Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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04 dicembre 2011

Mentre scrivo...

Mentre scrivo va in onda la Gabannelli; la trasmissione di questa sera verte sul tema dei beni culturali in Italia e la polemica scaturisce dal fatto che, udite udite, in questo paese fondato e retto sull'arte, sul reperto archeologico e sul monumento storico, tutto questo potenziale non venga sfruttato economicamente come potrebbe e come accade, del resto, in qualsiasi altra parte del Mondo.
Avendo nel cassetto un rotolo di cartone contenente una laurea in beni culturali, questi discorsi li conosco bene, ma anche se mi fossero estranei, la sera in cui leggiamo in tempo reale (o quasi) le esilaranti novità emerse dalla manovra del professor Monti, mi sarei aspettato un tema diverso, magari uno sciopero in tempo reale (questo si, si poteva fare) della trasmissione "popolare" di Rai 3.
La patrimoniale? un sogno per quel 99% che non ha patrimoni. La pensione? Un miraggio per chi ha lavorato una vita intera e ha la schiena appezzi, un utopia per chi come tutti noi studenti lavora in nero per pagarsi i libri che immancabilmente alla Berio sono andati rubati. Mi sorge questa riflessione: perché non smettiamo di illuderci? Perché non ammettiamo a noi stessi di fare schifo, come popolo? Chi studia sociologia forse può trovare delle cause storiche, forse nel medioevo feudale dove un signore faceva il buono e cattivo tempo e tutti gli altri cercavano di arrangiassi come potevano, rubando l'un l'altro. Spesso si sente parlare di "indignati" ma l'indignazione contiene in sé il concetto di amor proprio come identificazione e protezione del'"io" verso ciò o chi è causa dell'indignazione, invece noi siamo e dobbiamo essere sgomenti, siamo rassegnati, siamo come dei sani che girano in una città appestata, alla ricerca di cibo, sapendo che , come mangiamo quel cibo, finiremo appestati noi stessi. Il popolo Italiano è stato guidato da Mussolini, poi dalla DC, poi da Craxi, poi da Berlusconi, e adesso da un economista che sino a pochi mesi fa era consulente internazionale della Goldman Sachs, una delle banche dalla quale è scaturita la goccia che ha provocato l'attuale crisi. Vogliamo fermarci un attimo a pensare, o vogliamo scandalizzarci ancora perché i muri di Pompei cadono e sperare ancora che un giorno avremo una classe dirigente onesta, che creerà lavoro, abbasserà le tasse eccetera, eccetera? Qualcuno ha detto che un popolo ha il governante che merita.
Davide Olivieri
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