delle criminalità organizzata e Sociologia dell'Organizzazione all'Università di Milano. Dalla Chiesa è, non da ultimo, fondatore della casa editrice Melampo, che ha permesso la pubblicazione del testo in questione.
Il saggio ripercorre le vicende dell’emittente televisiva Europa 7 e l’iter giudiziario che il suo fondatore, Francesco Di Stefano, è stato costretto a percorrere. Esso nasce dal tenace lavoro di ricerca della Ferrero, che si è interessata al caso già da studentessa liceale: nel 2004, anno di svolta delle vicende legali di Europa 7 e della sua battaglia contro l’abusivismo di Rete 4, la Ferrero è venuta a sapere da un articolo di “Repubblica” del caso dell’imprenditore abruzzese, espropriato dalla politica del suo diritto di vedersi assegnare delle frequenze per dare avvio ad un progetto televisivo a-partitico e innovativo. La storia, che è storia di tutti noi, è quella di una privazione ai danni di un normale cittadino il quale, pur essendo nel pieno del diritto legale e nonostante le numerose sentenze emesse dai vari enti di garanzia chiamati in causa, non riesce ad esercitare il suo diritto per colpa degli interessi politici e del tacito patto di non aggressione praticato dai partiti di destra e di sinistra. Da destra, l’ascesa di Berlusconi e l’inizio del berlusconismo hanno dato avvio al lungo periodo di dittatura mediatica e di insolubile conflitto di interessi, che hanno reso impossibile l’abolizione dell’abusiva –secondo quanto dichiarato dalla Corte Costituzionale stessa- Rete 4 e l’assegnazione delle frequenze a Europa 7. Anche da sinistra, d’altro canto, si è riscontrato un disinteresse assoluto, spiega l’autrice, per il caso Europa 7 e per la regolamentazione della legge sulle televisioni: il generale menefreghismo politico, trasversale e mascherante senz'altro interessi biechi e privati, ha depotenziato la giustizia del suo potere decisionale assoluto e l’ha relegata al rango di succursale dei rapporti di partito.
L’autrice, nel suo libro, ripercorre lo scandalo della delegittimazione del diritto di fronte ai grandi poteri privati dall'ormai lontano 1998, anno in cui Di Stefano vinse la gara pubblica d’assegnazione delle frequenze televisive ai danni dell’imprenditore Silvio Berlusconi e della sua Rete 4, già presente all'epoca sulle frequenze analogiche e già dichiarata illegittima. L’excursus procede seguendo un criterio cronologico, rinfrescando la memoria sulle varie leggi Polaroid, Maccanico, Gasparri, anch'essa violata da Berlusconi, sulla Fede-tax, fino al recentissimo avvento del digitale, manovra governativa per salvare l’emittente Rete 4 ma, purtroppo, espressione di una tecnologia già obsoleta e inefficiente che, tramite l’illusione di fornire un ampliamento dell’offerta di canali, non fa in realtà altro che rafforzare il duopolio affermatosi già a partire dagli anni ’80.
Il libro, dunque, racconta l’amara storia di un cittadino schiacciato dagli interessi superiori dei “potenti” e di un apparato giudiziario, il nostro, ridotto a mero flatus vocis dalle prevaricazioni dei “signoroni”. La storia raccontata è anche quella di un popolo, quello italiano, doppiamente gabbato perché costretto dapprima a subire una programmazione televisiva imposta e non voluta, e poi obbligato a pagare una mora per aver usufruito di tale emittente mai scelta e sempre imposta. Il libro racconta la parte più sconosciuta della storia italiana, che merita l’interesse del grande pubblico.
Proprio per il fatto che si tratta di un territorio ancora inesplorato della storia contemporanea e del “ventennio berlusconiano”, è stato difficile portare a compimento il lavoro, il quale si è potuto sviluppare principalmente attraverso il ritrovamento di articoli di giornale e la pubblicazione di sentenze emesse, in diversi gradi, prima dalla Cassazione, poi dalla Corte Costituzionale e, infine, dalla Corte di Giustizia Europea. A questa documentazione, si affiancano le testimonianze dello stesso Di Stefano, raccolte personalmente dalla giornalista genovese. Il caso in questione è diventato per prima cosa oggetto di tesi di laurea in Scienze Politiche, sotto la supervisione della professoressa di Diritto delle Comunicazioni dell’ateneo genovese, Rossana Bianco, e nel 2011 è stato edito ed è diventato un libro vero e proprio, con prefazione di Marco Travaglio. Il noto giornalista televisivo, dopo aver letto ed apprezzato il lavoro di ricerca della giovane dottoressa, ha contatto personalmente il collega del “Fatto” e ne ha espressamente chiesto la pubblicazione, in quanto secondo lui sarebbe stato in accordo con la linea editoriale scelta da Melampo e avrebbe riscosso sicuro interesse da parte di pubblico e critica, in quanto nessuno, fino ad oggi, si era ancora occupato così da vicino del materiale trattato dalla Ferrero. La documentazione (testi delle sentenze, documenti, ecc.), molto più copiosa nel lavoro di tesi, è stata riorganizzata e sfrondata nel libro, così che il testo risulta meno ostico e più accessibile a fasce più ampie di pubblico, che non per forza deve possedere conoscenze tecniche di diritto o di politica.
Senz'altro audace risulta la scelta di Dalla Chiesa di pubblicare un libro come Ci scusiamo per l’interruzione: il soggetto scelto dalla Ferrero, proprio in virtù del suo essere fatto di cronaca politica e giudiziaria, si rivolge per lo più ad un pubblico piuttosto specifico di addetti ai lavori e sfugge dal panorama delle letture amene e disimpegnate, spesso preferite dalla maggioranza dei lettori sia abituali che occasionali. La scommessa di Melampo, casa editrice dalla genesi ancora recente e che vanta, ad oggi, non più di una cinquantina di pubblicazioni, è inconsueta: Melampo ha avuto il coraggio di puntare su un pezzo di giornalismo d’inchiesta apparentemente di scarso interesse per il lettore comune, poiché sconosciuto o considerato circoscritto ad un determinato settore della vita politica e sociale. Inoltre, sorprende vedere che, anche in un presente schiacciato dal bieco tornaconto personale e in cui tendono ad imporsi meccanismi di potere prevaricanti, c’è ancora spazio per i giovani. L’autrice, in gamba e dall'indubbio talento giornalistico, alla giovane età di 25 anni ha avuto l’onore di vedere ricompensata la fatica e la tenacia con le quali ha condotto il suo lavoro: sebbene il suo nome sia ancora sconosciuto al pubblico e non sia garanzia di successo editoriale ed introito finanziario, ha visto avviarsi il progetto di una vita. La scommessa di Dalla Chiesa e Melampo, insieme a Marco Travaglio, di dare voce ai giovani e di premiare il talento, fa sperare in un futuro, magari non troppo lontano, in cui forse anche l’Italia sarà capace di uscire dalla logica dei servilismi di partito, dai rapporti di dipendenza dai poteri dominanti e dalla tirannia finanziaria, per lasciare finalmente spazio alla tanto agognata meritocrazia.
Elettra Antognetti
Giovanna Ferrero
Ci scusiamo per l’interruzione. Tv e libertà di informazione
(Prefazione di Marco Travaglio)
(Prefazione di Marco Travaglio)
Milano, Melampo, 2011, 240 pp.
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