Università degli studi di Genova



Blog a cura di Marina Milan, con la partecipazione di studenti, laureandi e laureati dei corsi di Storia del giornalismo e Giornalismo internazionale dell'Università degli studi di Genova (corso di laurea magistrale interdipartimentale in Informazione ed Editoria).

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01 giugno 2012

Digital Democracy, un esempio di libertà sul web

Internet è uno strumento che ha una capacità fondamentale per l’epoca in cui viviamo, ovvero connettere persone lontane e dar voce potenzialmente a tutti, anche a chi si trova ai margini della società. Questa possibilità è stata sfruttata da moltissime persone che vivono in ambienti sociali dove la democrazia fatica ad affermarsi. Diverse popolazioni hanno capito l’enorme potenziale che viene offerto loro dalla tecnologia e hanno deciso di sfruttarlo per ribellarsi e cambiare la società in cui vivono. Ogni giorno, sono migliaia i ribelli digitali che rischiano la vita per opporsi a forme di governo che controllano i comportamenti dei propri cittadini. Armati solo di telefoni cellulari, macchine fotografiche o computer portatili trasmettono in tempo reale gli orrori della società, pubblicano documenti riservati, smentiscono verità di stato al fine di rendere il loro (e il nostro) mondo più trasparente. Su questo argomento, Giovanni Ziccardi ha scritto un saggio  Hacker e un romanzo L'ultimo hacker Il richiamo della libertà, pubblicati da Marsilio nel 2011 e nel 2012. L'autore descrive come i dissidenti digitali sviluppano tecniche per aggirare le censure o per svelare e pubblicare su internet i segreti nelle questioni di interesse pubblico. Negli ultimi anni, proprio su e attraverso internet, sono nate piccole e grandi rivoluzioni. Basti pensare al ruolo della rete nella ‘primavera araba’, o nella lotta contro la censura dei media in Birmania. Parallelamente, sono nati movimenti e associazioni a supporto di coloro che rivendicano le proprie libertà. Digital Democracy ne è un esempio. Si tratta di un’organizzazione non profit che, nei Paesi in via di sviluppo, insegna ai cittadini a usare la tecnologia per costruire il loro futuro. Secondo Digital Democracy, sono i singoli cittadini a dover scegliere cosa è meglio per il loro futuro ("Prima Comunicazione", ottobre 2011, p.81). La rete può aiutare a rendere giustizia, ma solo se viene sfruttata in tutta la sua potenzialità. Molti attivisti per i diritti umani hanno così imparato a scambiarsi informazioni e a pubblicarle senza rischiare di essere individuati e arrestati. La diffusione della rete e dei cellulari nelle comunità marginalizzate offre una possibilità senza precedenti per promuovere la partecipazione politica e democratica. In una società come la nostra, nella quale siamo costantemente connessi, anche le lotte diventano digitali. Oggi si sta combattendo, quindi, una battaglia a colpi di internet. Una battaglia per la libertà e per ottenere quei diritti fondamentali per l’uomo che in alcuni luoghi ancora non sono considerati tali. Ma affinché questa battaglia sia equa e accessibile a tutti, diventa di fondamentale importanza sostenere l’espansione dell’alfabetizzazione digitale. Questa è una delle numerose sfide della nostra società tardo-moderna che vede coinvolti tutti, in particolare i professionisti dell’informazione.
Selena Zamarian

*link a Digital Democracy

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